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NOI E I MIGRANTI:PIAGA O OPPORTUNITA’? – siccità, fame, guerre, dittature – chi è il migrante? –

Immigrazione: un progetto è possibile. La Stampa del 27 dicembre ospita il confronto tra Guido Ceronetti e Domenico Quirico su Noi e i migranti piaga o opportunità? Si confrontano da posizioni opposte su la bomba demografica del Terzo mondo, le nostre paure, le banlieue in fiamme, la fuga dal dolore. Così  inizia Ceronetti. «Cominciamo dalla definizione: chi è il migrante? Uno che viene da altrove e che può essere accolto finché la misura non è oltrepassata (…) Stiamo attenti, limitiamolo. Non potendolo limitare è una piaga del secolo». Quirico. «Una piaga del secolo…?». per proseguire aprire l'allegato, lascia un commento.  Altri allegati:

  • Milena Gabanelli, su Corsera del 30 dicembre, descrive un progetto possibile per l'immigrazione con protagonisti i Comuni, purché esista una piano pragmatico e a gestione pubblica che utilizzi ex-ospedali, caaeme e luoghi tolti alla mafia per convogliare i flussi. E vanno assunti docenti per corsi di lingua, formatori, medici, addetti professionalizzati.
  • Enrico Caporale, La Stampa del 28 dicembre, scrive sulla decisione del governo del Kenya di voler smantellare il grande campo profughi di Dadaab, la tendopoli dove vivono 276 mila profughi somali, fuggiti dal loro paese per siccità e per la guerra durata 25 anni.
  • Giovanna Faggionato In migranti, memoria corta dell'europa e dei politici, www.simofin.com, ricorda con lo storico Emilio Franzina le emigrazioni-immigrazioni del dopo guerra del 1945. In dieci anni l’ Europa vide espatriare oltre 15 milioni di persone. Nel 2010-15 gli Stati membri dell’Eu ne hanno accolti 2 milioni.
  • Enzo Friso in "La fame un problema che affligge il mondo", su Corriere delle Alpi, ricorda che L’11% della popolazione del globo non ha abbastanza cibo. La scarsa alimentazione uccide ogni anno 3,1 milioni di bambini sotto i cinque anni La maggior parte dei decessi per fame sono causati da malnutrizione cronica. I nuclei familiari semplicemente non riescono a ottenere cibo sufficiente. Questo a sua volta è dovuto all'estrema povertà.

Allegati

  • Noi e i migranti, piaga o opportunità? C.Ceronetti e D.Quirico La Stampa 27-12-16
  • Migranti,KenyaSmantelleremo il campo di Dadaab”_E.Caporale La Stampa
  • Migranti, memoria corta dell'Europa e dei politici_G.Faggionato su web
  • La fame un problema che affligge il mondo_E.Friso_Corriere delle Alpi
  • Profughi, tocca alla Ue_M.Gabanelli Corriere della Sera 30-12-16

 

 

Allegato:
noi_e_i_migranti_ceronetti_e_quirico_la_stampa.doc
migranti_linganno_del_kenya_caporale_stampa.doc
migranti_memoria_corta_faggionato.doc
la_fame_problema_che_affligge_il_mondo_friso.doc

2 commenti
  1. Florisa Fileri
    Florisa Fileri dice:

    Sono in sintonia con Quirico, anche se qualcosa di Ceronetti è convincente. Vorrei far notare a Quirico che non si può fare volontariato alla Caritas per salvarsi l’anima. Si può fare solo se l’anima è già salvata, al punto di mettersi dalla parte degli affamati e non degli affamatori. Circa 20 anni fa, in un congresso della CISL, lanciai un grido un po’ ribelle e un po’ spaventato: “Chi ci salverà dall’ira dei poveri?” Già allora ero preoccupata per gli effetti di un sistema economico avulso dalla realtà, che insegue solo la ricchezza di pochi e sfrutta tutti gli altri. E’ vero che i migranti ci rivelano quello che noi siamo: se non lo vogliamo capire le conseguenze per noi saranno tragiche.
    Florisa Fileri

    Rispondi
  2. armando michelizza
    armando michelizza dice:

    Immigrazione: E’ ora di scelte ragionevoli e lungimiranti per evitare la produzione di clandestinità, emarginazione e xenofobia

    Le migrazioni sono uno degli strumenti che hanno le persone per correggere gli squilibri economici e demografici e per cercare una vita degna per sé e per i propri figli. L’Italia è, da tempo, un Paese di immigrazione e lo sarà per decine di anni.
    Noi vorremmo che nessuno fosse costretto a migrare, e chi è costretto non dovesse rischiare la vita per sperare in una migliore. Ma le migrazioni continueranno perché continuano ad esistere le cause che le generano.

