La pace verrà…

La poesia “La pace verrà” dell’Abate Charles de Foucauld è stata pubblicata su “Madrugana” la rivista trimestrale dell’Associazione Macondo fondata, a Pove del Grappa (Vi), dal prete operaio e operatore umanitario Giuseppe Stoppiglia. che ha lasciato questa vita il 24 settembre 2019, dopo aver portato i suoi messaggi di fratellanza e di pace in molte parti del mondo. Si è impegnato sindacalmente con la Cisl. Per più notizie un clic su http://www.macondo.it

N.133 – anno 34 – marzo 2024

LA PACE VERRÀ   Charles de Foucauld

Se tu credi che un sorriso è più forte di un’arma,

se tu credi alla forza di una mano tesa,

se tu credi che ciò che riunisce gli uomini è più

importante di ciò che li divide,

se tu credi che essere diversi è una ricchezza e

non un pericolo,

se tu sai scegliere tra la speranza o il timore,

se tu pensi che sei tu che devi fare il primo passo

piuttosto che l’altro, allora... 

LA PACE VERRÀ

Se lo sguardo di un bambino disarma ancora il tuo cuore,

se tu sai gioire della gioia del tuo vicino,

se l’ingiustizia che colpisce gli altri ti rivolta come quella che subisci tu,

se per te lo straniero che incontri è un fratello,

se tu sai donare gratuitamente un po’ del tuo tempo per amore,

se tu sai accettare che un altro ti renda un servizio,

se tu dividi il tuo pane e sai aggiungere ad esso un pezzo del tuo cuore, allora…

LA PACE VERRÀ

Se tu credi che il perdono ha più valore della vendetta,

se tu sai cantare la gioia degli altri e dividere la loro allegria,

se tu sai accogliere il misero che ti fa perdere tempo e guardarlo con dolcezza,

se tu sai accogliere e accettare un fare diverso dal tuo,

se tu credi che la pace è possibile, allora…

LA PACE VERRÀ

Abbe Pierre nel deserto Tamanrasset –

Charles de Foucauld, forse il più grande mistico dell’era moderna, nasce in Francia, a Strasburgo, il 15 settembre 1858. La mamma, il papà e la nonna paterna muoiono nel 1864.

Poco a poco, Carlo si allontana dalla fede. Dopo due anni di studi presso la scuola militare, Carlo diventa ufficiale. Con il suo reggimento sarà inviato in Algeria, quindi in Tunisia. Nel 1882 presenta le dimissioni dall’esercito. Si stabilisce ad Algeri, il Marocco è vicino, ma è un luogo proibito per gli europei. Dopo una lunga preparazione, Carlo parte per il Marocco. E un viaggio avventuroso, Carlo riceve spesso ingiurie e sassate e più volte rischia di essere ucciso. Il 23 maggio 1884 un povero mendicante arriva al posto di frontiera con l’Algeria. E a piedi nudi, magro e sporco. Questo povero è Charles de Foucauld.

Il 15 gennaio 1890 entra in un’abbazia trappista. Il 23 gennaio 1897 il Superiore Generale dei Monaci Trappisti annuncia a Carlo che può lasciare l’abbazia per seguire Gesù, povero artigiano di Nazareth. Carlo parte per Israele. Arriva a Nazareth, dove le suore clarisse lo prendono come domestico, ma vuole condividere la vita di Nazareth con altri fratelli. Per questo scrive la Regola dei Piccoli Fratelli. Il 28 ottobre 1901 arriva a Bèni Abbès, piccola oasi del Sahara. Nel giugno del 1903, il vescovo del Sahara trascorre qualche giorno a Bèni Abbès: arriva da sud, dove ha reso visita ai Tuareg. Charles de Foucauld si sente attratto da questo popolo che vive nel cuore del deserto. Non ci sono preti disposti a recarsi laggiù, lui si rende disponibile. Il 13 gennaio 1904 Carlo parte per andare verso i Tuareg. Vivrà in mezzo a loro, condividendone la vita e studiandone la lingua e la cultura. Carlo verrà ucciso in modo violento, in circostanze mai del tutto chiarite, il primo dicembre del 1916.

Cosa leggere di Charles de Foucauld? Tutto quello che trovate in libreria o in biblioteca è una lettura che rimarrà dentro di voi per sempre. effe Emme

ARTICOLI CORRELATI

Alleghiamo l’articolo “Intelligenza” di Monica Lazzaretto, presidente di Macondo, pubblicato sullo stesso numero di Madrugana. Inizia citando un detto di Bertand Russel “Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi“.

Alleghiamo l’articolo “Chi vuole la pace non è un illuso è questa politica ad aver fallito” dello scrittore e giornalista Maurizio Maggiani, pubblicato su La Stampa 8-4-24, che racconta come la sua scelta pacifista iniziò ascoltando canzoni e poi dopo un “faccia a faccia” con un gruppo di partigiani, in una manifestazione, che aspettarono che finisse un ritornello contro le armi e poi gli chiesero “..Ah, ce l’hai il fucile ragazzo? Ne hai mai visto uno? L’hai mai fatto funzionare? No? Noi sì, tutti quanti, e sai perché imbracciavamo il fucile? Per farla finita una volta per tutte con i fucili, perché a te non succedesse mai di doverlo usare, né te né nessuno al mondo. Mai più, capisci ragazzo? ” (…)