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MEGLIO L’APPRENDISTATO – formazione & lavoro – testo decreto e commenti –

Per quanto riguarda l'occupazione dei giovani si assiste ad un strano dibattito su una doppia domanda " in stile Catalano". Così: meglio un contratto a termine rinnovabile fino a 36 mesi? Meglio un contratto a tempo indeterminato a garanzie crescenti? Nel primo caso le garanzie ci sono fin da subito ma hanno un temine, nel secondo caso all'inizio non ci sarebbero ( nè salariali né art.18) e quindi il contratto potrebbe cessare da un momento all'altro senza nulla eccepire. Non pochi studiosi, politici e sindacalisti, hanno sostenuto fino a poco tempo fa che lo strumento più efficace per avviare al lavoro i giovani è l'apprendistato seguendo i capisaldi della nuova Legge Fornero e dei relativi accordi con le Regioni.

L'apprendistato è un'alternativa ben più solida e efficace di quelle implicite nelle due ipotesi "alla catalano" sopra richiamate. E' importante riportare al centro del dibattito, compreso quello Parlamentare per la conversione del decreto in Legge, l'apprendistato con piani veri di formazione.

L’editoriale “Il contratto unico? Meglio l’apprendistato” di Tiraboschi-Riccardi pubblicato su L’Avvenire del 26 febbraio deve essere ripreso, soprattutto ora che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto con le modifiche per il contratto a termine, quello di somministrazione e per l’apprendistato.

L’articolo ricorda i dati sull’apprendistato in Italia  e in Germania dove “ l’apprendistato e il sistema duale di alternanza tra scuola e lavoro sono particolarmente diffusi, il livello di disoccupazione giovanile è inferiore all’8% “. Bisogna interrogarsi seriamente – rimarcano i due editorialisti – sulle cause che ancora oggi, dopo due importanti riforme,  ne limitano il ricorso da parte delle imprese ad appena il 3% delle assunzioni. Può essere che, in taluni casi l’applicazione pratica dell’apprendistato sia frenata da un eccesso di formalismo e di burocrazia, come denunciano alcune associazioni datoriali. Soprattutto, però, l’apprendistato ancora non funziona perché manca un sistema di integrazione scuola-lavoro entro cui collocarlo.

L’editoriale (vedi allegato) termina con questi due periodi “ Sullo sfondo pesa poi il pregiudizio sulla valenza formativa del lavoro e l’eccesso di attenzione ai profili formali e contrattuali, quando invece l’apprendistato è una esaltazione del profilo soggettivo del lavoro e cioè la relazione tra un giovane e un adulto che lo introduce ai segreti del suo mestiere. Impossibile avere apprendisti se il sistema produttivo e la società in generale non sono più dotate di "maestri" e di robusti percorsi di orientamento nelle scelte educative e professionali.

Il contratto unico è un ottimo slogan, ma alla prova dei fatti potrebbe rivelarsi come l’ennesima falsa risposta al dramma di una generazione oggi senza futuro, anche a causa della crisi dell’intero sistema educativo. Una generazione di giovani alla quale va invece restituito l’orgoglio del fare, di crescere come persone lavorando, assieme alla certezza che lo studio e l’impegno sono l’unica garanzia di un’occupazione che non dipende da leggi e incentivi, ma prima di tutto da competenze professionali spendibili sul mercato del lavoro”.

Per comprendere nei dettagli le modifiche (soprattutto quelle che aggravano il precariato e minano l’apprendistato depotenziando la formazione per la quale non è neppure più richiesto un piano formativo scritto) consigliamo di attivare il link

http://sindacalmente.org/wp-content/uploads/attachments/Dlvo%20368-01_DecretoLegge34-2014.pdf

Il centro di Dottrina del Lavoro di Modena che ha aggiornato il Decreto Legislativo 6 settembre 2001, n. 368 "Attuazione della direttiva 1999/70/CE relativa all'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato concluso dall'UNICE, dal CEEP e dal CES" pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 235 del 9 ottobre 2001, evidenziando e citando le modifiche apportate da successive 10 provvedimenti legislativi e da una sentenza della Consulta.

  • Segnaliamo l’articolo “Contratti a termine, ora meno cause” di Pogliotti-Tucci su Il Sole del 19 nel quale si sottolinea il vantaggio che le nuove norme apporteranno con un drastico calo del contenzioso.
  • Gaetano Quadrelli, ufficio Vertenze Cisl di Torino, prende spunto da quanto scritto da Pogliotti-Turci per sottolineare che il decreto governativo più che determinare crescita occupazionale allargherà l’area della precarietà mettendo la museruola al contenzioso vertenziale, ora unica forma di contrasto sindacale.
  • Infine articoli su Il Sole del 23-3-14 specificano come cambia il lavoro determinato nel privato e nella PA

Allegato:
meglio_lapprendistato_del_contratto_unico_tiraboschi-riccardi.doc
ora_meno_cause_pogliotti-tucci_il_sole.pdf
la_flessibilita_forse_crea_occupazione_se_quadrelli.doc
come_cambia_il_tempo_determinato_il_sole_22-3-14.pdf

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