IDEE DI EMANCIPAZIONE MAI MORTE – l’eredità di Marx – Viroli, Pezzotta, Vento, Speckmann –
Il pensiero di Karl Marx contiene due punti “perennemente attuali”: l’emancipazione delle classi subalterne, la capacità di critica del presente, dei rapporti di forza e del lavoro, per immaginare il futuro. In ogni epoca vanno attualizzate. Nel bicentenario della nascita si moltiplicano saggi, libri, articoli. Ne alleghiamo quattro: Maurizio Viroli, Savino Pezzotta, Salvatore Vento, Guido Speckmann.
Maurizio Viroli in “La critica radicale del presente: l’eredità di Marx”, sul Il Foglio Quotidiano, inizia così. “Non saprei dire quanti altri giovani della mia generazione misero in soffitta Karl Marx dopo aver letto l'articolo “Esiste una teoria marxista dello Stato?” che Norberto Bobbio pubblicò nel 1975 su Mondoperaio, e ripubblicò nel 1976 nel libro “Quale socialismo?”, ma sospetto siano stati molti. La risposta di Bobbio era netta: negli scritti di Marx e di Friedrich Engels, “una vera e propria teoria socialistica dello Stato non esiste”. A nulla valsero le centinaia di pagine scritte dagli intellettuali ‘organici’, come si diceva allora, al Partito comunista per confutare Bobbio e salvare Marx. (…). La lettera che Marx spedisce ad Arnold Ruge da Kreuznach, nel settembre del 1843, poi pubblicata nei Deutsch-Franzòsische Jahrbucher del 1844, ad esempio, è un testo che ci insegna i lineamenti di una critica sociale e politica intransigente: “Costruire il futuro – scrive Marx – e trovare una ricetta valida perennemente non è affar nostro, ma è certo più evidente ciò che dobbiamo fare nel presente: la critica radicale di tutto l'esistente”(…).
Savino Pezzotta, su Il Dubbio e sul suo blog, pubblica “Non ero marxista ma grazie a lui ho capito il lavoro” . Così inizia. Non sono mai stato marxista ma certamente attento al suo pensiero. Nella mia gioventù lessi diversi suoi testi: il manifesto, critica dell’economia politica e Il Capitale, Nonostante tutte le difficoltà di comprensione, rimasi sorpreso di come Marx fosse attento alla “vita reale” dei lavoratori, ma questo non bastò a convincermi che quella, parzialmente delineata, fosse la prospettiva. Nonostante i dubbi sono stato molto attento al pensiero di Carlo Marx e ne sono stato indirettamente influenzato come del resto, per adesione o contrasto, tutti coloro che hanno militato nel movimento operaio e sindacale. Ho dovuto fare i conti con lui.. Da questo punto di vista il suo pensiero continua a aggirarsi tra noi. Sebbene il comunismo bolscevico sia fallito, Marx rimane presente nel nostro linguaggio e nel nostro modo di pensare. Anzi penso che il fallimento disastroso del bolscevismo sovietico ci consenta oggi di discuterne con maggiore libertà e fuori da ogni dogmatismo e di poter assumere il marxismo alla stregua di altre ipotesi politiche e sociali, così come il movimento operaio non può essere pensato solo come marxista.(…)
La Fondazione Nocentini, al Salone del Libro, Venerdì 11 maggio ore 15,30-17 ( vedi invito allegato) presenta il libro di Salvatore Vento “ Karl Marx, il dialogo ritrovato di un cristiano sociale”. Così la breve recensione. L'intervista immaginaria a Karl Marx nasce nell'ambito delle riflessioni dell'autore seguite all’abbattimento del muro di Berlino. Le domande e le risposte, maturate nel corso degli anni, si ispirano al pensiero sociale della Chiesa del post Concilio e al personalismo comunitario di Emmanuel Mounier. Che rapporto esiste tra le idee di Marx, uomo dell'Ottocento, e il “marxismo” trasformato in ideologia ufficiale dei partiti e degli Stati che ad esso si richiamavano? La filosofia marxista si era diffusa nelle sedi più diverse fino a coinvolgere l’intero contesto culturale contemporaneo, ma ebbe una particolare visibilità pubblica negli anni Sessanta/Settanta del Novecento durante il periodo delle lotte operaie e della contestazione studentesca. A conclusione della sua analisi, l’autore ritiene che per contrastare gli attuali processi di frantumazione e lacerazioni sociali, occorre dotarsi di una comune “grammatica etica” in grado di leggere i “segni dei tempi”, al di là delle singole appartenenze culturali e di fede.
Guido Speckmann, su sbilanciamoci.info, in "Un Natale con Marx. Sulla morte di Elmar Altvater" così inizia. Altvater è morto a Berlino il Primo Maggio dell’anno del duecentesimo anniversario della nascita di Karl Marx. La sinistra, marxista o meno, perde una delle sue menti più brillanti. Il ricordo sul quotidiano della Linke tradotto da Alessandro Bramucci. Il Natale del 1961 deve essere stato solitario per uno studente di Sociologia ed economia a Monaco di Baviera. Di soldi per tornare a casa nell’originaria Kamen, nella Ruhr, non ce ne erano. Per il riscaldamento nemmeno. Suo padre era un minatore, un lavoro che non regalava grosse opportunità. Tuttavia questo Natale sarebbe stato per l’allora ventitreenne Elmar Altvater di estremo interesse per il suo futuro di intellettuale.
Un libraio di Monaco lo aveva persuaso infatti a leggere i tre volume del Capitale di Marx. I più economici erano quelli della DDR, ancora nella loro copertina marrone. Sono state le letture di quel Natale che hanno avviato la straordinaria carriera intellettuale di Elmar Altvater. Ed è iniziata subito imparando una lezione: “Purtroppo ho scoperto che Bertolt Brecht aveva ragione quando diceva che era costoso capire Marx. Occorre comprare molta letteratura per diventare un buon marxista”, racconta Altvater intervistato nella rubrica “ZEIT Geschichte” dell’omonimo quotidiano insieme all’ormai defunto (2012) Norbert Walter, capo economista di Deutsche Bank.(…)
Allegati
Allegato:
la_critica_radicale_di_marx_viroli_fq.doc
non_ero_marxista_ma_grazie_a_lui_ho_pezzotta_il_dubbio.doc
in_dialogo_con_marx_fon_nocentini_salone_del_libro.pdf
un_natale_con_marx_e_la_morte_di_altvater_speckmann.doc
opere_e_testi_di_marx_engels.doc
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