Sindaci di minoranza
I festeggiamenti per i significativi successi delle liste di centro-sinistra nelle principali città (5-0 vs centro-destra) hanno ben presto lasciato spazio a riflessioni più realistiche sul significato di quelle “vittorie elettorali” caratterizzate da “Sindaci di minoranza” – vedi articoli allegati – Commentare il voto delle amministrative e quello torinese scomodando quel malizioso e tagliente detto piemontese dal doppio senso “Suma bin ciapà” – Ugo Revello ha recentemente pubblicato con questo titolo il suo quarto libro sui modi di dire del dialetto piemontese – ha senso per fare il controcanto alla retorica sulla “torinesità” e allo “stile sabaudo” che ha caratterizzato la narrativa su Torino capitale di tante eccellenze (reali o immaginate) dimenticando che siamo pur sempre, da molti anni, la capitale dei cassintegrati, della manodopera sempre più dequalificata a livello di massa, di molte periferie che degradano e credono sempre meno alle promesse politiche e per questo rinunciano in massa a votare. Così stanno le cose.
I successi elettorali del centro-sinistra si sono ben presto ridimensionati: per un verso, dopo pochi giorni, con la doccia scozzese della bocciatura in Senato del Ddl Zan contro l’omotransfobia, anche a causa della disinvolta sicurezza del Pd di non ricercare per tempo alcune correzioni al testo già votato alla Camera; per l’altro, il centro-destra ha preso campo nel condizionare recenti importanti decreti, imponendo il rinvio su punti importanti sia per la legge delega fiscale sia per quella sulla concorrenza.
A Torino molto è cambiato nella composizione della nuova Giunta: il neo-sindaco Stefano Lo Russo ha affidato alcuni assessorati strategici a professionisti esterni al Pd, e per l’urbanista esterno a Torino, suscitando non poche reazioni contrariate nel suo partito. Se sono rose fioriranno. Qui le deleghe http://www.comune.torino.it/giunta/composiz.shtml
Dopo il voto è d’obbligo un augurio di buon lavoro al Sindaco, alla nuova giunta e al Consiglio Comunale.
Molto è anche cambiato, dopo le prime iniziative del Sindaco e le dichiarazioni di Assessori, rispetto alle priorità indicate in campagna elettorale. Ad esempio: nella campagna elettorale per un verso, il futuro di Mirafiori e dell’area Tne è stata la “priorità delle priorità” per fare ripartire Torino, dalla megafactory per batterie ai microprocessori di Intel; per l’altro, l’impegno di far funzionare l’anagrafe in tempi rapidi è stata la promessa principale per fare capire “un cambio di passo” nella gestione della macchina pubblica. Al momento si avvertono già modifiche di messaggi rilevanti. L’attenzione e la priorità è ritornata sui grandi o meno grandi eventi: il successo del Salone de Libro, Artissima, le ATP finals, il rientro di Torino nelle Olimpiadi Milano-Cortina mettendo a disposizione gli impianti di bob a Cesana e del trampolino a Pragelato.
Il sindaco di Torino ha incontrato il presidente della Regione Piemonte Cirio – Gabriele Guccione, su le pagine torinesi del Corriere della Sera, ha così commentato:”..tornando a sognare le Olimpiadi, Cirio e Lo Russo inaugurano una nuova stagione di concordia istituzionale tra piazza Castello e Palazzo di Città. Lo fanno lanciando prima di tutto un segnale di rottura – politico prima ancora che fattuale – rispetto alla giunta Appendino alla maggioranza 5 Stelle che tre anni fa aveva fatto naufragare, tra mille veti, la candidatura a cinque cerchi sotto la Mole. Il recupero di una parte del dossier olimpico torinese punta anche a questo, a far percepire in città un cambio di marcia. Poi, se sarà davvero possibile portare qualche gara nelle valli torinesi, sarà tutto da vedere”. Al di là delle Olimpiadi, la concordia istituzionale non può fare che bene a tutti. Speriamo regga e che inizino a maturare dei frutti.
Si ritorna quindi all’idea della ripartenza e dello sviluppo di Torino confidando sul “motore”dei grandi eventi? Una strategia già perseguita con poco successo dalle passate giunte di centro-sinistra. Non era forse prioritario che nel primo incontro tra il neo-sindaco di Torino e il Presidente della Regione Piemonte si trovasse “concordia istituzionale” per gli insediamenti strategici per il settore manifatturiero, per la ricerca applicata, per la formazione e l’aggiornamento professionale, stante il fatto che Torino sembra ancora inseguire l’antica visione “torinocentrica” e la Regione naturalmente no, come testimoniano le recenti diverse indicazione date per l’insediamento di nuovi stabilimenti per le batterie (la Regione ha indicato Scarmagno Canavese, Torino invece Mirafiori) e per il contesissimo sito Intel (la Regione ha indicato aree nel vercellese e nel cuneese, Torino sempre Mirafiori). E Intel andrà altrove.
Infine una nota sulla priorità alle periferie. L’anagrafe e i tempi…infiniti per un rinnovo o rilascio di nuova carta d’identità son stati uno dei temi più dibattuti nella campagna elettorale, con tante promesse e nel contempo tante accuse verso la giunta pentastellata di Appendino.
Cosa dice ora la nuova giunta? Ricalca parecchi argomenti di quella passata per giustificare che ci vogliono ancora mesi, l’assessore Tresso che ha commentato di aver accettato l’assessorato delle “rogne”, ha dichiarato che ci vuole un’indagine e si pensa di cambiare passo tra “sei mesi”. Forse. Non è proprio un gran segnale di “cambio di passo”. Vedi articolo allegato con intervista all’Assessore Tresso.
Lisa Di Giuseppe e Davide Maria De Luca in “Da Roma a Milano: la mappa del potere nelle nuove giunte” su Domani – Nelle principali città e il partito democratico a occupare le caselle più importanti: a Roma ottiene trasporti e rifiuti. A Milano e Torino porta a casa un buon bottino. Il Movimento 5 stelle in coalizione solo a Napoli e Bologna, deve accontentarsi. Intanto, in Calabria, dove ha trionfato Forza Italia, la giunta e ancora in sospeso, ma non solo per colpa dei politici. A un mese dal primo turno delle elezioni amministrative, le giunte delle cinque principali città andate al voto sono ormai pronte. Roberto Gualtieri a Roma, Beppe Sala a Milano, Stefano Lo Russo a Torino, Gaetano Manfredi a Napoli e Matteo Lepore a Bologna hanno messo in piedi le loro squadre, cercando di accontentare tutte le liste che li hanno sostenuti. Diversi i neosindaci che hanno scelto di tenere per sé deleghe di peso, decisione non sempre apprezzata dalle nuove giunte. Beppe Sala a Milano è stato il più rapido a formare la giunta, Roberto Gualtieri a Roma uno dei più lenti, peggio solo Roberto Occhiuto in Calabria, dove la giunta non c’è ancora. Per saperne di più aprire l’allegato
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