PAOLO SAVONA UN DOTTOR JEKYLL? – Il Piano B in 80 slyde – scenarieconomici.it e euroscettici –
Un caso in politica di dottor Jekyll e signor Hyde? Sì, è così per Paolo Savona per quanto scrive un commentatore politico di peso come Massimo Franco su Il Corriere della Sera (allegato). Il prof. Savona frequenta anche – pur essendo di tutt’altra idea – studiosi e politici che euroscettici o che teorizzano la fuoriuscita dell’Euro. L’editorialista di Corsera fa trasparire la doppia identità di Savona nel racconto-commento su ”.. 80 slyde di Savona, manuale per l’uscita dall’euro”. Opera, come altri autorevoli commentatori, un’oculata scelta delle citazioni, attribuendo quello studio al solo Paolo Savona, una ricostruzione che favorisce pensare a un dott Jekyll politico.
Contano di più gli interlocutori che s’incontrono anzichè le proprie idee manifestate? E’ un antico problema. Quelle 80 slyde sono in rete dal 2015, www.scenarieconomici.it, (un sito con più collaboratori certamente euroscettici e anche più in là!): una simulazione di Piano B elaborata da un gruppo di 13 studiosi di economia-politica, tra i quali Paolo Savona che “conoscendolo e condividendolo” – queste le sue parole in quel Seminario – l’ha riassunto in circa 7 minuti, dedicando prima circa altri 19 per illustrare il Piano A con dettagliate richieste per un’Unione Europea più forte, autorevole e giusta, non lesinando le critiche a destra e manca. (attivare il link sottostante per il video di youtube).
Molti commenbti e voci influenti sostengono che la sua collaborazione e la sua partecipazione a quello studio ne fanno un personaggio sospettabile, ambiguo, con doppia identità, quindi non attendibile quando lo stesso afferma di volere un’Europa più forte, più giusta, con un euro sostenuto da una vera banca (Bce) e un’unione bancaria e politica, polemizzando con fermezza, senza mezze parole, con chi ( in primis politici e banchieri tedeschi) si oppongono a questa idea di Europa. Idee di un’Europa diversa da oggi che hanno certamente pesato positivamente per definire il capitolo relativo (49) del programma contratto Lega-M5s. (vedi allegato)
Meglio sarebbe frequentare solo i propri amici con stesse idee? Meglio non conoscere i dati e i processi di un’uscita dall’Euro? Tutte le opinioni meritano attenzione e confronto. Poi si sceglie.
Per saperne di più attivare i link e aprire gli allegati
Video prof. Paolo Savona in occasione convegno 3.10.15 presso la Link Campus University: https://youtu.be/BB3dABxNIPk durata 26 minuti
https://scenarieconomici.it/precisazione-di-rinaldi-al-corriere/
Precisazione di Antonio Maria Rinaldi al Corriere della Sera
“Il Piano B che oggi il direttore del Corriere attribuisce al prof. Savona è una falsa notizia. In una sede accademica di discussione l’intervento del prof. Savona fu chiaro ed è a disposizione di chi volete consultarlo. Savona ha ripetuto che un paese ben governato debba avere un Piano B per ogni eventualità causata dall’interno o dall’esterno che danneggi il Paese e non chiese l’uscita dall’euro dell’Italia. La sua idea è ben nota e non può essere esposta a malevoli distorsioni: il mercato unico richiede una moneta unica, ma questa è mal costruita e gli accordi europei vanno riformati.”
Antonio Maria Rinaldi in un precedente comunicato di risposta all’Uffpost ha precisato“..Comunque ringraziamo chi ora, con ritardo, legge il nostro “Piano B” che fu un’elaborazione di: Antonio Maria Rinaldi, GPG Imperarice, Luca Mussati, Fabio Lugano, Maurizio Gustinicchi, Telesforo Boldrini, Giuseppe Palma, Marco Mori, Jean Sebastian, Luigi Pecchioli, in ordine perfettamente casuale. (vedi articolo che segue e link )
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Il Piano A e il Piano B – seminario del 2015, sede Link University –
Cari amici, ieri l’Huffington Post ci ha fatto l’onore di citare e riprendere il “Piano B per l’Italia” che, nel 2015 che presentammo alla Link University alla presenza di un folto pubblico. Certo avremmo preferito che si fossero resi conto all’ora del nostro lavoro, ma meglio tardi che mai.
