Dissentiamo dalle scelte Cisl

Oltre 100 tra semplici iscritti ed ex dirigenti ai vari livelli di carica nella Cisl, hanno sottoscritto un appello contestando la linea tenuta dalla Cisl sulla Legge di bilancio 2025 e lo rilanciano agli organismi statutari e alle/agli iscritte/i. Tra i sottoscrittori: Savino Pezzotta già segretario generale Cisl, Sergio Berti e Giovanni Guerisoli, già segretari nazionali Cisl, Gianni Italia e Pierluigi Caprioli già segretari generali Fim Cisl nazionale, molti già segretari a livello territoriale, regionale e nazionale, componenti di direttivi ai vari livelli, in sostanza un pezzo della storia Cisl – di ieri e di oggi – che si interroga, esprime un dissenso e pone delle domande.

L’intervista di Savino Pezzotta a Radio Radicale pubblicata sul web di Il Fatto Quotidiano il 29 novembre https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/11/29/sciopero-cisl-pezzotta-contro-sbarra-errore-dissociarsi-cgil-cisl-governo-meloni-destra/7786260/

L’appello “Dissentiamo dalla scelta CISL e rivolgiamo un appello” richiama e persegue il fine di fare rivivere nella quotidianità lo storico principio della Cisl: ”Il sindacato sarà dei lavoratori o non sarà”, auspicando atti di democrazia diretta per scuotere l’anchilosata democrazia rappresentativa di tante deleghe senza ritorno

Dare la parola alla base, agli iscritti, ai lavoratori.

La maggior parte delle adesioni sono di sindacalisti in pensione, e ciò testimonia che tra i 36.841 dirigenti Cisl a pieno tempo e i 4.334 segretari ai vari livelli prevale quel “modus vivendi” da “chierici laici”, propensi al silenzio e alla genuflessione verso le gerarchie dell’organizzazione.

Il nostro appello inizia ricordando cheLa legge di bilancio 2025 in discussione al Parlamento è ben lontana dagli obiettivi qualificanti che la Cisl ha indicato nei suoi congressi, e ancor più di quanto sottolineano iscritti e lavoratori indicando la priorità di potenziare (prevenzione-cura-riabilitazione) il Servizio Sanitario Nazionale e il finanziamento della legge perla non autosufficienza, a fianco delle richieste per salvaguardare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione reale – quella del carrello della spesa è più alta di quella delle statistiche e dell’indice IPCA, che non tiene conto dell’inflazione importata, preso a riferimento per la contrattazione – e per sostenere le filiere produttive della manifattura per un’occupazione stabile….”

Si conclude così “...Sollecitiamo un franco confronto che coinvolga Rsu, Rsa, Rsl e iscritti. Oggi mancano le sedi e la volontà politica per farlo. Non desistiamo, il vento prima o poi, cambierà. Intanto prendiamo PAROLA. Se altri seguiranno si può immaginare un futuro dove le tessere sindacali non siano considerate, un numero da far pesare quando si definiscono gli organigrammi, ma soci con “un’anima, un volto e una voce”.

Questo appello è stato promosso a seguito di una discussione nell’ Associazione Prendere Parola presieduta da Savino Pezzotta.Le adesioni proseguono. Lascia un commento.

In allegato il testo completo con l’elenco dei 100 sottoscrittori e il comunicato inviato agli organi d’informazione.

3 commenti
  1. Luigi Cannarozzo
    Luigi Cannarozzo dice:

    Purtroppo, l’inizio della dirigenza Bonanni &C. ha segnato una lenta e inesorabile trasformazione culturale, dialettica e organizzativa della CISL!

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  2. Pierluigi Perinello
    Pierluigi Perinello dice:

    Non rinnoverò la tessera. Oggi, la mancata partecipazione allo sciopero rappresenta un grave vulnus alla vita dei lavoratori. La discesa verso una visione filogovernativa e antisociale non può essere condivisa

    Rispondi

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