IL LAVORO EMANCIPA ANCORA? S.Antoniazzi – tra lavoro produttivo, di cura, non lavoro –

Il lavoro tra partecipazione e cura. Per due secoli il lavoro è stato al centro della vita economica, sociale e politica tanto dell’Occidente come del nostro paese (ne fa fede l’articolo 1 dellaCostituzione). Ma oggi quando si parla di lavoro, il discorso è ben diverso; i problemi di cui si discute sono la disoccupazione, il precariato, il lavoro nero, il lavoro sottopagato, il lavoro povero, sino a  nuove forme di sfruttamento. Questo aperto contrasto offre un’idea tanto immediata quanto impressionante delle imponenti trasformazioni intervenute, di quanto l’evolversi dell’economia, della tecnologia e dei movimenti mondiali hanno inciso profondamente sul lavoro.

Ma se il lavoro ha significato per grandi masse di lavoratori e per un lungo periodo di tempo, emancipazione, liberazione, prospettiva e speranza di un futuro primato nella società, tutto questo patrimonio ideale deve ritenersi definitivamente perduto? Il lavoro può avere ancora un carattere emancipativo? E se sì, come?

Si apre così una riflessione sul lavoro che purtroppo non ha avuto uno sviluppo adeguato, perché la caduta dell’importanza del lavoro ha trainato con sé anche la caduta degli studi sul problema.

Il punto d’avvio della riflessione non può che individuarsi nella concezione del lavoro che ha dominato la storia del movimento dei lavoratori sino ai nostri giorni; quella del “lavoro produttivo”. I lavoratori, gli operai (la classe operaia) sono importanti perché producono valore (la ricchezza) e a questo titolo, e solo per questo motivo, possono rivendicare di avere un ruolo primario nella società, perché da loro dipende il benessere collettivo. … per proseguire aprire l'allegato

• Il lavoro tra partecipazione e cura di Sandro Antoniazzi

Allegato:
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