Pensieri e problemi post-pandemia

Un milione di poveri in più nell’anno della pandemia – Secondo l’Istat sono 5,6 milioni in povertà assoluta. E il «reddito di cittadinanza» ne copre solo 2,6; 1,3 milioni di minori sono in povertà; 29,3 per cento è l’incidenza della povertà assoluta tra i cittadini stranieri residenti, è il 7,5% tra gli italiani. I cittadini extracomunitari residenti da meno di 10 anni sono stati esclusi da una norma razzista di Lega e Cinque Stelle.

La differenza tra povertà assoluta e povertà relativa. Si distinguono povertà assoluta e relativa in questi termini: quella assoluta si chiama, in linguaggio corrente, miseria, e consiste in una condizione di mera sussistenza, in cui manca tutto. Invece la povertà relativa consiste in una carenza rispetto al livello di vita della società in cui si vive; anche se si ha il minimo indispensabile per mangiare e vestirsi e si ha un tetto sopra la testa si è poveri se non si riesce a soddisfare gli altri bisogni dell’ambiente sociale, economico e culturale cui si appartiene. —

Non solo per questo inquietante quadro che si è aggravato nell’anno 2020, Savino Pezzotta pubblica sul suo Blog “In ricerca” una riflessione, con molte domande, che titolo con “Pensieri improvvisati post-pandemia”.

un centro Caritas a Milano …

Così inizia. Vivere in tempi molto critici e difficili come quelli che stiamo attraversando, sorge la necessità  di porsi interrogativi sul momento vissuto e su quale indirizzo prenderanno le questioni che la crisi sanitaria ha aperto o accentuato. Siamo collocati in una sorta di equilibrio tra speranza e attesa, quasi fossimo su una soglia, che sembra dischiudersi su scenari sconosciuti, e si cerca il coraggio o anche solo l’occasione di attraversarla, consapevoli però che ogni passaggio, ogni limite infranto, comporti un cambiamento di prospettiva spesso definitivo.

Immaginare la soglia apre alla possibilità di pensare ai limiti dell’esistenza e al sorgere di nuove e inedite prospettive sociali, economiche e politiche. Non è la prima volta che viviamo come innanzi a una soglia socchiusa che fa intravedere le condizioni di limite e all’emersione di cose e situazioni nuove, esperienza che abbiamo già vissuto, in termini diversi da quelli attuali, con la grande crisi economico-finanziaria degli anni scorsi. Parlare di soglia socchiusa significa che siamo chiamati, ognuno nella sua condizione, ad affinare lo sguardo sui mutamenti e sulla vita delle persone e delle nostre società. La pandemia che ci ha colpito ha lasciato tracce profonde del suo passaggio dentro di me: mi ha obbligato a riflettere sulle mie abitudini, le mie certezze e spinto a verificare i miei progetti di vita. Quando mi fermo a riflettere su me stesso mi percepisco diverso da prima e sento il peso dell’essere coscientemente vulnerabile. Poi mi guardo attorno  e debbo registrare che tutte le dimensioni della vita sono state messe in movimento: l’attività economica, le relazioni sociali, la vita culturale e il tempo libero non sono più quelli di prima. Molte delle nostre azioni ripetono i gesti , le azioni e i pensieri cui eravamo abituati, ma sono profondamente turbati: il nostro inconscio avverte che è successo qualche cosa di significativo. (…) per proseguire un clic qui https://savinopezzotta.wordpress.com/  Pensieri improvvisati post-pandemia  di Savino Pezzotta

Vedi articoli correlati

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *