La (ri)scoperta dell’America
Sul sito www.apiceuropa.eu di Franco Chitollina si legge «Le destre ed estreme destre europee, comprese quelle italiane, troveranno nel documento USA preziosi spunti per un programma aggiornato delle loro politiche, come già rivelano le loro dichiarazioni, singolarmente allineate con quelle di Putin, che a sua volta giudica la strategia degli USA in linea con la visione di Mosca, innescando una proprietà transitiva tra USA, Russia e destre europee che dovrebbe far riflettere e smascherare le persistenti ambiguità sul tema. A loro volta le Istituzioni europee avranno l’occasione di svegliarsi dal loro lungo letargo e decidere se progredire verso una sovranità condivisa o declinare nella palude delle sovranità nazionali: a volta anche gli insulti possono far bene a chi non avesse ancora scoperto l’America.» vedi allegato e link https://www.apiceuropa.com/europa-alla-scoperta-dellamerica/

Il testo dell’ultima National Security Strategy (Strategia di Sicurezza Nazionale) degli Stati Uniti, relativa all’amministrazione Trump, è stato diffuso pubblicamente il 4 dicembre 2025. Il documento, intitolato “National Security Strategy of the United States of America”, è stato pubblicato dalla Casa Bianca senza particolari annunci. È disponibile per la consultazione sul sito ufficiale in lingua originale, come 2025-National-Security-Strategy.pdf. In precedenza, l’amministrazione Biden aveva pubblicato la sua National Security Strategy il 12 ottobre 2022. Per articoli di commento, per maggior informazione un clic qui https://www.dw.com/en/us-europe-relations/t-71768586
***********************************************************
Carlo Rognoni in “L’America di un tempo non c’è più” su Il Corriere della Sera 15-12-25, così inizia « Un delirio. Questo è il documento firmato da Donald Trump e pubblicato dalla Casa Bianca. Un delirio. Il titolo incuriosisce (Strategia per la sicurezza nazionale), il testo è quanto di peggio e drammatico ci si possa aspettare da un presidente degli Stati Uniti. Nei nove mesi di potere di Trump tutti (tranne, forse, Giorgia Meloni e Salvini) abbiamo potuto convincerci che l’america non è più quel baluardo dell’occidente su cui da europei abbiamo potuto contare in passato e che abbiamo conosciuto, con le sue grandi contraddizioni – d’accordo – ma sempre come faro della democrazia.
Le prime due cartelle – sulle 29 del documento (ndr pubblicato integralmente tradotto su Il Foglio del 13-14 dicembre) – firmate con un classico pennarello nero, proprio di Trump, sono la dimostrazione che in America c’è un capo del governo che ha perso la testa, e con essa il significato della politica e della misura, della responsabilità, dell’equilibrio necessario in un mondo che sta profondamente cambiando. «L’america è forte e di nuovo rispettata perché stiamo seminando la pace in tutto il mondo… è un Paese più sicuro, più ricco, più libero, più grande e più potente che mai». Se non è questo «un delirio di onnipotenza», che cosa è? «Questo documento è il suicidio degli Stati Uniti così come li abbiamo conosciuti da dopo la Seconda guerra mondiale»: è il commento più duro e azzeccato che ho letto, ed è di una grande intellettuale e scrittrice, Anne Applebaum.
Tutti i capi di Stato europei – ma non solo – dovrebbero leggerlo. Racconta che futuro ci aspetta. Probabilmente solo la lettura di ben una ventina di pagine «si salva»: è un lungo comizio, per convincere gli americani che con Trump diventeranno sempre più ricchi e sempre più potenti. E che il resto del mondo conta sempre meno. Chissà che Trump non stia già pensando alle prossime elezioni. E se così fosse chissà se i democratici non si sveglieranno e decreteranno la fine di un incubo mondiale, non solo americano. (…) » Per proseguire aprire l’allegato
*************************************************************

Il dataroom di Milena Gabanelli di Lunedì 15 dicembre analizza con la collaborazione di Mara Gergolet, ” Come il potere di veto mette l’Ue sotto ricatto“. Evidenzia e riflette sulle « ..12 decisioni dell’unione bloccate da Ungheria e Slovacchia la strategia dei «no» ritirati in cambio dei fondi di coesione il voto all’unanimità sta favorendo Putin: come superarlo».
Così inizia « Se l’europa ha deciso così lentamente sull’ucraina e su Gaza, o non ha deciso affatto, è perché ognuno dei 27 può dire «dissento», mettendo il veto. È il meccanismo dell’unanimità. Nato con intenti nobili, per garantire ai singoli Paesi che «nulla sarà fatto contro di voi», è stato poi sostituito in tanti settori dal voto a maggioranza qualificata. Si applica però ancora in politica estera e di sicurezza, adesione alla Ue, fisco, finanze comunitarie, cittadinanza. E su temi minori. Ma per capire l’impatto e il potere del diritto di veto è utile focalizzarsi sugli anni della guerra in Ucraina.
Ungheria, il serial player del veto – Non esiste un registro ufficiale dei veti europei. Tuttavia, Eu Veto Tracker li cataloga dal 2011 in base a notizie verificate. Da allora ce ne sono stati 46. L’Ungheria è la più attiva: 19 in totale, di cui 12 solo dopo l’invasione russa dell’ucraina. Maggio 2022: Budapest blocca l’embargo al petrolio russo; per levare il veto, otterrà l’esenzione per l’oleodotto Druzhba. Dicembre 2022: no ungherese sui 18 miliardi di aiuti macro-finanziari a Kiev; viene tolto dopo un compromesso sui fondi Ue bloccati a Budapest. Novembre/dicembre 2023: veto sull’ukraine Facility da 50 miliardi; si parla apertamente di ricatto in cambio dello sblocco dei fondi di coesione; Orbán cede nel febbraio 2024. 2024: blocco o minaccia di veto sul riutilizzo dei profitti dagli asset russi; ispirerà soluzioni alternative ai funzionari Ue per neutralizzarlo. Gennaio 2025: bloccata la censura alla Bielorussia per violazione dei diritti umani. Marzo 2025: nuovo veto sugli aiuti all’ucraina. Giugno 2025: blocco con la Slovacchia del 18° pacchetto di sanzioni contro Mosca. Settembre 2025: stop all’avvio dei negoziati con Kiev per l’ingresso nella Ue. Dicembre 2025: nella partita per usare gli asset russi fermi in Belgio, Orbán ha fatto sapere che – dovessero essere garantiti con gli eurobond – lo impedirà con il veto.Vediamo i veti più dirimenti. (…) Per proseguire aprire l’allegato
Per la prima volta il governo italiano difende il diritto di veto in Eu, e quindi si può dedurre stante i costanti silenzi della premier Meloni anche per l’Onu. Il diretto di veto nel Consiglio Europeo (riunione di tutti i capi di governo) impedisce all’Eu di diventare uno stato sovranazionale per confrontarsi con successo nel mondo. La premier Meloni si dichira in sintonia con Donald Tramp e Maga per difendere in valori dell’Occidente!….più in basso la segretaria generale della Cisl – con dichiarazioni e tanti omissis, con atti – fa ben intendere di ricercare costantemente la sintonia con la premier Giorgia Meloni...Luigi Sbarra transita velocemente dalla segretario generale Cisl ad un importante incarico governativo per il Sud. Da queste sintonie risuona una musica che divide i lavoratori e non solo. Fa smarrire la storia e i valori della solidarietà e dell’internazionalismo alla Cisl, una storia di molte esperienze e iniziative di rilievo.

Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!