Finestra sul mondo 8
Finestra sul mondo n. 8 – Questo abstract, con inserimento di link e allegati, sarà completato entro due giorni. Qui le prime notizie, altre “finestre” in preparazione …..
Area del Sahel – Domenico Quirico, su La Stampa, racconta della disfatta francese nel Sahel tra miseria, odio e furia jihadista; un bilancio disastroso di 10 anni di guerra al terrorismo. Si moltiplicano le richieste di abbandonare l’intervento militare L’unica via di uscita sarebbe l’avvio di una trattativa con gli islamisti. Mentre l’Italia si prepara a inviare un contingente. Si moltiplicano dalla società civile dei Paesi dell’area, dai partiti politici, le richieste di abbandonare la inutile e sanguinosa strategia militare contro il terrorismo, e avviare una trattativa, esplicita, ufficiale, con i movimenti jihadisti per un accordo che dia respiro alle popolazioni prese nelle grinfie della miseria e della violenza. È il modello afgano che si allarga, insomma (…) per proseguire aprire l’allegato.
The queen of Scotland – Il trionfo (per ora) inutile del partito nazionalista scozzese – Matteo Castelluci su Linkiesta commenta il voto di maggio in Scozia. Per un solo seggio la premier uscente Nicola Sturgeon non ha ottenuto la maggioranza assoluta, rendendo meno influente il record storico di voti e di collegi conquistati dall’Snp. A causa della pandemia Edimburgo chiederà un nuovo referendum a Londra solo nella primavera dell’anno prossimo. Ma Johnson non ha intenzione di concedere un secondo voto per l’indipendenza dopo quello già perso dai secessionisti nel 2014. https://www.linkiesta.it/2021/05/scozia-elezioni-referendum/
L’India e il suo produttore di vaccini inciampano sulle loro promesse pandemiche -Il Serum Institute ha promesso di proteggere il paese dal Covid-19 e di inoculare i poveri del mondo, ma la crisi dell’India lo ha spinto oltre i suoi limiti. l Emily Schmall e Karan Deep Singh corrispondenti del New York Times raccontano da Nuova Delhi – “ Adar Poonawalla ha fatto grandi promesse. Il quarantenne capo del più grande produttore di vaccini al mondo si è impegnato ad assumere un ruolo di primo piano nello sforzo globale per vaccinare i poveri contro il Covid-19. Il suo impero con sede in India ha firmato accordi per centinaia di milioni di dollari per produrre ed esportare dosi nei paesi sofferenti. Quelle promesse sono andate in pezzi. L’India, travolta da una seconda ondata di coronavirus, rivendica i suoi vaccini. Altri paesi e gruppi umanitari stanno ora correndo per trovare dosi scarse altrove. (…) per proseguire aprire l’allegato
In Colombia la violenza della polizia è fuori controllo. Camilla Desideri, giornalista di Internazionale così inizia la sua cronaca. “Quando il popolo scende in piazza durante una pandemia, vuol dire che il governo è più pericoloso del virus”, c’era scritto su un cartello di un manifestante colombiano. Lo slogan dice molto su quello che sta succedendo negli ultimi giorni in Colombia. Dal 28 aprile decine di migliaia di persone hanno cominciato a protestare in molte città del paese contro la riforma fiscale annunciata dal governo del presidente di centrodestra Iván Duque. (…) Poi si è dimesso il ministro dell’economia, Alberto Carrasquilla, ma le proteste non si sono fermate. Anzi, si sono allargate trasformandosi in una critica radicale al governo e alla sua gestione della pandemia di covid-19. La Colombia è nel pieno della terza ondata , con le terapie intensive degli ospedali di quasi tutto il paese al collasso. Il bilancio degli scontri è grave: almeno venti persone sono state uccise e più di ottocento sono rimaste ferite. La decisione dell’esecutivo di militarizzare la repressione, inviando l’esercito in strada contro i manifestanti, ha sollevato polemiche e condanne da parte della comunità internazionale, delle Nazioni Unite e di alcune ong, come Human rights watch e Amnesty international. ((…) https://www.internazionale.it/notizie/camilla-desideri/2021/05/05/colombia-polizia-violenza
ESPLODE LA PROTESTA A GERUSALEMME – Le cause – Scrive Chiara Cruciati su Il Manifesto (…) C’è voluto un po’ di tempo prima che le cancellerie internazionali si accorgessero che a Gerusalemme stava accadendo qualcosa di più di quello che il mondo ormai associa ai Territori palestinesi occupati: tensioni, confische, scontri. Una realtà che agli occhi esterni pare cristallizzata ma che è in graduale involuzione. Peggiora, sempre, con un unico punto fermo: il divario di diritti tra un popolo e un altro.
