Europa sindacale
Il Manifesto per l’Europa della Cisl è senza dubbio un bel documento ma al termine della sua lettura si ha l’impressione che sia stato scritto da un gloshwriter alquanto lontano dai problemi e dal dibattito, con molte opinioni,in atto tra i lavoratori in Italia come in Europa, soprattutto su grandi problemi come inflazione/carovita, pace/guerra, immigrazione e integrazione, servizi universali a partire dalla sanità e dalla scuola pubblica, società che invecchiano con sempre meno giovani. Il Manifesto abbonda di di auspici e di “si dovrebbe” per migliorare le relazioni istituzionali con le parti sociali ma nel contempo risulta avaro sia di proposte concrete (rivendicazioni) sia di opportune nuove forme di mobilitazione per costruire, in Italia come in Europa, una pressione sociale unitaria senza la quale anche le buone intenzioni fanno poca strada sul piano delle relazioni europee.
Il manifesto Cisl inizia con un forte richiamo <<L’Europa nasce dal sacrificio e dal duro lavoro di chi, all’indomani degli orrori della guerra, ha voluto dare al continente e al mondo un progetto di pace, democrazia, benessere e sviluppo diffusi.Di fronte alle immani trasformazioni in atto, dobbiamo ritrovare quella stessa motivazione per aprire una nuova fase costituente e completare il cammino verso un’Europa nuova,unita, integrata, dei popoli e del lavoro.Occorre uno scatto in avanti, un grande processo di riforma che promuova il modello sociale, i valori democratici, una governance sovranazionale in grado di valorizzare e tutelare gli interessi dei singoli Stati e di rispondere concretamente ai bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici, dei pensionati e delle pensionate, dei cittadini e degli immigrati….>. Il documento prosegue articolato in quattro punti: 1 – Realizzare una governance partecipata; 2- Rafforzare la dimensione sociale; 3 – Rendere equo il mercato interno; 4 – Creare un assetto decisionale comunitario, ma è del tutto privo di una riflessione critica sulla legislazione europea che si chiude e sul ruolo svolto dai sindacati. l testo completo lo trovate sul sito della Cisl e in allegato.
Ricordiamo che in occasione della consultazione elettorale europea del 2019 le Confederazioni sindacali italiane avevano presentato un appello unitario con la Confindustria. Al riguardo vedi in allegato l’articolo di Sergio Fabbrini su Il Sole del 14-9-2019. La Cisl non dedica neppure un rigo di commento! Come pure non esiste un bilancio sull’attività nell’arco della legislatura dei Comitati Aziendali Europei (C.A.E.) – un organismo rappresentante dei lavoratori, previsto dalla direttiva europea 94/45/CE – al fine dell’informazione e la consultazione transnazionale dei lavoratori nelle imprese e nei gruppi di dimensioni comunitarie. Eppure si avverte l’urgenza di un coordinamento e di una strategia sindacale unitaria con al centro i temi dell’occupazione, delle nuove tecnologie, della transizione ecologica, dell’immigrazione.
Per un progetto di pace con l’Europa protagonista – e non al traino della Nato a guida anglo-americana – è ancora attuale ispirarsi ai principi del Manifesto di Ventotene (1941) che spesso viene citato richiamando il titolo e gli autori, tralasciando i punti salienti di quell’analisi e di quelle proposte che potete leggere in allegato.
Sul ruolo dell’Europa Romano Prodi, su Il Messaggero, pubblica “L’Europa a due velocità:ora o mai” esprime un severo giudizio <<.. La politica della mediazione passiva non è più perseguibile in un mondo ormai diviso in blocchi tra di loro contrapposti, come risulta evidente dalla nostra assenza in tutti i tentativi di composizione della guerra di Ucraina e del conflitto tra Israele e Palestina..>>. Vedi il testo in allegato.
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