Un sistema malato
Lunedì 17 maggio Report ha dedicato la seconda parte della puntata a “L’aspettativa” documentando con testimonianze il distorto utilizzo di una grande conquista sindacale contenuta nello Statuto dei Lavoratori: il distacco e l’aspettativa per incarichi negli organismi direttivi del sindacato. Sono stati presentati casi, compreso il distacco retribuito dall’Anas del segretario generale Cisl Luigi Sbarra, che sono in odore di reali truffe ai danni dell’Inps e dello Stato. Denuncie pubbliche che chiamano in causa la Guardia di Finanza e l’Inps, e i tanti dirigenti della Cisl che continuano a voltare la testa altrove. La redazione di http://www.il9marzo.it ha postato subito dopo la fine della puntata di report l’articolo che segue più avanti.
Con questo link potete riascoltare la puntata di Report, la parte relativa alle aspettative sindacali in Cisl inizia a punto 1h e 10 minuti https://www.raiplay.it/video/2021/05/Report—Puntata-del-17052021-c741f3be-c913-4dd1-b27d-e622ac696a46.html
#Sbarra, da Segretario #Cisl Calabria viene assunto in #Anas, lui dice è tutto pubblico. L’Anas dopo mesi di richieste e domanda di accesso agli atti, ha negato a #Report le carte sulla procedura di selezione a cui ha partecipato il sindacalista. Cosa c’è di tanto riservato?
La Cisl ha diffuso a proposito della puntata di Report il comunicato che potete leggere in allegato e con il link https://www.cisl.it/notizie/primo-piano/rai-da-report-ennesimo-grave-attacco-alla-cisl-ed-alle-liberta-sindacali-tuteleremo-limmagine-della-cisl-in-tutte-le-sedi-opportune/ mettendo l’accento che quanto mandato in onda è l’ennessiomo attacco alle libertà sindacali.
Ora parleranno gli avvocati. Come a dicembre? con questo link https://www.il9marzo.it/?p=8249 potete leggere il commento al comunicato Cisl.
In attesa che gli avvocati si parlino, a nostro avviso sarebbe meglio di no, i dirigenti sindacali della Cisl – come pure quelli di tutte le altre confederazioni – ben possono per un verso controllare se quanto ricordato sulla pagina facebook di Report (qui riprodotta) sia stato osservato oppure esistano casi – pochi o tanto che siano – per i quali è necessario in nome della trasparenza, e altri principi scusarsi, pubblicamente e voltare pagina; per l’altro sollecitare una “piccola” revisione sulle norme della privacy che consenta la trasparenza e l’accessabilità pubbica dei dati riguardanti curriculum, dati di assunzione e cessazione di rapporti di lavoro o di consulenza, redditi e pensioni o estratti inps per rapporti in essere, per tutti coloro che ricoprono incarichi elettivi pubblici e privati. Una “piccola” modifica di “grande” significato che modificherebbe un punto assai debole del costume italiano in politica e nelle organizzazioni di massa.
#Report #DaRivedere
“L’aspettativa” di Claudia Di Pasquale – L’aspettativa sindacale non retribuita è prevista e tutelata dall’articolo 31 dello Statuto dei lavoratori. È un importante diritto, che consente ai lavoratori chiamati a ricoprire un incarico sindacale di svolgere in piena autonomia e libertà il proprio mandato. Il decreto legislativo 564 del 1996, varato quando il ministro del Lavoro era Tiziano Treu, ha però specificato che l’aspettativa sindacale non retribuita può essere riconosciuta solo dopo “un periodo non inferiore a sei mesi”. Significa che il lavoratore può essere distaccato dopo almeno sei mesi di lavoro effettivo. L’Inps ha anche specificato che “la contribuzione figurativa non è riconosciuta a chi, non essendo dipendente dell’azienda al momento dell’incarico sindacale, è stato assunto successivamente, nel corso dello svolgimento del mandato o incarico per il quale è fatta richiesta”. Lo scopo è anche quello di evitare assunzioni fittizie, finalizzate solo a ottenere l’aspettativa sindacale non retribuita. In questo caso, infatti, i contributi previdenziali sono figurativi, cioè vengono accreditati dall’Inps che poi liquiderà la pensione. Ma l’obbligo dei sei mesi di lavoro viene sempre rispettato?
