SACCONI E I BASTARDI; LA CISL E LO SCIOPERO; PAROLE…PAROLE – T.Ferigo 5/9

Tutte le parole hanno un senso. Lo sostengono la maggior parte degli psicoterapeuti e non pochi filosofi. Qualcuno giunge a dire che “l’uomo è linguaggio” e che si possono registrare i cambi nelle società  dalle mutazioni del vocabolario. Non so se sia così, ma di certo le parole riflettono non solo un pensiero razionale ma anche uno stato d’animo, un’emozione, una reazione istintiva etc, “ vengono dalla pancia”…per non parlare del linguaggio dell’inconscio degli psicanalisti.

Due esempi che ci riguardano, Sacconi e la CISL Piemonte

Mi sono venute, infatti, in mente queste cose ascoltando un intervento del ministro Sacconi ad un convegno ACLI ( vedi video su Repubblica ), e leggendo le dichiarazioni della segretaria regionale CISL Piemonte ad una tavola rotonda alla festa del PD. Nessuna equiparazione. Il ministro è presuntuoso ( e anche un po’ maleducato ), la segretaria fa il proprio mestiere sostenendo una decisione della sua organizzazione.

Quale relazione allora ? Vedremo, se reggete, più oltre.

Sacconi , con tono enfatico, aggressivo e faccia truce, ha definito gli anni settanta “bastardi”. Lo ha ripetuto con ancor più vigore di fronte alle reazioni un po’ sconcertate della platea. Cosa voleva dire usando il termine bastardo? Il vocabolario ci dice che la parola è un attributo.  Un animale bastardo è il prodotto di un incrocio tra razze diverse, non pure, senza petigrie. I biologi sostengono che più un organismo vivente è bastardo, più ha risorse contro le malattie e possibilità di sopravvivenza. Bastardino detto di un cane è un vezzeggiativo, non un insulto. Lo diventa quando invece lo si applica al genere umano. Perché sia così non lo so, ma dare del bastardo è un epiteto che mira ad offendere, a  insultare. Lo usano sui muri di Roma alcuni gruppi di estrema destra accoppiandolo a slogan tipo “ no al meticciato”.

Ma torniamo al nostro ministro. Per lui sono bastardi gli anni 70, perché , citiamo,“… facendo un salto logico (?) dobbiamo uscire dai maledetti, bastardi anni 70, dove le peggiori culture secolariste si sono espresse….la cui onda lunga arriva sino ad oggi e che almeno noi dobbiamo smascherare”. Il noi , probabilmente , si riferisce ai credenti cattolici.

Se si stà al significato, non essendo gli anni un organismo vivente, l’attributo non ha senso. Se sono bastardi perchè si sono espresse le culture secolariste si capisce un po’ di più. Essendo le culture un prodotto umano, una cultura bastarda è il prodotto di un pensare, agire bastardo. Voleva dire che le culture secolari erano il prodotto di un incontro tra diversi ? Oppure il termine è stato usato per denigrare al massimo grado chi ha prodottoo vissuto  la secolarizzazione.

A parte il dubbio che il Ministro usi termini di cui non conosce appieno il significato, il suo pensiero è che le idee dei secolarizzatori abbiano resi maledetti e bastardi gli anni 70. Conclusione Sacconi insulta, sapendo di insultare e se ne compiace, come ogni predicatore a cui riesce una frase ad effetto e invita alla redenzione. Lo fa, dice lui, per “toglierci il prosciutto dagli occhi”.

Ora, non si sa bene a quali culture secolariste si riferisca. Orgogliosamente si definisce anticomunista e si adonta se gli si da del fascista. Ma il termine secolarista si adatta male, ad esempio  alla cultura politica del PCI, anzi è stato anche criticato per esserlo stato troppo poco, ( vedasi i dibattiti sui referendum ).

