Il Ponte prima del SSN
L’esecutivo nazionale della Cisl, all’unanimità, ha espresso un giudizio positivo sulla manovra (Legge di bilancio 2024) che equivale a una fiducia in bianco al governo di centrodestra per quanto riguarda le troppe cose importanti rinviate nel futuro! “ Giudizio articolato che si misura con molte e importanti luci e alcune ombre”, così inizia il documento pubblicato il 2 ottobre su Conquiste del Lavoro che commenta la scelta del centro-destra, con una grave perdita di memoria sulle principali richieste unitarie presentate nel corso dei tavoli governativi del cosiddetto dialogo, e dei recenti documenti della Cisl che specificavano le priorità sulla sanità e sul lavoro. I segretari che fanno parte dell’esecutivo nazionale con quali “occhiali” guardano alla realtà e alle priorità dei cittadini e dei lavoratori? Quando mai è stato detto che il Ponte di Messina fosse prioritario, ad esempio, rispetto al finanziamento della legge sulla non autosufficienza e al rifinanziamento del servizio sanitari nazionale? Il nostro giudizio è severamente critico verso un tale comportamento dell’Esecutivo Nazionale Cisl dove tra l’altro si legge <<..Positivo è anche lo stanziamento per il 2024 di prime risorse per l’avvio della cantierizzazione del Ponte sullo Stretto..>>.
Sul ponte di Messina pubblichiamo “Il ponte non è una priorità” di Aldo Celestino.
<< In Italia si prendono scorciatoie semplicistiche che ci portano fuori strada. Mentre sono necessarie soluzioni che richiedono un paziente studio e lungimiranti decisioni. Il resuscitato progetto del ponte è uno di questi argomenti.
Lo schema per unire le sponde calabresi e siciliane è quello di un ponte sospeso risalente al 2011, con un’unica campata lunga circa 3300 metri, 3600 metri contando le estremità a terra. Sarebbe il ponte più lungo al mondo a campata unica. L’impalcato largo 60,4 metri dovrebbe reggere raffiche di vento fino a 270 km/h. Previste sei corsie stradali, tre per senso di marcia comprese quelle di emergenza. E due binari ferroviari per un capacità stimata di 6.000 veicoli/ora e 200 treni/giorno.
LE CRITICITA’ le prendo da un esperto quale è Domenico Marino professore di politica economica all’universtà Mediterranea di Reggio Calabria,
1) – L’infrastruttura dovrebbe reggere l’urto di un sisma di 7,1 magnitudo della scala Richter. Nel 1908 il terremoto di Reggio fu di 7,2 e produsse 80.000 morti.
2) – I costi arrivano a quasi 15 miliardi, passati dai 4,6 miliardi del 2001, ma ad oggi non esistono coperture finanziarie;
3) – STABILITA’ Il ponte è oggetto a oscillazioni trasversali, a dilatazione termica, a movimenti indotti dal vento. Ciò rende problematico il passaggio dei treni, ma anche delle navi alte 75 metri mentre quando il ponte è scarico può farne transitare solo quelle alte fino a 70, senza contare il moto ondoso di 5-10 metri. Infatti in Giappone il ponte Akashi-Kaikyò è lungo circa la metà ed è stato precluso ai treni.
4) – l’ulteriore beffa sarebbe che la distanza tra Reggio e Messina aumenterebbe perché ne aumenta la distanza di 30km dall’ingresso del ponte.
5) – E’ vero che i traghetti impiegano molto tempo e sono inadeguati a caricare treni veloci. Infatti questi hanno lunghezza di 200 metri e vanno segmentati per potere entrare mentre i traghetti sono lunghi solo 140 metri. Ma c’è la soluzione: basta comprare nuovi traghetti lunghi 200 metri ed eliminare i tempi di segmentazione dei treni.
Si sostiene sia un’opera strategica per migliorare i trasporti tra Calabria e Sicilia. Spendendo meno dei 15 miliardi previsti si potrebbe rendere civili le strade e le ferrovie delle due regioni interessate. Oggi l’85% delle ferrovie in Sicilia è ancora a binario unico, il 69,9% in Calabria. Secondo il prof. Russo dell’Università di Reggio che senso ha un’opera faraonica mentre oggi i tempi di percorrenza da Ragusa a Trapani sono di 13 ore. Nel campo dei trasporti ben altre opere sono più necessarie. Quelle si utili ai cittadini anche nella logica della transizione ecologica, come la velocizzazione della Catania Siracusa, che costa 137 milioni, oggi ferma perché ne mancano ora 44, e la velocizzazione della Siracusa-Ragusa-Gela per la quale servono 200 milioni ma mancano i finanziamenti. Sarebbe fondamentale in Calabria la ferrovia veloce del tratto ionico da Taranto a Reggio Calabria e l’autostrada della statale 106, una strada che è famosa per i numerosi incidenti mortali. Ma è anche la carenza di servizi essenziali e le scarse opportunità di lavoro a favorire lo spopolamento delle due regioni spingendo molti giovani ad emigrare alla ricerca di un futuro migliore.
E’ grave che il segretario generale della CISL Luigi Sbarra, per giunta calabrese, sostenga questa opera tessendo le lodi di Matteo Salvini, definito “l’uomo del fare” e tacendo intorno ai gravi problemi che affliggono tutto il mezzogiorno. Da ultimo lo scippo di rilevanti risorse del PNRR destinate al Sud e dirottate al Nord.
In somma la bufala della necessità e strategicità del ponte sullo Stretto non sta in piedi. In un paese democratico sarebbe necessario chiedere ai cittadini calabresi e siciliani (no ai tanti boss locali), che in tutti questi anni non hanno mai chiesto quest’opera, che cosa ne pensano.
Articoli correlati pubblicati su questo sito. https://sindacalmente.org/content/priorita-al-ponte-o-ai-desalinatori/ – https://sindacalmente.org/content/torna-in-pista-il-ponte/ – In allegato l’articolo “I soldi degli appalti per il ponte delle illusioni” di Sergio Rizzo su L’Espresso del 3 novembre.
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