FLEXSECURITY IN SALSA ITALIANA – G.Bianchi – mercato del lavororo –
Un recente convegno promosso dal Prof. Filippo Peschiera, presidente del Centro Europeo per le Radici Cristiane nella Società, tenutosi a Roma il 19 ottobre 2011, ha posto al centro della comune riflessione “la collaborazione tra capitale e lavoro nell’impresa” quale perno intorno al quale ricostruire un percorso di corresponsabilità per uscire dalla crisi.
A tale iniziativa hanno partecipato esponenti di diversa estrazione culturale e professionale (cattolici, laici, imprenditori, sindacalisti, politici) nella condivisa consapevolezza che il nostro paese non può partecipare ai benefici del nuovo mondo globalizzato se non ricostituisce, al proprio interno, alcune condizioni minime di stabilità politica e sociale sul modello dei paesi europei più avanzati.
Il contributo dell’ISRIL, richiamandosi al più volte evocato modello Danese della “flexsecurity”, evidenzia l’assetto di regole vigenti, secondo le quali la regolazione dei rapporti di lavoro, inclusa la mobilità esterna, è saldamente nelle mani delle parti sociali e tale è anche la gestione delle controversie di lavoro. Compito dello Stato e della legge è di sostenere le decisioni autonome delle parti sociali con un welfare efficace a tutela del lavoratore e non del posto di lavoro.
Il riferimento ad una tale esperienza pone, per il nostro paese, un problema di riequilibrio tra legge e contratto collettivo, per una nuova flessibilità contrattata che agevoli il riposizionamento del nostro apparato produttivo a vantaggio delle imprese e dei settori più espansivi. Per quanto riguarda il finanziamento di un nuovo welfare più inclusivo, il ruolo dello Stato può essere supportato dalle parti sociali con la sperimentazione di nuovi modelli di tutela dei redditi di lavoro, su base mutualistica e con la gestione di politiche attive del lavoro, a livello locale, dilatando, ad esempio, le funzioni degli Enti Bilaterali.
Un indirizzo comune (Governo-Parti sociali) di carattere programmatico che dia spazio a sperimentazioni e verifiche eviterebbe le incognite di nuovi interventi legislativi dall’alto il cui carattere cogente ed universalistico entrerebbe in contraddizione con la grande varietà, territoriale, settoriale, dimensionale del nostro apparato produttivo. Occorre prevenire il rischio di accrescere il dispotismo burocratico, nell’interpretazione delle norme, nell’applicazione delle sanzioni, di cui il paese non ha certo bisogno per risolvere i problemi che l’affliggono.
Allegato – Isril Nota 7-2012 Flexsecurity in salsa italiana
Allegato:
nota_isril_n__7-2012_-_una_flexsecurity_in_salsa_italiana.doc
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