CAMPAGNA ELETTORALE SUL FISCO – redazione – sindacato & politica 19/10/10

La Redazione ha discusso e scritto questo lungo articolo sulle due grandi manifestazioni sindacali  svoltesi a Roma, a distanza di una settimana, che hanno allargato, come era prevedibile, le distanze tra Cisl e Uil da una parte e la Cgil.Le polemiche sono salite di tono tra i sindacati; il Governo ha nuovamente soffiato sul fuoco, in particolare con la dichiarazione del ministro Sacconi; i partiti a loro volta si sono differenziati sulla questione se aderire formalmente o meno ad una manifestazione sindacale. Una discussione antica come le manifestazioni sindacali, dal Primo Maggio in avanti.

La manifestazione della Cisl e della Uil sul Fisco del 9 ottobre ha richiamato, senza corteo, 100 mila in P.zza del Popolo. In Piazza San Giovanni, il 16 ottobre, la Fiom ha fatto confluire centinaia di migliaia con con due cortei, per ribadire la centralità del lavoro, del No all’accordo di Pomigliano e alle deroghe sottoscritte ( ancora separatamente) al Contratto Nazionale del 2009.

In entrambe le manifestazioni i relatori hanno toccato molti punti in agenda per i sindacati.

In questo articolo facciamo il punto sul FISCO.

Premessa – Le importanti richieste sindacali contenute nella piattaforma unitaria del novembre 2007 erano legate ad un contesto profondamente diverso da quello attuale. La crisi economica in atto ha richiesto un aggiornamento di quella piattaforma che inaspettatamente ha clamorasamente diviso su questo tema le Confederazioni. Vediamo alcuni aspetti del problema. Quella piattaforma unitaria fu solennemente approvata dai Consigli Generali convocati in seduta unitaria a Firenze. Era ancora in carica il Governo Prodi. Le richieste in gran parte soono ancora di attualità e riproposte sia da Cisl e Uil, sia dalla Cgil e, proprio in questi giorni, anche dal Pd con una lettera formale inviata al Ministro Tremonti.

( vedi allegati)

 

Dopo le dimissioni del Governo Prodi ( 24 gennaio 2008), le successive elezioni politiche anticipate hanno riconsegnato al centro destra di Berlusconi una larga maggioranza, la più ampia dal dopoguerra. Il programma elettorale sul fisco di Berlusconi era ben diverso dalla piattaforma unitaria della Cgil-Cisl-Uil. I partiti alla sinistra del Pd ed i Verdi non raggiunsero il quorum. Per la prima volta nel parlamento italiano non era presente un partito socialista o comunista. Una inaspettata e grave cesura per la rappresentanza elettiva italiana. Anche il movimento sindacale accusò il colpo con reazioni diverse. La Cisl e la Uil decisero, frettolosamente e con poca trasparenza, di “stare sull’onda” facendo i conti con il con il nuovo oste (Berlusconi) che imponeva prezzi più salati del precedente. Dissero pubblicamente cose note del lessico sindacale ed altre meno. In sintesi, specie negli organismi dirigenti, ridefinirono la loro strategia partendo da tre convinzioni, in sintesi: 1 – che la legislatura sarebbe durata per utto il suo mandato e bisognava disporsi a negoziare con il governo in un contesto diverso; 2 – che il margine di tale negoziato si era ristretto in quanto condizionato dal patto elettorale indicato per il fisco al suo elettorato, imperniato sulla riforma con solo due aliquote Irpef; 3 – che in Parlamento l’opposizione poco avrebbe inciso per la sua divisione e l’ampia maggioranza blindata del Cavaliere.