Il Professor Paolo Savona ci onorò con una sua introduzione in cui si concentrò sul “Piano A”, cioè sui passi necessari per rendere l’Euro una moneta veramente comune ed unitaria europea, perchè, è evidente a tutti coloro dotati di occhi e di un minimo di autonomia intellettuale, che, così come è, l’Euro non funziona e non solo per l’Italia, ma per tutti. Basta leggere ciò che, con abbondanza di dati, scriviamo da anni nel nostro sito per capirlo.
Inoltre il “Piano B”, elaborazione accademica di un team ampio costituito dagli autori di S.E. che citerò alla fine, non era mai stato concepito come una strada da percorrere, ma come un piano di emergenza a fronte di eventi monetari improvvisi e di rottura. Una sorta di “Lancia di salvataggio” o di “Uscita d’emergenza” economica che viene progettata non per un suo normale utilizzo, ma per far fronte ad eventi imprevedibili ed indesiderati che, comunque, potrebbero accadere non per nostra volontà.
Ci appariva impensabile che nessuno, in una costruzione fragile, ancora scossa dal culmine della crisi greca, avesse predisposto un percorso teso a salvaguardare la nostra struttura economico – finanziaria, anche perchè era noto che altri paesi stavano facendo simili preparativi (ad esempio da Bloomberg o da Reuters ) e non ci appariva prudente che nessuno stesse prendendo le stesse precauzioni.
Si trattava però solo di una elaborazione intellettuale ed accademica, uno studio teorico che voleva essere di stimolo ad un percorso di studio più ampio che, tra l’altro, si svolse alla Link University cioè nel luogo dove in genere vengono affrontati problemi del genere: nelle Università!
Il piano B era un lavoro puramente accademico in cui si cercava di far fronte ad un’eventuale emergenza che poteva vedere l’Italia come soggetto passivo, non attivo, della rottura. Quando i problemi di una valuta sono noti, direi lampanti, non è un problema di chi provocherà la rottura, ma solo di quando questa avverrà, tanto più che ci sono altri paesi, oltre l’Italia, che potrebbero condurre ad Eurobreak .
Comunque oggi ci sentiamo dei precursori in ottima compagnia, dato che, come riportato poco più di un mese fa dal Welt, i principali Think Tank tedeschi stanno preparando un piano simile con l’appoggio di Berlino, mentre a Roma il problema è dir si o no ad uno studioso indipendente.
Tra l’altro a seguito della presentazione vi fu un dibattito politico a cui presero parte esponenti di tutte le parti politiche, con Stefano Fassina del PD, Claudio Borghi della Lega, Giorgio Sorial del M5s, Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, Marco Zanni, Francesco Storace, Sebastiano Barbanti, Marco Valli, e tutti concordarono che, senza le adeguate correzioni, la rottura dell’euro sarebbe stata inevitabile ed il piano una misura tecnica necessaria.
Comunque ringraziamo chi ora, con ritardo, legge il nostro “Piano B” che fu un’elaborazione di: Antonio Maria Rinaldi, GPG Imperarice, Luca Mussati, Fabio Lugano, Maurizio Gustinicchi, Telesforo Boldrini, Giuseppe Palma, Marco Mori, Jean Sebastian, Luigi Pecchioli, in ordine perfettamente casuale. Così, tanto per completezza…
Allegato:
il_piano_b_di_savona_franco_corsera.doc
la_risposta_di_paolo_savona_28-5-18.doc
piano_b_prima_parte_2015.doc
piano_b_seconda_parte_2015.doc
piano_b_conclusioni_2015.doc
comunicato_savona_prima_del_no_di_mattarella.doc
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