Come frenare il Covid
Corre nuovamente il Covid 19, lenti la prevenzione e il tracciamento
Dopo la fase sperimentale l’App Immuni è scaricabile gratuitamente, dal 15-6-2020, in tutta Italia. Perché allora, pur essendo gratuita, meno di 7 milioni di italiani, su 38 milioni di smarphone attivi hanno scaricato Immuni? Ora con i contagi che hanno ripreso a correre è stata lanciata una campagna promozionale, con in prima fila Il Foglio (vedi allegato), diffondendo il testo illustrativo postato su www.immuni.italia.it
I messaggi promozionali spiegano che Immuni serve per la prevenzione: se installata su proprio smarphone avvisa chi è stato a contatto con un contagiato, quindi sollecitandolo a prendere contatto con il medico di famiglia per attivare i necessari controlli. Controlli e cure precoci al momento sono gli interventi indispensabili in attesa di farmaci adeguati e del vaccino.
Perché allora solo meno di 7 milioni di italiani hanno scaricato Immuni? In Italia sono attivi circa 38 milioni i cellulari. Eppure siamo stati elogiati dalla Eu e dalla stampa internazionale per il nostro senso di responsabilità e di disciplina a seguire le norme basilari per contenere il contagio da Covid, che agisce velocemente con gli asintomatici.
Sono due, a nostro avviso, i freni a scaricare Immuni sui quali troppo poco ancora si discute e al momento non sono prospettati rimedi
Il primo – Immuni è scaricabile gratuitamente, così pure il sistema operativo che la supporta: nel caso di Iphone è Ios 13.5, installato o installabile solo su modelli successivi al 2015. Chi ha un modell antecedente deve cambiarlo per potere scaricare Ios 13.5 e quindi Immuni. Un IPhone 8 costa da 250 a 450 € a seconda della capacità (GigaByte). L’’ultimo modello IPhone 11 Pro costa da 1.180 a 1.600€.
Il secondo – L’App IMMUNI rispetta rigorosamente le norme europee sulla privacy (non identifica né l’account, né i dati anagrafici personali, né la localizzazione) ma non da neppure indicazioni e garanzie per l’intervento delle Asl per quanto concerne interventi tempestivi per controlli e per tamponi, per chi ha ricevuto la segnalazione di essere stato vicino ad un contagiato. Da il solo consiglio di rivolgersi al medico di famiglia.
Inoltre, si pone il problema di aver per ora escluso che l’avvertimento trasmesso da Immuni non pervenga anche al SSN con quanto consegue. Si tratta non tanto di prendere a riferimento il modello cinese dove il ruolo dello Stato prevale sull privacy individuale, ma da quanto hanno fatto con successo il Giappone e la Corea del Sud (paesi con Costituzioni e modelli economici non statalisti), che sono riusciti a metetre i “freni” al Coronavirus e non già ai sistemi di tracciamento e di prevenzione.
Le principali centrali sindacali confederali ( Cgil, Cisl, Uil) – in forza della loro rappresentanza di circa 12 milioni di associati – ben possono sensibilizzare l’opinione pubblica e premere sul Governo perché si rimuovano questi due freni, sia garantendo un bonus a chi scarica Immuni dopo aver acquistato uno smarphone adeguato, sia sollecitando l’operatività delle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) da mesi deliberate (D.L. 14/2020) per potenziare l’assistenza territoriale per evitare la saturazione degli ospedali, ma ancora largamente rimaste sulla carta. Per le USCA clicca su questo link
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