 

Su quei presupposti la Cisl e la Uil avviarono la loro convergenza con la strategia governativa ( frettolosi e disinvoilti consensi alle manovre d’estate ed alla Finanziaria 2008), i messaggi di Anegeletti e di Bonanni erano all’unisono con quelli di tremonti e Sacconi, ignorarono sempre le richieste dell’opposizione ( e con accenti populisti dissero anche che non esistevano) e fatto ancora più grave esclusero Guglielmo Epifani, mai convocato per gli informali tra Bonani, Angelett, Sacconi e Tremonti, per poi offrirgli solo l’altyrenativa “prendere o lasciare” quanto già deciso.

Cisl e Uil decretarono che non c’era più tempo per attendere, che “i riformisti” dovevano accelerare il passo. Prese avvio il club dei riformisti autocertificato e simbolicamente rappresentato da Tremonti, Sacconi, Bonanni ed Angeletti e poi, Confindustria.

Guglielmo Epifani aveva un punto di vista un pò diverso dalla trilogia prima indicata ed aveva anche necessità di un po’ di tempo per definire l’intenso dibattito all’interno della Cgil. Fu scaricato dal semplicismo della Cisl e della Uil, da Bonanni e Angeletti che, anche all’insaputa di gran parte del gruppo dirigente,  di fatto avviarono un patto informale di legislatura con il governo, eufemisticamente coperto come le frorze riformiste ( Angeletti, Bonanni, Sacconi, Tremonti) per superare i veti dell’antagonismo e di chi ( Cgil) rappresentava quanto la storia aveva superato. E’ un film che ritorna un giorno sì e l’altro pure…

 

La piattaforma unitaria del fisco che valeva per Prodi non poteva essere riproposta a Berlusconi. Inoltre, Giulio Tremonti, dotto dicitore sull’ingordigia delle banche e sui mali della globalizzazione affrettata, ha sempre considerato come il fumo negli occhi la possibilità della restituzione del fiscal drag, in quanto non potrebbe essere sopportabile dalla finanza pubblica e soprattutto dai suoi conti e tabelle che ostenta come una nuova ideologia.

La Cisl in versione Bonanni non declinava più il fiscal drag, molte categorie ed i pensionati sì. Epifani ha sempre sostenuto quel punto, ed anche questo fatto contribuì non poco a far perdere l’unità d’azione anche per la riforma fiscale, che per molti mesi scomparve dall’agenda governo-sindacati.

Fu messa nei cassetti perché non era tempo, si disse!

Raffaele Bonanni ha regolato la sua navigazione sulla bussola del Ministro Sacconi, non ha mai formulato una critica diretta al premier Berlusconi ma tante alla Cgil (e non poche stonate); gli è ben riuscita la pratica della doppia linea ( cose dette agli iscritti e consensi dati a governo e confindustria) mettendo in riga quei dirigenti che, in questa o quella categoria, hanno alzato la voce sul problema del Fisco a partire dai pensionati, i più vivaci perché più tartassati sul magro reddito. Per parecchio tempo l’attenzione Ciusl per la questione delle tasse e della tariffe si è rivolta più agli Enti Locali ( filosofia Tremonti) mentre nel frattempo il Governo operava, ed opera, grandi tagli tagli ai trasferimenti ( miliardi non più dati) ai bilancio di Regioni e Comuni. La Cisl ha certamente fatto sponsor convinta a Tremonti, nonostante che ciò che il tremontismo in materia obblighi i gli Enti Locali a tagliare i serviz ed ad aumentare le tasse e le addizionali Irpef.

 

Ora in clima di elezioni anticipate grava  un gran fumo – oltre a quello dissennatodei fumogeni che tanti danni politici e sindacali hanno provocato – sulla riforma fiscale invocata nuovamente dalla Cisl e dalla Uil, per la quale la scaltra regia del Ministro Tremonti apre il tavolo il 20 ottobre, dopo aver fatto approvare la nuova Finaziaria ( che ha cambiato nome) riassunta in poche tabelli, in dati approvati dal Consiglio dei Ministri, da cui si dovrà partire per cercare i soldi che serviranno per la riforma fiscale. E Bonanni, per senso di responsabilità, si è ancora “impiccato” a quei numeri, che significano il rinvio delle soluzioni per i temi più importanti rivendicati. Vedasi il titolo e articolo di Conquiste del Lavoro “Finanziaria:varata la Legge di Stabilità” del 15/10/10, una cronaca ascettica con titolo su cinque colonne in prima pagina. Equivale, priva di commento, un via libera ancora una volta a provvedimenti che non individuano le risorse per lo sviluppo e per la riforma fisscale. Vedi su www.conquistedellavoro.it

