LA NOTRA STRATEGIA SULL’AFRICA – G.Cucchi – profughi e migranti rifiutati ovunque? –

La nostra strategia sull’Africa di Giuseppe Cucchi, La Stampa, ben riassume i nodi  dell’immigrazione dell’Africa nera. Può essere utile a tutti i partiti, di governo e di opposizioni, forze sociali e sindacati che vogliono realmente contribuire alla soluzione di grandi problemi internazionali Ricorda la nostra avventure del passato coloniale in Somalia e Eritrea, quelle che ancora pesano politicamente e economicamente sull’Africa di Gran Bretagna, Francia, Portogallo. Prosegue citando il recente elogio del presidente della Commissione europea, Juncker, che ha sottolineato come per la vicenda immigrazione «l’Italia stia salvando l’onore dell’Europa». Indica in tre punti i principali problemi che caratterizzano il nostro orientamento e agire politico, ivi compreso il ruolo della Chiesa Cattolica e il nuovo corso di Papa Francesco. Il suo articolo si conclude con queste considerazioni.

L’Africa nera ha dimensioni tali da vanificare e rendere trascurabile qualsiasi sforzo che sia portato avanti su scala nazionale da una media potenza delle dimensioni dell’Italia. Ogni volta che essa è coinvolta in qualche problema i numeri assumono infatti immediatamente rilevanza biblica: la sola crisi della siccità nel Corno d’Africa rischia così di coinvolgere quest’anno circa venticinque milioni di persone!

Soltanto un gigante quindi può sperare di aiutare efficacemente un gigante e nel nostro caso questo gigante è facilmente identificabile con l’Unione Europea.

Noi lo abbiamo capito da tempo ed infatti è sin dall’inizio che abbiamo da un lato ricercato una gestione congiunta delle rotte dei migranti in Mediterraneo, mentre dall’altro abbiamo giocato una parte importante nel fare approvare a Bruxelles quel «migration compact» che dovrebbe contribuire ad avviare lo sviluppo all’origine .

Come abbiamo anche capito, grazie al disastroso esempio libico, cosa possa succedere allorché una o più forze estranee ad una area o ad un Paese cercano di imporre loro interessi economici, incuranti della delicatezza e della vulnerabilità del tessuto sociale su cui intervengono.

Sperando anche, in ogni caso, che ciò sia stato ben compreso anche dagli altri, in particolare da Francia e Regno Unito.

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Aggiungiamo la notizia, pubblicata su La Repubblica, il 4 maggio, a fondo della 14ma pagina, con il titolo “L’intesa Srraj-Hafatar: niente campi migranti in Libia” (vedi allegato) che contrasta con quanto è stato annunciato, alcune settimane prima, il 21 aprile “Campi in Libia per fermare i migranti” (vedi allegato) con un articolo, con titolo a tutta pagina, su La Stampa. E ciò evidenzia ancora più drammaticamente la dimensione mondiale del problema immigrazione, come sottolinea l’articolo “La crisi delle migrazioni è solo l’inizio della tragedia” di Jim Yong Kim, un medico statunitense di origine sudcoreana, presidente della Banca Mondiale. ( vedi articolo sulla home).

Per un'informa più completa aprire gli allegati

Allegato:
la_nostra_strategia_sullafrica_cucchi.doc
lintesa_serraj-haftar_sullunita_della_libia_4-5-17.doc
campi_profughi_in_libia_21-3-17.doc

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