Nubi scure sulla Cisl

La Cisl cosa è diventata sul piano associativo? Il 9marzo.it scrive, e noi concordiamo, che «la Cisl non è più quella “cosa” che prometteva il suo nome, una confederazione di sindacati di lavoratori. Un nome, anche se ce lo siamo dimenticati, che era da leggere al contrario: prima ci sono le persone che lavorano, queste si associano nei sindacati, i sindacati si associano nella confederazione. Ma solo le persone danno senso a tutta la costruzione. Questo vuol dire sindacato associazione…» . I tre post che riprendiamo da quel sito certificano ben altro!

1 – Le organizzazioni non perdono mai

il9marzo.it 28 Novembre 2025 https://www.il9marzo.it/?p=10861

Le organizzazioni non perdono il sonno. Le organizzazioni non si stressano. Le organizzazioni non si ammalano, non si consumano nell’attesa di una notizia, non si chiedono ad ogni passo perché devo fare quello che sto facendo, se avrò il tempo e le forze e le risorse che servono per farlo. Lo fanno e basta, perché sono organizzate apposta per farlo. Ecco perché le organizzazioni contro le persone vincono sempre. Le persone sono reali, quindi sono fragili, le organizzazioni sono creazioni artificiali e sono forti. Sono forti perché sono cose.

Nubi scure su fatti foschi e inquietanti in casa Cisl….

Francesco Lauria, sul quale tutte le opinioni sono lecite (ma qui saranno pubblicate solo quelle rispettose della persona e delle regole della buona educazione), ha provato a fare dall’interno la battaglia di una persona contro “la Cosa” che è diventata la Cisl. Che non è più quella cosa che prometteva il suo nome, una confederazione di sindacati di lavoratori. Un nome, anche se ce lo siamo dimenticati, che era da leggere al contrario: prima ci sono le persone che lavorano, queste si associano nei sindacati, i sindacati si associano nella confederazione. Ma solo le persone danno senso a tutta la costruzione. Questo vuol dire sindacato associazione.

Quando non è così, del sindacato associazione resta il nome (che qualcuno a Via Po 21 aveva definito, con notevole sincerità, il “brand”. Cioè il nome di qualcosa da vendere per farci i soldi). E resta l’organizzazione fine a se stessa. Che vince sempre contro le persone.

La battaglia all’interno è finita. Con le dimissioni da socio di Francesco, la Cosa ha vinto. Fuori è un’altra storia, e tutto può succedere (ma è nella logica della Cosa stringersi verso l’esterno anche più forte che all’interno).

Nessuna sorpresa è arrivata, nessuna sorpresa era possibile. Ora resta una domanda: ma ve l’immaginate Franco Marini (ma anche gente molto meno sveglia di lui) che spreca il prestigio da segretario generale in una vertenza con un dipendente? Uno scontro al termine del quale l’organizzazione vince, perché può solo vincere, ma non ci ha guadagnato nulla, se non l’immagine pubblica di “un sindacato che licenzia” (e non per la prima volta)?

Ma la verità è che le organizzazioni vincono sempre perché sono forti, sì, perché sono cose, sì, ma anche perché sono stupide. E sanno solo vincere anche quando con un pareggio otterrebbero molto di più. Qualsiasi sindacalista, anche mediocre ma autentico, sa che vincere non serve a niente, serve il risultato che ottieni. E se sei intelligente, o anche solo furbo, lasci agli altri il prestigio della vittoria e tu porti a casa tutto il resto.

Nella vicenda Lauria l’unico risultato ottenuto dalla Cisl è di aver dimostrato che “la Cosa” ha preso il posto dell’associazione e delle persone. Quelle che perdono, ma che sono l’unica ragione per cui un sindacato ha diritto di esistere. E che se si uniscono in un’organizzazione che non si riduca a “cosa” possono essere fortissime. il9marzo.it  

2 – A cosa servono i lodi *

Grazia La Terza 18 Novembre 2025 19 Commenti https://www.il9marzo.it/?p=10846

Il sistema dei probiviri, una forma di giustizia domestica tipica della Cisl ma diffusa anche in altre organizzazioni, non si è fatto una grande fama. E non è che lo diciamo noi de il9marzo.it, lo dicono i giuristi che se ne sono occupati. Non è facile, infatti, che chi giudica possa essere veramente al di sopra delle parti soprattutto quando fra le parti in causa ci sono dei dirigenti dell’organizzazione che ha deciso la nomina del collegio.

Questo non vuol dire che i ricorsi, e i lodi che li decidono, siano sempre inutili. Perché il diritto è anche un gioco che ha le sue regole, e anche chi le volesse maneggiare a scopi diversi da quello della giustizia non può fare proprio tutto quel che gli pare.

Ad esempio, Francesco Lauria. Che ha fatto un ricorso contro tre persone ed ha ottenuto di sapere almeno (a questo link trovate le sue valutazioni, non molto sintetiche) che una di queste parla in rappresentanza della Cisl, anche in organi di enti previdenziali, anche rispetto al personale, senza essere iscritto ad alcuna categoria.