 

Il Segretariodella Uil Luigi Angeletti a sostegno della cosiddetta piattaforma separata ha affermato “ Noi vogliamo fare una trattativa ed un accordo con il Governo sulle tasse, mentre non ci sembra oggi che la Cgil sia in condizioni di voler fare un’intesa. Per la prima volta i sindacati manifestano per ridurre le tasse”. Il primo periodo è un’affermazione gratuita stante il fatto che la verifica con Epifani non è mai stata fatta per scelta della Cisl e della Uil che hanno scelto la corsia privilegiata, a loro riservata, di Trewmonti e Sacconi. O no?  

 

Gran fumo ma temiamo che ci sarà poco arrosto. Esiste un volantone nazionale Cisl e Uil diffuso e discusso in periferia prima della manifestazione nazionale del 9 ottobre: Non è dato sapere se esista o meno una presentazione formale della piattaforma al governo.

Alleghiamo il testo.

 

Nei punti del volantone sopraccitato , ricompare dopo tanti silenzi anche il fiscal drag ma non come recupero, è rinviato ad un futuro indefinito. Forse è proprio questa evanescenza che ha consigliato Bonanni e Angeletti a non incontrare Epifani che ha sempre posto il recupero, seppure parziale e graduale, del fiscal drag sotto una determinata soglia di reddito.L’unità d’azione sul fisco era possibile, a portata di mano, la responsabilità prima di non averla ricercata, ma sbandierata solo a parole,  è della Cisl di Bonanni e della Uil di Angeletti.

 

Sarà la volta buona per ottenere risultati significativi a favore del lavoro dipendente, delle pensioni? Oppure è un diversivo per salvare una traballante strategia sindacale di collaborazione governativa, messa a nudo dalla crescente contestazione  alla strategia sindacale Cisl e Uil per le nuove relazioni sindacali che, in poche settimane, ha indicato come riferimento strategico il protocollo di Pomigliano che era stato accetato, invece, come un’eccezione per favorire il rientro di una produzione dall’estero ( Polonia) in un realtà territoriale dominata dalla camorra.

 

Valutando i primi passi fatti non può sfuggire che la priorità sia quella di voler rilanciare la “ditta” dei riformisti e dei modernisti in salsa berlusconiana, tremontiana o sacconiana che sia. Dare visibilità in pendenza di elezioni a chi avrebbe titolo per distribuire e negare la patente per far parte del club dei “riformisti”. Un club che dichiara a destra e a manca la sua ostilità al retaggio degli anni ’70 di cui sarebbe prigionirera proprio la Cgil ed il suo Segretario Generale Epifani.. Più che una strategia sindacale, i sindaclisti che fanno parte di quel club sono stati risucchiati in un disegno politco a favore del polo di centro-destra, hanno sottoscritto consapevoli o meno un patto di legislatura. E poi si ha il coraggio di puntare il dito contro Epifani e la Cgil!

 

Sono proprio i paletti già fissati da Tremonti con la Legge di Stabilità, non contestati né  da Bonanni né da Angeletti, a farci temere che scarso sarà l’arrosto. Ricordiamo la lotta alla povertà finita con la Social Cart? Ci saranno assicurazioni per la defiscalizzazione dei premi aziendali per i quali bisognerà spettare anni a riscuotere, dopo la crisi. Ora gli accordi aziendali si fanno per la Cig, per la mobilità ed aumentano quelli per licenziamenti indiritti e diretti. Magari si defiscalizzerano e splafoneranno gli straordinari anche in presenza di Cig è un controsenso sindacale e per la solidarietà tra lavoratori.

