LE ILLUSIONI CON GHEDDAFI – Toni Ferigo – globalmondo 24/2/11

I leader europei hanno venduto l’anima al colonnello Gheddafi per molto poco e il declino inesorabile di quest’ultimo mette a nudo la dipendenza dell’Europa nei confronti della Libia e le illusioni che la "Guida" é riuscito a mantenere per attrarre nella sua tenda leader desiderosi di firmare contratti lucrativi con lui.

La dipendenza dell’Europa è mostrata in modo particolare se si guarda il nostro paese.

La chiusura del gasdotto Greenstream, che collega Mellitah (Libia) a Gela (Sicilia), priva l’Italia del 1 0% delle sue forniture di gas. Le riserve Possono, teoricamente ,permettere un "sonno tranquillo" ,come dichiarato dal Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani.

 

In caso contrario la situazione sarebbe grave se si sospendesse l’approvvigionamento di

petrolio libico (23% fabbisogno italiano). L’ENI , il più grande produttore straniero in Libia, con 240.000 barili / giorno, ha iniziato a rimpatriare i suoi dipendenti "non operativi".

 

L’Italia è legata a Tripoli anche attraverso la partecipazione a capitali libici nel settore bancario (Unicredit), aerospaziale e ferroviario (Finmeccanica), costruzioni (Impregilo) , calcio (Juventus) .

 

Ma non solo l’Italia l’intera ‘Unione europea ha nutrito illusioni sulla Eldorado sud del Mediterraneo. Il deficit commerciale di 27 paesi UE nei confronti della Libia, che in media arriva a 14 Miliardi di Euro l’anno non è stato modificato dai magnifici contratti firmati con Gheddafi , chiudendo gli occhi su palesi violazioni di diritti umani e…magari baciandoli la mano.

 

Nel 2007, Nicolas Sarkozy non ha baciato mani ma ha annunciato con ostentata fierezza di aver ricevuto ordini per 10 miliardi di euro. Tre anni più tardi, i 14 aerei da combattimento Rafale, le centrali nucleari e i missili Milan restano miraggi.

 

Perché la fede in questi sogni? "Il colonnello Gheddafi ha una danza del ventre assai seduttiva, commenta Luis Martinez, un ricercatore del CERI, Sciences Politiche e autore del libro " Paradosso libico "(Hurst and Company, 2007) . Prima finanzia società di consulenza per vantare le potenzialità petrolifere del suo paese. Dopo inonda il mercato di pubblicità, facendo intravedere treni richiamo, impianti di desalinizzazione, aerei da combattimento, ecc. che è propenso ad acquistare ".

  

"Basta far girare la testa" continua Martinez “ basta rivedere le note entusiaste delle missioni economiche a Tripoli nel 2004! ( e le esclamazioni della Sig.ra Marcegaglia in occasione della recente visita di Gheddafi a Roma ) Nonostante gli avvertimenti nostri leader hanno dimenticato i loro valori in cambio di contratti e non esitano a entrare nella tenda di Gheddafi. Francesi e italiani in testa, ma non solo!.

 

Non c’è da stupirsi che il colonnello pensi che lo sosterranno ancora. C’è voluto l’intervento del Governo USA per costringere berlusconi a fare una telefonata… naturalmente ricordando alla pancia della gente che c’è il pericolo islamico.

 

La Commissione europea da una spiegazione più tecnica: i libici hanno grandi difficoltà nel portare a termine i loro progetti, perché sono handicappati, da "un sottosviluppo del settore finanziario, da infrastrutture inadeguate, da una amministrazione inefficiente e la mancanza di personale addestrato "Ma allora dove vanno a finire i soldi della "manna petrolifera?".

Per rispondere a questa domanda occorre esaminare più a fondo la società libica. Le sue contraddizioni e mancanza di reali istituzioni statuali. E’ forse questa la preoccupazione più forte. Altro che fondamentalismo !

 

 

 

 

 

 

 
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