    Quelli che arrivano non sono troppi e non c’è nessuna invasione.
    Primo, perché compensano appena il calo demografico del nostro Paese; chi arriva è giovane e può utilmente riequilibrare il rapporto fra le fasce d’età dei residenti. Dovremmo chiederci chi curerebbe il patrimonio immobiliare, abitativo, agricolo, pastorale di un Paese che è sempre più vecchio, se non ci fosse l’immigrazione.
    Secondo, nel 2015 sono arrivati circa 160 mila persone, ma nello stesso anno 175 mila immigrati sono diventati cittadini italiani dimostrando, fra l’altro, una grande voglia e capacità di “integrazione”.

    Un sistema di accoglienza irragionevole e pericoloso
    Però l’attuale gestione del fenomeno migratorio non è ragionevole, perché rischia di generare xenofobia, scontri sociali, emarginazione o assistenzialismo. Soprattutto il tema dei dinieghi rischia di far scoppiare tutto nel giro di pochi mesi. E’ necessaria una profonda revisione del modello di accoglienza.
    Noi siamo convinti che, con scelte sagge, sia possibile ricavarne risorse e benessere per tutti.

    LA NOSTRA PROPOSTA
    Noi proponiamo la concessione generalizzata di un permesso di soggiorno di due anni all’arrivo in Italia.
    Nei due anni verranno esaminate le eventuali domande di asilo o di protezione umanitaria, ma soprattutto vigeranno gli obblighi di:
    – Frequenza di corsi di lingua italiana e di formazione professionale, per un impegno di almeno venti ore settimanali;
    – Partecipazione ad attività pratiche e formative su progetti organizzati e promossi dai comuni ospitanti riguardanti la tutela ambientale, la valorizzazione del territorio, i servizi alla persona, con l’obiettivo di favorire una formazione di cittadinanza attiva e responsabile. Attività che siano utili alla costruzione di buone relazioni con la comunità accogliente e per questo non saltuarie, ma costanti nel tempo.

    L’insieme delle due attività dovrà configurarsi come una forte proposta di accrescimento del capitale culturale, professionale, umano, a cui deve corrispondere un altrettante forte impegno da parte del migrante. Le risorse necessarie potranno essere quelle già impegnate oggi, ma in maniera più ponderata e inerente a tutte le voci dei capitolati.

    Al termine dei due anni:
    a) sarà riconosciuto il diritto al soggiorno di coloro che saranno riconosciuti Rifugiati o titolari di Protezione, come avviene già oggi;
    b) per tutti gli altri sarà valutato il percorso effettuato e valutata la capacità di autonomia e il grado di integrazione, al fine di ottenere un permesso di soggiorno per lavoro o per studio, anche ripristinando la positiva figura dello “sponsor” o garante del completamento del percorso di autonomia.
    c) occorrerà rinforzare la proposta di rimpatrio assistito per coloro che desiderano rimpatriare al termine dei due anni iniziali.

    L’attuazione di misure di questo tipo può:
    1) evidenziare le potenzialità positive della presenza dei migranti e quindi contrastare la xenofobia;
    2) evitare l’assistenzialismo, le speculazioni economiche e i fenomeni di accattonaggio;
    3) promuovere la crescita del capitale umano dei migranti, per poi impiegarlo in Italia o nei loro paesi;
    4) realizzare una vera cooperazione allo sviluppo: nessuno meglio di un migrante sa come aiutare chi è rimasto “al suo paese”;
    5) ridurre il fenomeno dei “dinieghi” e della relativa disperazione che questi generano nei migranti nella costruzione del loro futuro.
    L’Osservatorio Migranti di Ivrea
    armando.michelizza@alice.it
    Ivrea dicembre 2016

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