COME VALUTARE IL VOTO REGIONALE – redazione – politica – 26/3/10

Lunedì 29 sera, tutti avranno vinto? I commenti di “prima mano” dei leader politici saranno probabilmente dello stesso tono che da tempo siamo abituati a sorbirci: tutti avranno conseguito un risultato positivo, di certo nessuno dichiarera di aver perso. Proponiamo alcune riflessioni.

La precedente consultazione elettorale (2005) aveva assegnato 11 Regioni al centro-sinistra su 15. Il 28 e 29 marzo, due regioni (Abruzzo e Molise) non partecipano al voto. Quindi il dato di riferimento è quello di 11 regioni al centro-sinistra e due al centro destra ( Lombardia e Veneto).

Pochi mesi fa, per valutare il successo del centro-destra ( che avrebbe confermato il risultato del voto politico del 2008) l’asticella era stata posta ad un certo livello, sei le Regioni che dovevano essere “conquistate”, per chiudere con un 6 a 7, risultato che avrebbe consentito di conquistare la maggioranza nella Conferenza delle Regioni e di poter procedere alla sostituzione dell’attuale Presidente Ernani ( centro-sinistra) con un esponente del centro-destra.

Il vento è però cambiato e le previzioni si sono fatte incerte. Oggi, chi auspica un trascinamento della recente disfatta di Sarkozy scommette che il centra-destra conquisti “solo” due regioni, fermandosi al 4-9. Ci domandiamo, in questo caso sarebbe riconosciuto il risultato positivo per il centro-sinistra? Non lo crediamo perché esponenti del centro-destra hanno già messo le mani avanti affermando “..ogni Regione in più delle due, rispetto al quadro del 2005, rappresenterebbe un passo avanti, un risultato positivo”.

Più di altre volte, per la forte politicizzazione che il premier Berlusconi ha voluto dare a questa consultazione, il risultato elettorale si presterà a letture diverse. Tutti dichiareranno di non aver perso, anzi per qualche ragione vinto. Per avere una valutazione non faziosa sarebbe utile conteggiare anche i voti complessivamente ottenuti dai due schieramenti e confrontarli con quelli del 2005, e non solo il dato utilizzato per il commento immediato, il numero delle regioni “passate di mano”, quelle conquistate o perse. Si dovrebbe anche considerare il peso economico-sociale, il numero di elettori delle regioni “conquistate” all’avversario politico. Perdere o vincere in Piemonte o in Basilicata non ha lo stesso peso per la valutazione finale del voto sulle 13 regioni. E poi ci sono ben 463 Comuni al voto.

Quindici anni fa il centro-sinistra prevalse in 9 regioni su 15, aggiudicandosi solamente il 49,7 per cento dei votanti. Dieci anni fa la maggioranza fu conquistata dal centro destra, come numero di regioni e come maggioranza di votanti, il 53 per cento. Infine nel 2005 il centro-sinistra ottenne il 54 per cento dei votanti conquistando ben 11 regioni su 15.

Vedi allegato con il prospetto dei voti dal 1995 al 2005.

Per una valutazione non partigiana, per capire quale schieramnnto si è affermato servirebbe una metodologia diversa, definendo un indice di confronto che tenga conto dei voti e delle regioni conquistate. Su questo specifico argomento ha scritto Paolo Sospiro ‘, il 23-3-10, sul sito www.lavoce.info

 

 

Allegato:
Elezioni_aprile_1995.1269337760.pdf

1 commento
  1. noname
    noname dice:

    Hai fatto una analisi, molto apropriata e corretta, ma manca secondo me una critica alla sinistra che non è in grado di rinnovarsi, sempre gli stessi uomini e le stesse donne. Ci voglioni facce nuove, penso che se Vendola che ha vinto alla Regione Puglia: sarebbe il segretari del PD, potremmo sperare in una svolta molto positiva. Salvatore Caldarola

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