LO SPEZZATINO DELLA TORINO-LIONE – redazione – economia & politica – 11/7/11

La Fondazione Rota pubblica ogni un rapporto su temi torinesi e dell’area metropolitana. Questa’anno, il 21 maggio, in un seminario, ha presentato il XII rapporto su Torino “Legami che aiutano a crescere”. Un capitolo è dedicato alle infrastrutture ed ai trasporti con un approfondimento per i due corridoi europei (T-Ten) che interessano la pianura padana: il corridoio 5 da Est ad Ovest e quello 24 “dei due mari” che collega i porti di Genova e di Rotterdam . La Stampa allora, il 22 maggio, titolò l’articolo a commento con “ Torino-Lione strategica, ma rischia di entrare in funzione fuori tempo massimo" traendo spunto da quanto scritto nel Rapporto presentato. Il progetto preliminare della Torino-Lione, con la contraddittoria soluzione lowcost,  è stato trasformato in “spezzatino” che potrebbero non essere in grado di rispondere a quanto prevedono i ricercatori della Fondazione: “ dal 2020 da Lione le merci potrebbero essere instradate verso la Svizzera, fatte scendere dal Gottardo lungo il corridoio 24 fino all’area logistica di Novara e di qui a Milano..”.

Alla pagina 68 del XII Rapporto si legge È evidente, dunque, che tranne nel caso di un incremento fortissimo del traffico passeggeri, l’investimento della Torino-Lione dovrebbe essere giustificato soprattutto grazie al trasporto merci11. Da questo punto di vista, il vantaggio garantito da una nuova linea sarebbe rappresentato non tanto da una riduzione dei tempi di spostamento (perché, come si è detto, i treni merci non viaggeranno ad alta velocità), quanto da un aumento della capacità (ossia della quantità di merci trasportabili) rispetto alla linea esistente: cruciale diventa quindi la previsione dell’evoluzione del traffico merci nei prossimi decenni (scheda 2.2). La linea attuale è già oggi oggetto di lavori, iniziati nel 2002 e in prolungato ritardo (dovevano concludersi nel 2010, per rallentamenti sul lato francese il termine è stato posticipato a quest’anno), destinati ad aumentarne la capacità. Grazie a tali lavori, la linea esistente potrebbe assorbire la crescita del traffico merci prevista dall’Osservatorio, nella tratta da Avigliana al confine. Sarebbe invece destinata a saturarsi nella tratta tra Torino e Avigliana, su cui alla crescita del numero di treni merci andrebbe ad aggiungersi quella dei treni passeggeri locali per l’attivazione del Sistema ferroviario metropolitano (si veda il paragrafo 2.4). Soprattutto, una nuova linea è indispensabile per il nodo di Torino, dove per riservare il Passante al traffico passeggeri occorre realizzare una tratta di gronda (in parte sotto corso Marche) che aggiri a Nord la città e raccordi in corrispondenza di Settimo Torinese il traffico merci proveniente dalla Francia con la linea verso Milano. Questa gronda viene vista anche come l’occasione per rilanciare finalmente il centro intermodale Sito di Orbassano, che finora ha svolto ben poco la sua funzione di interscambio modale: solo il 3% delle merci in entrata, e quasi nulla di quelle in uscita, viaggia su treno, il resto tutto su TIR; lo scalo ferroviario è usato solo per il 10% della sua capacità (Assot, 2009 )”.

 

In allegato il capitolo “connettersi” del XII Rapporto Rota

 

Tutti i Rapporti della Fondazione Rota sono scaricabili dal sito www.eauvive.it

 

 

Allegato:
2_connettersi.pdf

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