Generazione Z e astensione
La generazione Z – L’incognita dell’astensione – Nel ’92 non è andato alle urne il 9 % dei 18-34enni , nel 2018 il 38% adesso tocca a 4,7 milioni di nuovi giovani elettori che lottano per ambiente e diritti. Perché il loro voto conta – Generazione Z – Nel linguaggio giornalistico e dei social, la generazione dei «nativi digitali» dal 1997 al 2012
Milena Gabanelli e Simona Ravizza nel Dataroom del 12 Settembre, su il Corriere della Sera, descrivono il problema dell’astensione – dati e analisi comparate con gli anni passati – e quanto può incidere nella Generazione Z che si presenta per la prima volta al voto.
< Le urne del 25 settembre attendono 4,7 milioni di nuovi giovani elettori, e i leader politici si sono finalmente resi conto che conquistarli è una delle poche chance che hanno per tentare di modificare risultati elettorali già scritti. E ci stanno provando in tutti i modi, anche i più goffi. Ma per capire i sentimenti di delusione, e perfino di rabbia, di una generazione che non si sente rappresentata da una politica troppo lontana dai loro bisogni occorre guardare l’andamento dell’astensione tra i 18-34 enni a partire dalle ultime elezioni della Prima Repubblica fino alle Politiche del 2018.
Quanto vale l’astensione – Il contesto generale in cui si inserisce l’astensione giovanile è trascinato anche dal graduale allontanamento dalla politica dei loro padri, madri e nonni. Il 5 aprile 1992 votano 41 milioni di italiani su 47 milioni di aventi diritto: vuol dire che non vota il 13%, pari a 6 milioni di cittadini. Alle ultime Politiche del 4 marzo 2018 gli astenuti raddoppiano: 12,5 milioni di italiani non si presentano ai seggi, ovvero il 27% dei 46,5 milioni di aventi diritto. (…)
Il confronto fra giovani e over 55 – Nelle 8 elezioni politiche prese in considerazione, in 5 elezioni sono gli over 55 che non votano in percentuale maggiore: nel 1992 (20%), 1994 (20%), 2001 (25%), 2006 (23%), 2013 (32%). In 3 elezioni invece la percentuale più alta è proprio la fascia di età 1834: 1996 (18%), 2008 (27%), 2018 (38%). L’analisi di questi dati ci porta a due considerazioni. La prima: in 26 anni la fascia di età più giovane passa da quella che vota di più, a quella che vota di meno. La seconda: la disaffezione alle urne non esplode all’improvviso, ma cresce in modo sistematico e inesorabile. Infatti, dal 9% del 1992 l’astensione sale al 14% il 27 marzo 1994, passa al 18% il 21 aprile 1996, al 19% il 13 maggio 200, al 21% il 9 aprile 2006, cresce al 27% il 13 aprile 2008, al 28% il 24 febbraio 2013, ed esplode al 38% nel 2018. (…)
Il caso dei Millennials – Proviamo ad andare ancora più a fondo per vedere cosa succede se invece di considerare solo le fasce d’età, esaminiamo i dati per generazioni, cioè in base agli anni di nascita. I Silent sono i nati tra il 1928-1945; i Boomers tra il 1946-1964; gli Xers tra il 19651979; e infine i Millennials. Il termine, coniato da Strauss e Howe nel libro Generations, definisce Millennials i nati dal 1982 al 1996, poiché ritengono che i giovani che diventano maggiorenni nel 2000 appartengono a una generazione in netto contrasto con quella precedente e quella successiva per l’utilizzo dei media, e per come sono stati influenzati dallo sviluppo tecnologico e digitale. (…)
Identikit di chi non vota – Attingiamo all’analisi fatta Dario Tuorto in L’Attimo fuggente: giovani e voto in Italia, tra continuità e cambiamento, edizioni il Mulino (2018). Su 100 che lavorano con un contratto vero non votano in 17; su 100 che hanno un contratto atipico non votano in 38. Su 100 che vivono con i genitori e studiano o lavorano, 20 non votano; se non lavorano e non studiano non votano in 27. Dalla elaborazione dati di Itanes, che prende in considerazione il titolo di studio, emerge che alle elezioni del 2018 l’astensionismo tra i più giovani è del 50% tra i non laureati, contro il 37% dei laureati.
I motivi del non voto – Una larghissima fetta di giovani è dunque così distante dalla politica perché è apatica? Ecco cosa rivela lo studio europeo No Participation without Representation, che prende in esame un set di dati di 19 Paesi dell’Europa occidentale e 58 elezioni negli ultimi due decenni (1999-2018). Le ragioni che li tengono lontani dalle urne sono principalmente due. La prima è la penuria di candidati giovani da cui possono sentirsi rappresentati. La seconda è l’assenza nell’agenda politica proposta dei temi che gli stanno più a cuore, come l’ambiente e i diritti civili. (…)
Generazione Z – Adesso tocca a loro, i nati tra il 1997 e il 2012. Si chiamano Gen Z, e quelli che hanno compiuto i 18 anni e ricevuto la loro prima scheda elettorale sono circa 4,7 milioni. È la generazione che si mobilita contro il riscaldamento climatico con i Fridays for Future, la difesa dei diritti Lgbtq+ e delle diversità, la condanna del body shaming e contro il bullismo. Ed è anche la generazione che più ha sofferto il lockdown. Improvvisamente i partiti sembrano aver scoperto che esistono. Non è un caso se il leader del Pd Enrico Letta ripete spesso di aver indicato come capolista 4 under 35. Come non è un caso il recentissimo sbarco di massa dei leader su TikTok. Presentarsi a pochi giorni dalle elezioni sul social dove gli Gen Z si informano dimostra anche quanto sia maldestra questa attenzione. (…) Il testo completo in allegato
ARTICOLI CORREALATI –
Lidia Baratta in “Se non lavoro non voto”, su linkiesta.it – A guardare i sondaggi elettorali circolati nelle ultime settimane, sembra che ancora più probabile della vittoria del centrodestra e di Giorgia Meloni ci sia la vittoria del non-voto, quello che in tanti chiamano il «partito degli astenuti». Non è una novità. La percentuale degli italiani che non vanno a votare è in crescita dal 1979, ma stavolta – dicono i sondaggisti – l’affluenza potrebbe essere la peggiore di sempre. (…) per proseguire aprire l’allegato
Sonia Bertolini in https://www.rivistailmulino.it/a/i-grandi-assenti-dalla-campagna-elettorale?&utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=Strada+Maggiore+37+%7C+15+settembre+%5B8711%5D scrive su Il Mulino < Elezioni dove i giovani sono in gran parte ignorati, coerentemente con le politiche per loro che latitano da anni. Fatto salvo poi lamentarsi della fuga all’estero delle nuove generazioni..>
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[…] se la Generazione Z si recasse in massa a votare? ( vedi articolo su questo sito con questo link https://sindacalmente.org/content/generazione-z-e-astensione/ Che succederebbe se i sindacati confederali unificassero le loro agende di richieste verso il […]
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