OPERAI PAGATI PER NON LAVORARE -T.Ferigo- Fiat Pomigliano & sindacato

Operai pagati per non lavorare:schifo e amarezza. Tre lavoratori, con tanto di corso di formazione appena terminato, vengono fermati  ai cancelli della fabbrica di Pomigliano,e gentilmente fatti accomodare nella show room ( l’inglese è d’obbligo trattandosi di una “new company, sia pure per pochi giorni ). Gli viene comunicato che ,non essendoci mansioni idonee  disponibili, devono tornare a casa. Saranno pagati per non lavorare come l’operaio di Melfi al quale la pretura ha dato ragione ma…in fabbrica non c’è posto per lui.

Per chi non ha più vent’anni, inevitabile  pensare agli anni 60 alla FIAT. Vi è però un’  amara differenza. Allora tutti i sindacati confederali denunciavano con indignazione simili metodi oltraggiosi della dignità di persone, oggi  non trovi una riga su “ conquiste del lavoro “ e le dichiarazioni di dirigenti della categoria in cui ho passato tutta la mia vita sindacale, sono degne di un film di Alberto Sordi. Si sgonfierà tutto. Tutti sono garantiti da un accordo che stiamo per fare. Non ci saranno licenziamenti ,  “ saranno tutti dipendenti della stessa società , senza distinzioni di tessera sindacale”, alla fine della cassa integrazione straordinaria.  Santo cielo: se occorre precisarlo, vuol dire che il pericolo c’era. Si torna all’italiano : la new company non c’è più , i lavoratori saranno tutti in FIAT definita  “unico contenitore “. Da notare la modernizzazione del vocabolario sindacale.

 E’ stato un errore spiega l’amministratore delegato FIAT. Lo stesso che definì una sentenza della magistratura “ folklore” ( siamo a Napoli in fondo ) , che ama Torino , “ è più bella di Detroit “e per questo , da tempo, ha comprato due case per svariati milioni di dollari nella zona VIP della città americana. Parco e piscina ,come si conviene. Responsabilità del mercato e della FIOM precisano il segretario FIM di Napoli e un comunicato nazionale.

Intanto i quattro , che non sono , mi risulta in cassa integrazione ,continuano a essere trattati come persone non gradite. Sono iscritti alla FIOM ? Mi viene in mente Luigi Macario , quando gli fecero notare che la CGIL aveva la stessa posizione su una questione di principio:. “ e allora ?! “ fu la  sua risposta.

La sola idea che un sindacato che voglia essere tale , non mi riferisco alla strategia, ma a valori fondanti,  non esprima indignazione, ma sussurri  frasette e comunicati in cui si precisa che la tessera sindacale non impedirà di essere assunti , mi fa accapponare la pelle e mi riempie di amarezza.

Nota di redazione – l'articolo è stato scritto prima di conoscere i contenuti ed i commenti del nuovo accordo tra Fiat e sindacati del Sì per il riassorbimento della newco Fabbrica Italia Pomigliano nella casa madre Fiat Group Automobiles. Mantiene inalterata l'attualità dei giudizi espressi.

2 commenti
  1. emanuele visciglia RSU FIM  Lecco
    emanuele visciglia RSU FIM Lecco dice:

    Condivido pienamente, perchè nonostante tutte le differenze che le segreterie nazionali possono creare per fini che poco hanno a che fare con la difesa dei lavoratori, il fatto che un lavoratore impegnato sindacalmente o perchè iscritto ad una sigla sindacale (QUALSIASI ESSA SIA!!) viene emarginato o trattato come un indesiderato dai padroni, è una cosa grave che và contro anche ai principi base dela nostra costituzione, ed è grave, come dice Ferigo, che non ci sia una presa di posizione netta e decisa, anche dalla nostra organizzazione la fim, contro questo fatto.
    Spero che la solidarietà operaia alla fiat vada oltre divisioni o attriti creati per motivi, ripeto, che con la difesa dei lavoratori hanno ben poco e che sono lontani dalla reale voglia di unità degli operai, ma questo non riguarda solo la nostra organizzazione ma anche le altre, anche quelle che si elevano a parole come unico baluardo di democrazia e libertà.
    “gli operai non hanno sigle che li dividono, ma hanno gli stessi problemi e gli stessi bisogni che li uniscono”.

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  2. giulio cometto
    giulio cometto dice:

    Condivido tutto, sono indignato anch’io per quello che succede, è un modo per autodistruggere il sindacato e quello che rappresenta, anzi che ha rappresentato per milioni di lavoratori.

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