Secolarizzazione è un termine teologico-filosofico frutto sia di analisi della società moderna , sia del dibattito in campo filosofico. Vi sono teologi della secolarizzazione ( Cox, Bohneffer, Cupitt…), filosofi (Vattimo,Foucault,..), sociologi ( Acquaviva). Si può non essere d’accordo ma accumunarli nella categoria dei bastardi !

ll ministro Sacconi ha un passato di militanza politica e sindacale in organizzazioni assolutamente secolarizzate, PSI e CGIL. Anzi nel primo caso persino un po’,per tradizione, anticlericali. Niente di peggio di chi si dimentica da dove viene dicono gli psichiatri. Per rimuovere il proprio passato e/o per giustificare il presente si insulta chi   può ricordarcelo.

Forse quando parla di secolarizzazione il Ministro si riferisce, facendo confusione, a processi  politici: rottura unità politica cattolici, l’adesione a partiti di sinistra, i famosi catto-comunisti, i cristiani per il socialismo, le ACLI del tempo. Se così fosse la confusione sarebbe al massimo, ma potrebbe spiegare l’acrimonia e il tono apocalittico-ingiurioso ministeriale: ah questi cattolici con il prosciutto sugli occhi ! Svegliatevi !

Infine, se i secolarizzati sono coloro che giudicano indecente il comportamento dell’onorevole “ born again “ nel caso doloroso della   Euliana Englaro, quando mandava le ispezioni nelle cliniche e faceva da sponda al suo Premier, noto non secolarizzato e portatore di cultura ripiena di sacro spirito, mi vanto di farne parte. Pazienza per il bastardo. Detto da lui.

Secondo caso. Alla festa del PD la segretaria CISL regionale ha definito lo sciopero della CGIL “ prematuro”. Che non si debba fare è un’opinione come un’altra, trasversale si dice oggi. Ma l’aggettivo prematuro come spiegazione di una decisione  sindacale, per di più usato da un dirigente al massimo livello, si presta ad alcune considerazioni e preoccupazioni.

Prematuro vuol dire non ancora giunto a maturazione ma auspicabile. Maturità è la conclusione di un processo che porta al momento opportuno per svolgere efficacemente un’azione. Nella storia sindacale sono infiniti i momenti di discussione sull’opportunità di azioni di lotta. L’argomento dell’ immaturità del momento aveva però una pregnanza particolare. Dava per scontato che, prima o poi, l’azione dovesse essere intrapresa quando “ le condizioni oggettive “ garantiranno il massimo di efficienza. Quindi, stando alle parole, la CISL del Piemonte ritiene che “ non sia venuto il momento “.

Ma questa non pare essere la linea e la strategia sin qui praticata dalla CISL a tutti i livelli. Quando nel comunicato finale dell’esecutivo FIM nazionale si legge “la desolante posizione della CGIL” ( chissà perché desolante ), rivendicando a se tutto il merito del ritiro dei provvedimenti sull’incredibile pasticcio delle pensioni.

Cari amici della FIM non vi pare una polemica un poco meschina ? Oppure quando il segretario nazionale parla dello sciopero CGIL come “ parata politica” ( verrebbe da dire proprio lui), non si ha l’impressione che lo sciopero sia “immaturo”, ma che lo strumento non sia, in se, da utilizzare. Andava bene semmai con Prodi . E’ bene che non maturi proprio niente.

Essendo la segretaria del Piemonte non una eretica, ma persona con senso profondo dell’organizzazione “ che ha sempre ragione, anche quando sbaglia”, perché ha usato questo termine? Un lapsus? Un moto non controllato che da parola a  un pensiero da tenere nascosto? Perche si usano parole a vanvera? Ma anche la vanvera ha un senso, copre qualche cosa, forse la mancanza di proposte o disagio nel dire le ragioni vere.

Comunque attendiamo di conoscere quando lo sciopero sarà maturo. Quali le condizioni della sua maturazione. Saremo in prima fila a sostenerlo come facciamo con quello più che maturato del 6 Settembre.

 

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