Così quella che sembrava una confisca come un’altra, le case palestinesi di Sheikh Jarrah a favore del movimento dei coloni, ora preoccupa. L’allargamento repentino della protesta palestinese al cuore della città santa, la Spianata delle Moschee, ha svegliato dal torpore i governi arabi, seppure quel luogo sia da settimane – da quanto è iniziato il Ramadan – epicentro delle rivendicazioni palestinesi e della conseguente repressione israeliana.
A stupire di più quindi non è la reazione giordana, iraniana o tunisina, ma quella che arriva da oltre oceano. (…). Il Dipartimento di Stato, però, ha usato parole che di solito l’amministrazione americana non utilizza (…) ha espresso «grande preoccupazione» per le azioni israeliane e per «l’eventuale sgombero di famiglie palestinesi dai quartieri di Silwan e Sheikh Jarrah, molte delle quali vivono in quelle case da generazioni». Parole che seguono alla denuncia di diversi parlamentari progressisti americani, tra cui lo Squad team, le deputate Rashida Tlaib (palestinese), Ilhan Omar, Alexandra Ocasio-Cortez e Cori Bush. Giovedì hanno fatto appello all’amministrazione perché «riaffermi il diritto internazionale e chieda la fine degli sgomberi illegali israeliani di palestinesi, della demolizione di case palestinesi e del furto di terre palestinesi» (…) per proseguire aprire l’allegato e il link https://www.huffingtonpost.it/entry/gerusalemme-in-fiamme-sulla-spianata-delle-moschee-300-feriti-in-due-giorni_it_6097dc77e4b0aead1b84e9f5?ncid=NEWSSTAND0011
Davide Frattini, su Il Corriere della Sera, in “Come è nata e degenerata in guerra la crisi di Gerusalemme” risponde a tre domande: 1- Come sono cominciati i disordini a Gerusalemme? 2 – Qual è stata la risposta del governo israeliano? 3 – Perché Hamas ha deciso di intervenire? vedi allegato
E poi esiste da anni il problema A chi fa comodo il rinvio delle elezioni palestinesi – Amira Hass, su Haaretz uno di principali quotidiani di Israele, così inizia. La decisione di rinviare a data da destinarsi le elezioni generali palestinesi, annunciata il 29 aprile dal presidente palestinese Abu Mazen, mostra che lui e il suo gruppo di sodali del partito Al Fatah, dai quali si fa consigliare, sono più fedeli all’interesse d’Israele di preservare lo status quo e impedire qualunque scossone o cambiamento. Rinviando le elezioni per il Consiglio legislativo palestinese (l’organo legislativo istituito dall’Autorità nazionale palestinese), previste per il 22 maggio, i leader del partito mostrano che l’opposizione di Israele allo scrutinio (il primo per i palestinesi dal 2006) ha un peso maggiore del parere del 93 per cento dell’elettorato, che si è registrato per votare, mostrando chiaramente di desiderare un processo democratico. (…) per proseguire attiva il link https://www.internazionale.it/opinione/amira-hass/2021/05/07/elezioni-palestinesi-abu-mazen-israele
Cristo si è fermato a Lesbo: vergognati Europa – Paolo Scarpa su Italia Libera, giornale on line, così inizia – Lo chiamano il cimitero dei giubbotti, una discarica in cui vengono buttati a mucchi i salvagente che le persone hanno indossato per la traversata. È una montagna di migliaia e migliaia di salvagente arancioni e ognuno parla di una vita, di un viaggio, di una speranza.
Il campo è una baraccopoli attrezzata per 2.500 posti, ma la popolazione di Moria è arrivata oltre le 12.000 unità.
Persone, non numeri: un servizio igienico ogni ottanta/cento persone, scarichi costantemente intasati, pulizia improbabile.
E l’Europa mostra il suo volto quasi unicamente attraverso le divise dei militari di Frontex, per un servizio di sorveglianza che sembra avere nel mirino soprattutto le associazioni umanitarie (…) per proseguire un clic sul link che segue https://italialibera.online/cristo-si-e-fermato-a-lesbo-shame-on-you-europe-vergognati-europa/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=gli-ultimi-articoli-di-italia-libera
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