Quindi per la Cisl, a differenza della Cgil, il sindacato rappresenta i proprio iscritti; ma la cosa non è reciproca, e i non iscritti possono rappresentare il sindacato. Il che sarà anche legittimo, ma non è logico.

Ma di logico, ormai, c’è molto poco. Grazia La Terza per il9marzo.it

3 – … e volevano pure i soldi!

il9marzo.it  21 Novembre 2025    15 Commenti https://www.il9marzo.it/?p=10850

Nessun risarcimento alla Filca Cisl, scrivono i giornali**, è stato riconosciuto dal giudice che ha emesso le condanne per l’infiltrazione della ‘ndrangheta nella federazione di Torino (salvo le spese legali). In attesa delle motivazioni, c’è quindi da credere che sia stata recepita l’impostazione della Procura della Repubblica, secondo cui l’organizzazione sindacale che aveva provato a costituirsi parte civile non è stata vittima del reato ma anzi era consapevole, nelle persone di alcuni suoi dirigenti, che il segretario organizzativo della Filca di Torino faceva gli iscritti grazie ad accordi con la criminalità organizzata (e aiutava le imprese amiche di questa invece di rappresentarne i lavoratori). E siccome la differenza fra la pena inflitta a lui e quella al boss nella stessa sentenza non è molta, c’è da ritenere che quello che fino all’arresto era il segretario organizzativo della Filca di Torino sia stato considerato non solo contiguo ma addirittura organico all’organizzazione.

In attesa di leggere le motivazioni, ripassiamo cosa ha sostenuto la pubblica accusa, visto che la sentenza sembra averne recepito le conclusioni.

Quello che era, fino all’arresto, responsabile organizzativo della Filca di Torino (uno che era stato appena promosso nell’incarico alla presenza di importanti dirigenti della Federazione, mentre il segretario territoriale è stato poi promosso a regionale, sempre alla presenza) secondo l’accusa, “intratteneva relazioni nell’interesse della cosca e garantiva gli interessi di imprenditori edili, titolari di imprese colpite da provvedimenti antimafia”. E la Filca era beneficiaria della sua “capacità di tesserare lavoratori, in particolare tra le imprese riconducibili a soggetti di origine calabrese, garantita dalla contiguità dello stesso Ceravolo all’ambiente ‘ndranghetistico, circostanza di cui il segretario nazionale e quello provinciale appaiono consapevoli”.

Quindi abbiamo una persona di cui erano noti i rapporti con esponenti della ‘ndrangheta (e che nella sentenza potrebbe risultare essere stato qualcosa più che in rapporti) che fa carriera nella Filca, fino ad essere responsabile organizzativo di un’importante federazione territoriale (l’incarico più importante nella gestione della struttura) grazie a rapporti di cui erano “consapevoli” alcuni esponenti della sua dirigenza, a livello locale e nazionale.

Siccome poi, dopo l’arresto del segretario organizzativo della Filca di Torino, c’è stato chi, a livello nazionale e locale, ha fatto ulteriormente carriera, e siccome è andato a vuoto il tentativo di passare come vittime del reato, c’è da capire se qualcuno tirerà le conseguenze di questa situazione. E se sarà fatta una verifica sul comportamento di questi “consapevoli” nelle situazioni che hanno gestito, in Piemonte e altrove. O se Via Po 21 continuerà con le farse dei codici etici usati per colpire qualcuno non in regola con gli scontrini del parcheggio dell’auto mentre c’è chi è stato considerato responsabile della presenza della ‘ndrangheta nell’organizzazione e non risponde di nulla.

E c’è da capire se la Filca, che fece di tutto per far commissariare la Fai dopo il voto dell’Ergife, non sopporterà alcuna conseguenza, né locale né nazionale, per la responsabilità politica di aver fatto accostare il nome della Cisl alla ‘ndrangheta.

Per ora, a Via Po 21, hanno altro da fare: ieri la segretaria generale era al Cnel, seduta accato al carissimo presidente, a parlare di responsabilità (e magari di moderazione salariale…). il9marzo.it

Ndr * – Francesco Lauria in https://fiesolebarbiana.blogspot.com/2025/12/il-grimaldello-di-ganga-la-cisl-i.html – postato dopo l’articolo A cosa swervono i lodi informa che «… Ricordo che già tre dirigenti importanti sono risultati NON ISCRITTI a guito dei procedimenti da me intentati: Andrea Benvenuti, Danilo Battista, Roberta Roncone.(…) Ricordo inoltre che, a seguito del mio ricorso sulla mancata pubblicazione delle retribuzioni dei dirigenti (violazione del Codice Etico Cisl), non solo la segreteria confederale, ma tutte le segreterie territoriali e categoriali hanno dovuto ricorrere o stanno correndo frettolosamente ai ripari…».

Ndr ** – Dopo 12 giorni dalla sentenza l’avvocato Cesare Placanica invia una lettera alla redazione del Corriere della Sera per dire che la notizia del mancato risarcimento è errata (vedi allegato) in quanto l’entità della provvisionale per la Filca e la Cisl territoriale potrà essere definita in sede civile. E’ così? Ma in sede penale il Giudice ha definito l’entità sia per il Comune di Torino che di Carmagnola, ma non per il sindacato torinese. Come mai?

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