La Cisl e la Uil già sanno che a limitati sconti dell’Irpef sulla busta paga, per una bassa percentuale di famiglie numerose,  le tasse cresceranno per tutto il lavoro dipendente ( poco importa che sia la Regione o lo Stato ad incassare). I decreti varati per il Federalismo fiscale prevedono che l’addizionale regionale Irpef possa essere aumentata fino al 3%, ovvero una crescita di oltre il 300% dell’attuale limite massimo dello 0.9% per i redditi oltre i 28.000 euro annui; per i primi due scaglioni di reddito ( cioè inferiori ai 28.000 €) l’aumento dell’addizionale si fermerà ad 1.4% (oltre il 50% dell’attuale). Vedi allegato

 

Infine Cisl e Uil accettano il condizionamento di Tremonti ( non ci sono soldi)  di condizionare i benefici di eventuali riduzioni dell’Irpef ( scaglioni e detrazioni) ai risultati della lotta all’evasione fiscale (stimata a 125 miliardi) ed ala riduzione degli sprechi nella PA. Lotte sacrosante per le quali ci vogliono risorse ( es. più ispettori e fiscalisti, non basta la tracciabilità). Ma Tremonti rinvia anche qui, prende tempo e pensa ad altri condoni, mascherati o meno che siano.

La Cisl e la Uil con piglio populista e da podestà prendono di mira anche le rappresentanze elettive di piccoli comuni e comunità montane dove le indennità sono di poche decine di euro, dimenticando di rivendicare il taglio di spese militari non prioritarie che farebbero risparmiare decine di miliardi.

 

Parlano di evasione fiscale e poco o nulla dicono sull’evasione patrimoniale ( catasti che non funzionano). Chiedono giustamente di tasare le rendite finanziarie al 20 % ma nulla dicono pe ri lauti guadagni, per le forme di arricchimento del “fare soldi con i soldi” e sempre di “fare soldi senza soldi” con quanto consente il gioco in Borsa. In quel mondo si vorrebbe addirittura portare parte del reddito risparmiato dei lavoratori ( azionariato), quel modello americano che sulla finanza speculativa o di rischio a causato grandi danni all’economia mondiale ed ai lavoratori.

 

Pierre Carniti su Eguaglianza e Libertà scrive " ….il punto è che l’Irpef, da imposta sul reddito delle persone fisiche, si è di fatto tramutata in imposta specifica su salari e pensioni. Qualche dato può servire a rinfrescare la memoria dei più distratti….". Consigliamo la lettura dell’intero articolo che alleghiamo.

 

La Cisl e la Uil indicano giustamente la necessità del taglio ai costi della politica dimenticando che la priorità stà nel ridurre drasticamente il numero dei Parlamentari, di assegnare funzioni diverse alle due Camere, per accelerare i tempi delle decisioni e la competenza di chi decide.

 

Ma la priorità sembra essere quella di continuare il bisticcio con la Cgil, confinata a museo della storia del ‘900. La realtà è ben diversa ed è bene che Cisl e Uil si risveglino.

Allegati

1 – Volantone Nazionale Cisl-Uil sul Fisco

2- Piattaforma Cgil sul Fisco

3- Le proposte sul Fisco del Pd

4- Il nuovo fisco regionale

5 e 6  – Fisco1 e Fisco2  due file sulla piattafoma unitaria Cgil-Cisl-Uil del 27 novembre 2007

7 – Articolo di Pierre Carniti su Fisco, salari e pensioni

Allegato:
volantone fisco cisl e uil.pdf
Piattaforma Cgil Fisco_2010.pdf
Le proposte del Pd.doc
IL NUOVO FISCO REGIONALE.doc
Fisco2_27-11-07.pdf
Fisco 1_27-11-07.pdf
Fisco salari e pensioni_Carniti.doc

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