Così il9marzo.it commenta la puntata di Report – La seconda parte dell’inchiesta di Claudia Di Pasquale per Report sulla Cisl è stata più circoscritta ma, se possibile, ancor più devastante della prima: indirizzi fasulli di società dall’esistenza incerta, immigrati ignari usati come teste di legno per operazioni societarie dubbie, abuso del diritto all’aspettativa scaricando i costi sulla collettività, auto danneggiate e pneumatici bucati come avvertimento contro una donna da allontanare dall’organizzazione. E poi, come filo conduttore di tutta l’inchiesta, il rifiuto di tutti i dirigenti interpellati di dare qualsiasi risposta di fronte a queste evidenze, con il tono offeso di chi non ha nulla da dover spiegare. In tutto questo spettacolo triste, il ritratto del familismo della prima parte del servizio sembra quasi la cosa meno grave (certe debolezze della società calabrese non le ha inventate l’attuale segretario generale della Cisl; anche certamente non sarà lui ad aiutare il Mezzogiorno ad uscirne, visto che ne è un eccellente interprete ed un perpetuatore come esempio per le generazioni future).
Il problema, per usare la parola usata da Fausto Scandola che più passa il tempo e più appare nella sua esattezza, è il sistema: la Cisl oggi è un sistema malato. Non ha solo i problemi di involuzione burocratica che riguardano anche gli altri sindacati, non è solo caduta in mano a dirigenti mediocri che alimentano mediocrità a tutti i livelli, non ha fatto solo scelte organizzative discutibili o sbagliate. La Cisl è un sistema ammalato di protervia, egoismo, indifferenza alla giustizia e alla verità e di tutti i difetti che Report ha raccontato in due puntate (ma temiamo che ci sarà materiale per altre ancora).
Qui si è attivato un circolo vizioso, dal quale non si esce cambiando questo o quel dirigente, o inserendo più donne o più giovani (cosa che peraltro non si fanno neppure); ciò di cui c’è bisogno è una rigenerazione. E, prima ancora c’è bisogno di gente che creda al sindacato libero; libero perché funzionale alla tutela degli interessi rappresentati e non ad altro; libero perché capace di liberarsi delle malattie che lo affliggono.
Non sappiamo se questa rigenerazione potrà mai avvenire, e se dovrà passare da qualche catastrofe dell’esistente. Sappiamo però che se un giorno mai ci sarà, ci saranno alcune persone da ringraziare: Fausto Scandola, che aveva capito tutto e lo aveva spiegato con parole semplici e chiarissime; la “iena” Nadia Toffa, che gli aveva dato voce prima che morisse; e Claudia Di Pasquale che sta conducendo il lavoro più completo e dolorosamente quanto giustamente completo di racconto della verità dei fatti. La redazione di www.il9marzo.it
Vedere il servizio di Report e leggere il comunicato della CISL mi ha molto rattristato. Mi ha in particolare colpito l’atteggiamento dei dirigenti CISL chiamati in causa. La loro strafottenza di fronte alle legittime e non certo provocatorie domande dei giornalisti mi sembra inaccettabile, oltre che incomprensibile se non hanno nulla da nascondere. Ho lasciato molti anni fa la tessera della CISL con una lunga lettera che motivava le mie dimissioni e quindi, non essendo più un “socio” della CISL, non ho personalmente alcun diritto di chiedere “trasparenza” e coerenza ai suoi dirigenti.
Ci sono iscritti alla CISL disposti a prendere “carta e penna” per porre ai loro attuali dirigenti almeno alcune delle domande che ha posto Report ? Non chiedo ad attuali dirigenti CISL, di carattere simile a quello del manzoniano don Abbondio, di superare la paura di “perdere il posto” per chiedere chiarezza, ma lo faranno dirigenti in pensione come Pezzotta che il posto non lo rischiano ? Se questo avverrà, come auspico, chiedo loro il favore di rendere pubbliche le risposte che riceveranno in modo da poter meglio comprendere come stanno davvero le cose e contribuire ad un rilancio della credibilità del sindacato.
Credo che oggi più che mai sia importante raccogliere e pubblicare le testimonianze di militanza sindacale ai vari livelli di chi ha, come il sottoscritto, dedicato anni importanti della propria vita ad un sindacato che si conquistava ogni giorno la fiducia ed il sostegno dei lavoratori con la correttezza, l’altruismo ed il sacrificio dei propri iscritti, quadri e dirigenti Dobbiamo testimoniare che un sindacato simile è esistito per dare ai giovani la speranza che possa/debba esistere di nuovo.