IMMIGRAZIONE E POLITICA EUROPEA – F.Pastore – conseguenze del capovolgimento tedesco –
Ferruccio Pastore, direttore di Fieri, il Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull'Immigrazione, ha scritto un lungo articolo su “Immigrazione e politiche europee”, postato sul sito inglese Nupi. Così inizia. L'estate del 2015 potrebbe essere un momento chiave nella storia delle migrazioni verso l'Europa e l'integrazione europea. Vi è un aumento sia del flusso di migranti e rifugiati ,sia una diversificazione delle rotte utilizzate. In particolare, un aumento del transito attraverso il Mediterraneo orientale e dei Balcani occidentali. In secondo luogo, le reazioni e le risposte politiche, già molto dinamiche, sono entrate, in un cambiamento di fase frenetico, principalmente a causa della nuova posizione tedesca. Prosegue sintetizzando i seguenti punti:
- Il capovolgimento tedesco
- Dare il buon esempio
- L'impatto sui media è stato molto positivo per l'immagine della Germania
- Etica a parte, questo voltafaccia è il risultato di una strategia politica
- Lode e contraccolpo economico.
- Una divisione Est-Ovest?
- Un'Europa divisa in due?
Conclude con il capitolo “Più Europa per salvare l'Europa” con le seguenti considerazioni. Mentre ci sono importanti differenze tra di loro, i paesi dell'Europa centrale e orientale (CEE) sono generalmente inseriti in una fase iniziale (o embrione) di un possibile (ma incerta) transizione a diventare paesi di immigrazione. Se i mercati del lavoro degli otto Paesi CEE che hanno aderito all'UE nel 2004 e due (Romania e Bulgaria) che hanno aderito nel 2007 sono stati finora in grado di attrarre e mantenere un numero significativo di lavoratori migranti stranieri verso l'Unione, è improbabile che essi siano ora in grado di garantire un'integrazione economica stabile e soddisfacente per un grande contingente di rifugiati.
Per affrontare la minaccia di una divisione est-ovest e lo sviluppo di una futura politica europea più efficiente ed un equo di asilo, non dobbiamo dimenticare i rischi politici di una tale forma di tassazione solidarietà dall’alto, (cioè da Bruxelles e Berlino). Che piaccia o no (e all'autore di questo testo chiaramente non piace), l'istituzionalizzazione del ruolo dell'Unione europea come entità che impone i rifugiati potrebbe avere un peso significativo nelle mani di forze xenofobe e eurofobe. La possibilità, a determinate condizioni, di "scambio" di quote per evitare sanzioni economiche, proposta inclusa nelle ultime dichiarazioni della Commissione, potrebbe mitigare queste critiche, consentendo procedure certamente costose, caso per caso, a chi non accetta trasferimenti imposti dall'Unione.
In allegato il testo dell’articolo
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