IL POPOLO SAHAWRI – redazione – globalmondo 2/12/10

Nell’indifferenza generale il Marocco reprime nel sangue la protesta dei Sahrawi che chiedono si faccia il referendum promesso da vent’anni. A vent’anni da un cessate il fuoco proclamato dalle Nazioni Unite che non ha portato ad alcun risultato, la battaglia è ripresa.

A partire dal 10 ottobre scorso una tendopoli-protesta si è progressivamente andata a formare a circa 15 km ad Est di Laayoune, capitale del Sahara Occidentale, che nel giro di poche settimane ha riunito oltre 25.000 Sahrawi provenienti da diverse parti del Paese.

Una protesta fondata sin dall’inizio su rivendicazioni socio-economiche che richiamavano all’attenzione internazionale le discriminazioni che il Popolo Sahrawi subisce nell’accesso al lavoro, alla casa, allo studio.

Le notizie certe dal “campo della dignità” di Gdim Izik, sono sempre state scarse perché tutti gli osservatori internazionali sono stati cacciati e i giornalisti fermati al confine, ma di certo, Najem, un ragazzo di 14 anni è stato ucciso ad uno dei posti di blocco il 24 ottobre scorso.

Dall’alba di lunedì 8 novembre le 8.000 tende dell’accampamento di Gdeim Izik non ci sono più. Alla crescente mobilitazione pacifica del Popolo Sahrawi ha corrisposto un intervento di repressione brutale da parte delle forze speciali marocchine e le tende sono state totalmente smantellate ed evacuate, senza risparmiare nemmeno donne e bambini. La violenza dell’intervento è costata la vita a decine di vittime, a cui si sommano le migliaia di feriti tra i sahrawi. Va ricordato che tra le due forze in campo una sola era dotata di armi da fuoco: l’esercito marocchino.

Oggi Laayoune è una città in stato di assedio, isolata, con una massiccia presenza di soldati per le strade ed elicotteri che volteggiano sopra la città. Secondo l’agenzia MISNA gli scontri si stanno estendendo alle altre città del Sahara Occidentale.

 

L’Associazione Jaima Sahrawi e la Scuola di Pace di Reggio Emilia esprimono profondo cordoglio per le vittime e condannano energicamente l’azione di repressione per mano dell’esercito marocchino e chiedeno al Governo Italiano, al Parlamento Europeo, alle Nazioni Unite di:

         Intervenire e adottare iniziative utili presso le autorità marocchine per far cessare immediatamente gli attacchi contro la popolazione civile Sahrawi

         Nominare una commissione di inchiesta internazionale

         Ampliare il monitoraggio della MINURSO sui diritti umani.

FECERO UN DESERTO E LO CHIAMARONO PACE

LIBERTA’ E GIUSTIZIA PER IL POPOLO SAHRAWI!

 

Allegato – Scheda del Sahara Occidentale

Allegato:
Il Sahara Occidentale_Scheda.doc

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