RELAZIONI SINDACALI IN GERMANIA – T.Ferigo – globalmondo 17/1/11

Alla crisi del sistema contrattuale collettivo tedesco ( vedi precedente articolo sul Blog del 7 gennaio) si affianca l’erosione del potere istituzionale del sindacato. Gli studiosi di relazioni industriali individuano le seguenti cause: minor applicazione dei contratti, aree di totale assenza di contratti, decentramento produttivo, la crisi dell’estensione erga omnes.     Leggi tutto

   

Differenziazione e diminuzione dell’applicazione dei contratti

 

Circa il 62% dei lavoratori dipendenti è occupato in aziende vincolate all’applicazione del contratto collettivo di categoria. Nel sistema tedesco vi è un solo livello di contrattazione ( fa eccezione la Volkswagen): il contratto nazionale, che è l’estensione automatica dell’accordo siglato in un Lander. Non vi è teoricamente contrattazione aziendale: i Betrieb Rat ( consigli d’azienda non hanno potere contrattuale e non sono strutture di rappresentanza del sindacato ma dei lavoratori ).

Il vincolo contrattuale non è omogeneo. La percentuale dii aziende tedesche a vincolo contrattuale, che fanno cioè parte di un’associazione datoriale, è in Germania Ovest ( circa il 39%) molto più alto che nella parte Est ( 24%). E’ il punto più basso degli ultimi 20 anni.

Dalla metà degli anni 90 si ha in effetti una progressiva forte riduzione del tasso di copertura sindacale. All’Ovest era nel 1996 del 69%, ad Est del 63%.

Il più alto tasso di copertura si ritrova nel settore amministrazioni pubbliche (96%) e in quello miniere-energia ( 92%). Nel settore industriale è intorno al 65%, nei servizi alle imprese ( 45% ).

La copertura contrattuale interessa soprattutto le imprese con più di 500 dipendenti. Il 90% dei lavoratori delle medie imprese è pertanto protetto da un accordo collettivo. La copertura diminuisce con il diminuire della dimensione dell’impresa riducendosi al 30% in quelle con meno di 50 dipendenti. Nelle piccolissime è ancor più basso.

Riguardo all’applicazione del contratto sono molto interessanti e significativi, oltre alla dimensione d’impresa prima accennata, altri due dati.

Il primo è che la copertura varia con “l’età” delle aziende. In quelle di creazione recente è più bassa che in attività da molti anni.

Il secondo è che il tasso di copertura si differenzia anche in base al livello di reddito degli occupati.

Vi sono ricerche condotte da centri studi delle Banche che indicano un basso livello di copertura nello scaglione di lavoratori a reddito più basso. In parole povere l’essere coperti da un contratto collettivo procura salari più elevati.

Perche questo declino? La ragione principale è la crescente non affiliazione alla confindustria tedesca di imprese piccole e medie e la creazione di associazioni imprenditoriali senza vincolo contrattuale.Vi sono imprese iscritte all’associazione imprenditoriale che non devono però applicare obbligatoriamente il contratto di categoria.

Aree di assenza del contratto

La forza di un sistema contrattuale si può valutare anche dall’estensione dell’area in cui manca qualsiasi contratto. Questa area si sta allargando. In diversi settori si è creata da alcuni anni una situazione di vacanza contrattuale. In termini formali il contratto si continua ad applicare, ma il datore di lavoro può sostituire le norme scadute con altre norme. Ad essere coinvolti sono soprattutto i settori sindacalmente poco compatti: piccole imprese nei servizi e nel commercio.

Decentramento

Uno studio di due ricercatori indica che è in atto una forte tendenza alla decentralizzazione di molte competenze prima monopolio del contratto nazionale al livello aziendale. Questo comporta un mutamento nel rapporto tra sindacato ( che è il solo autorizzato a contrattare ) e rappresentanze elette nei luoghi di lavoro nei consigli ( che non sono una struttura sindacale).

La concessione di clausole di deroga da parte dei grandi sindacati nazionali è anche un tentativo di frenare il “decentramento selvaggio”. Inoltre le deroghe dovrebbero servire a stipulare a livello aziendale ( soprattutto grandi aziende) “patti per l’occupazione”: garanzia del lavoro in cambio di concessioni da parte sindacale.

Molte aziende metalmeccaniche del settore auto (lo esamineremo in un altro articolo) hanno utilizzato questa forma di “concession barganing “ sulla scia della Volkswagen che avendo un contratto aziendale non ha necessità di deroghe. L’opinione tra i rappresentanti sindacali è, stando ad una ricerca del WSI, assai scettica sulle forme di decentramento perchè danno troppo potere alle imprese.

La crisi dell’erga omnes

Il sistema contrattuale è sostenuto dall’articolo 5 della Legge sul contratto collettivo che prevede la possibilità della sua estensione erga omnes ( a tutte le aziende del settore) dopo approvazione di Consigli a questo deputati. Lo strumento erga omnes ha sempre avuto in Germania un ruolo piuttosto scarso, che si è ridotto ulteriormente negli ultimi anni. Dal 1991 al 2008, il numero di contratti dichiarati con efficacia erga omnes è sceso da 622 a 463. La ragione di questa decrescita è nell’atteggiamento restrittivo delle associazioni padronali che dispongono di diritto di veto nei Collegi che devono decidere l’estensione della erga omnes. Per i datori di lavoro questa deve essere un’eccezione non la regola.

La grande maggioranza dei contratti erga omnes riguarda le normative. Solo in pochi casi anche la retribuzione. Nel 1991 c’erano ancora 92 contratti erga omnes che determinavano la retribuzione dei dipendenti. Nel 2008 erano solo 33. Si tratta essenzialmente di contratti regionali riguardanti i barbieri, vigilanza, alberghi e ristorazione.

Altro caso è la regolamentazione dei lavoratori a distacco nell’edilizia che si intenderebbe estendere anche ad altri settori.

Un poco noto elemento caratteristico del sistema contrattuale tedesco è la presenza in 8 lander ( su 16) di leggi di “fedeltà contrattuale”, in base alle quali il rispetto delle norme contrattuali è condizione per la concessione di aiuti pubblici. La corte europea ha considerato nel 2008 questa Legge una violazione della libertà europea sulla circolazione dei servizi, per cui le leggi di fedeltà contrattuale possono essere ancora applicate per alcune norme che riguardano i lavoratori distaccati.

E la Mitbestimmung ( cosiddetta cogestione tedesca) direte voi ? Scriverò in seguito un articolo specifico. Del resto è presente solo nelle grandi fabbriche e mi è parso utile dare prima un’informazione sulla situazione complessiva che non è certo rosea. 

 

(parte seconda di T.Ferigo – relazioni sindacali in Germania)

 

 
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