Fiduciosa attesa per Super Monti a guerreggiar. Caravanserraglio di qua e di là, una impietosa e inesorabilelegge fisica impone che anche in politica gli spazi lasciati vuoti vengano occupati da qualcun altro. Ed ecco arrivare il governo cosiddetto tecnico del professor Monti. I leghisti sono arrabbiati perchè è un uomo della banche. Ma anche Necker era un banchiere, plurilicenziato per aver proposto la riduzione delle spese della Casa del Re, le imposte ai privilegiati e l’alleggerimento del peso fiscale sui contadini. Ci farebbe comodo un “ministro patriota” come il ginevrino della Francia prerivoluzionaria..
Protestano per la sospensione della democrazia quanti solo l’altro ieri hanno linciato il premier Papandreou per il suo insano proposito di chiedere al popolo greco un referendum sulle misure fissate dalla BCE. E, per la presenza diretta nei ministeri di manager delle banche, protestano quanti hanno sempre difeso i loro patrimoni dalla “indiviasociale”, dall’”odio di classe” e dalla tassazione progressiva.
Sono sempre stati convinti che la mano invisibile del mercato aggiusterà tutto, o meglio che i ricchi debbono diventare sempre più ricchi e pagare sempre meno tasse perchè così possono far cadere verso il basso dal loro tavolo qualche goccia del reddito risparmiato e distribuire graziosamente un po’ di salute, istruzione e posti di lavoro.
Ma, o basta là, i signori in questione hanno fatto sgocciolare verso l’alto (cioè nelle loro tasche) il denaro risparmiato con la compressione dei salari…E le disuguaglianze sono cresciute a dismisura. L’iniqua distribuzione del reddito, cioè l’impoverimento dei lavoratori, è la causa prima delle crisi di sovrapproduzione, come si legge sui libri a proposito della crisi del ’29, ma l’esperienza è un pettine che la storia fornisce ai calvi.
Si sentono liberati quelli che stravedono per lo stile sobrio del professore che bandisce le barzellette e le ballerine del predecessore. Un po’ poco, specie perchè anche da questa parte del caravanserraglio non si perde occasione per dire che bisogna fare ciò che ci chiede l’Europa: elevare l’età pensionabile, incentivare l’occupazione con la facilitazione dei licenziamenti (come i lavoratori possano essere più agevolmente licenziabili e contemporaneamente lavorare fino a 67 anni, è dimostrabile come la transustanziazione), privatizzare il patrimonio pubblico, darci dentro con le infrastrutture (grandi opere come la Tav e lo stretto di Messina, o tante piccole opere per la rinaturalizzazione del territorio?), introdurre sgravi fiscali per le imprese e per il lavoro.
Tutto da vedere. Anzi, tutto da conquistare. Le lotte sociali non devono aspettare e devono sapere che le entrate vanno aumentate e le spese vanno diminuite. Prima o poi, bisognerà conquistare con moderazione e sobrietà non solo la fine dei privilegi dei parlamentari che sono un’offesa alle fatiche dei lavoratori (ma non è colpa dei parlamentari se ci sono le code per comprare l’ultimo modello di smartphone).
Bisognerà conquistare non solo l’abolizione delle province, ma anche la riduzione delle spese militari (20 miliardi per 135 cacciabombardieri, vedi “Famiglia cristiana” del 29 settembre scorso) e la riduzione delle colossali disparità di reddito. Lo stipendio o la pensione minima non dovrebbe scendere sotto i mille euro (trattabili). E lo stipendio o la pensione massima non dovrebbe essere più di cinque volte tanto (trattabile). Va bene?
Tutte le eccedenze possono diventare prestito forzoso fin quando basta per pagare i debiti. Mi sembra una proposta moderata e molto efficace ai fini del rastrellamento delle risorse necessarie.
Dovremmo farla senza rompere le vetrine. Berlusconi ne può fare a meno. Prima assicura di non aver mai detto di voler “staccare la spina”, ma poi dichiara che il governo durerà fino al 2013 se non farà la patrimoniale. Sempre molto educato, il linguaggio del ricatto è più prepotente di un black block. Un boia falso, nel senso letterale del termine.
Purtroppo, i “moderati” (?) oggi in fiduciosa attesa vengono bianchi al solo sentire questi ragionamenti al cospetto della realtà. Sono dei micidiali contaballe, interessati solo a tenerci docilmente addomesticati in un caravanserraglio tra i due in competizione, entrambi guidati da un pastore liberista.
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