Sindacati coraggiosi
Savino Pezzotta ha pubblicato sulla sua pagina Fb una nota di commento sulla presa di posizione dell’UAW “Il sindacato dell’Auto degli Usa lancia la richiesta del cessate il fuoco in Palestina e Israele“. Gianni Alioti, per anni responsabile delle relazioni internazionali della Fim-Cisl e della Cisl – ha pubblicato “ Il significato storico della lotta sindacale alla Tesla in Svezia”. Di seguito questi due importanti articoli che servono a fare riflettere, e risvegliare, gran parte del sindacato italiano..
IL SINDACATO DELL’AUTO DEGLI USA LANCIA LA RICHIESTA DEL CESSATE IL FUOCO IN PALESTINA E ISRAELE“. Savino Pezzotta 30-12-23 << Il sindacato dei dipendenti delle aziende automobilistiche statunitensi, la United Auto Workers, nei giorni scorsi ha approvato una risoluzione in cui chiedeva un cessate il fuoco in Palestina /Israele, diventando così il più grande sindacato nazionale a farlo e segnando un avanzamento sul terreno della pace della rappresentanza del lavoro e dando un fattivo contributo allo sviluppo di un grande movimento per la pace e la giustizia in Palestina e Israele.
Brandon Mancilla, direttore della United Auto Workers (UAW) Region 9A, che rappresenta 50.000 lavoratori attivi e pensionati all’interno della più grande UAW, ha annunciato pubblicamente la richiesta del sindacato per un cessate il fuoco in una conferenza stampa fuori dalla Casa Bianca dove organizzatori e attivisti hanno fatto uno sciopero della fame. L’UAW International si è unita all’appello per un cessate il fuoco. Chiedendo un cessate il fuoco immediato e permanente e come inizio per la costruzione di una comunità globale di solidarietà. Mancilla ha aggiunto :”Ci siamo opposti al fascismo nella seconda guerra mondiale, ci siamo opposti alla guerra del Vietnam, ci siamo opposti all’apartheid in Sudafrica e abbiamo mobilitato le risorse sindacali in quella lotta“. L’UAW International si è unita all’appello per un cessate il fuoco: ”Chiediamo un cessate il fuoco immediato e permanente e costruiamo una comunità globale di solidarietà”.
Alla richiesta dell’UAW si sono uniti altri sindacati statunitensi come: l’American Postal Workers Union, la United Electrical, Radio, and Machine Workers of America (UE), l’International Union of Painters and Allied Trades (IUPAT) oltre a una lunga lista di sindacati locali, tra cui il Chicago Teachers Union (CTU). Va inoltre tenere presente che l’UAW è appena uscita da uno storico sciopero contro le tre grandi case automobilistiche di Detroit, che ha attirato l’attenzione nazionale e internazionale per diverse settimane dove il sindacato è stato visto come un attore di primo piano nella lotta generale per la dignità e la giustizia per i lavoratori in tutti gli Stati Uniti. Quando poi lo sciopero è terminato e i membri dell’UAW hanno votato per accettare gli accordi con Ford, Stellantis e General Motors, il sindacato ha continuato a muoversi con azioni coraggiose. Una cosa che hanno fatto è stata suggerire ai sindacati di allineare i loro contratti in scadenza nel 2028, una mossa che, se realizzata, potrebbe fornire un livello di potere contrattuale senza precedenti. Di recente hanno anche annunciato una nuova campagna per organizzare 150.000 nuovi membri nei negozi non sindacalizzati.
Anche il presidente dell’UAW, Shawn Fain, ha twittato venerdì di essere “orgoglioso che l’Unione Internazionale UAW stia chiedendo un cessate il fuoco in Israele e Palestina”. Dall’opposizione al fascismo nella seconda guerra mondiale alla mobilitazione contro l’apartheid in Sudafrica , il sindacato UAW ha costantemente difeso la giustizia in tutto il mondo. Mancilla ha detto che la richiesta del cessate il fuoco è coerente con l’impegno che il sindacato americano dell’auto ha portato avanti nel corso degli anni: “Ci siamo opposti al fascismo nella seconda guerra mondiale, ci siamo opposti alla guerra del Vietnam, ci siamo opposti all’apartheid in Sudafrica e abbiamo mobilitato le risorse sindacali in quella lotta”.
Per illustrare questa iniziativa si è tenuta a Washington D.C. una conferenza stampa in cui erano presenti diversi leader sindacali e i membri dei sindacati di tutto il paese si erano presenti per sostenere la mobilitazione e uno sciopero della fame di cinque giorni fuori dalla Casa Bianca per chiedere un cessate il fuoco permanente.>>,
Sergio Alioti nell’articolo “Il significato storico della lotta sindacale alla Tesla in Svezia” con sottotitolo ” Questo conflitto va oltre la difesa dei diritti sindacali e dei lavoratori in una sola azienda, in un solo paese.
Così inizia < IF Metall ha affisso un grande striscione fuori dallo stabilimento Tesla di Segeltorp con un invito a firmare il contratto collettivo… Foto: Roger Turesson Per chi ha cuore il diritto fondamentale dei lavoratori alla contrattazione collettiva e lo stesso futuro del sindacalismo, l’esito del conflitto tra il sindacato svedese IF Metall ed Elon Musk sarà uno spartiacque storico . 1 Un buon motivo per tutti i sindacati autentici “di mollare le menate e di mettersi a lottare”a sostegno 2 della lotta dei lavoratori scandinavi. Meglio se unitariamente, su un minimo denominatore comune. Accantonando (almeno per il momento) differenze d’impostazione e di strategia sindacale. In gioco c’è il destino prossimo futuro, non solo in Svezia ma in tutto il mondo, del diritto di esistere come sindacati nei luoghi di lavoro. E non è questione di essere più o meno moderati o più o meno radicali, partecipativi o antagonisti, confederali o di base, autonomi o “cinghie di trasmissione”… Nell’immaginario di Elon Musk il sindacato in azienda (qualsiasi sindacato) non ha diritto di cittadinanza. Nella sua altezzosità antisindacale non c’è spazio per la contrattazione collettiva nella regolazione dei rapporti tra capitale e lavoro. Ma solo relazioni asimmetriche tra il management aziendale e l’individuo lavoratore.
Per questo il conflitto che coinvolge 130 lavoratori della Tesla in Svezia non riguarda solo loro e neppure solo il sindacato IF Metall. È una vera e propria resa dei conti, su scala globale, tra un’idea fermamente antisindacale e l’ideale sindacale. Ideale fortemente radicato nei paesi scandinavi, incentrato sulla contrattazione collettiva e la partecipazione dei lavoratori. Se la sprezzante politica antisindacale di Elon Musk è riuscita finora ad assicurarsi che nessuno dei lavoratori di Tesla, in nessuna parte del mondo, sia sindacalizzata, si stanno aprendo alcuni varchi. In Germania, due anni fa, gli allora 4 mila dipendenti dello stabilimento Tesla di Grünheide (Berlino Brandeburgo), diventati a fine 2023 circa 11 mila, hanno costituito il Consiglio Aziendale (Betriebsrat) eleggendo i primi 19 rappresentanti dei lavoratori….>> L’articolo che trovate in allegato prosegue con questi capitoli:
- Lo sciopero di Tesla in Svezia
- Il conflitto con Tesla valica i confini svedesi
- Dopo lo sciopero, investitori in pressing
- Nel frattempo in Germania…
- Aumenta la pressione su Tesla negli Usa
- La “guerra di classe” di Elon Musk contro i sindacati dei lavoratori è globale. Un valido motivo per agire globalmente
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