Il ritorno di Airaudo: quale sinistra sindacale?
L’elezione di Giorgio Airaudo a segretario generale Fiom del Piemonte, ha sorpreso e stupito non pochi, in quanto questo ritorno (Airaudo ha lasciato incarichi di segretario della Fiom sette anni fa, optando per la politica e le cariche elettive di partito) per un lato “restaura” pratiche che, per la specifica casisticaa del ritorno dalla politica, aveva superato da anni; per l’altro può ostacolare a Torino la ripresa e il consolidarsi di processi di unità d’azione e per l’unità sindacale, di cui si avverte un gran bisogno. Queste considerazioni fanno riferimento al ruolo e alle responsabilità di Airaudo ( da suddividere con quelle dei dirigenti sindacali della Fim e della Uilm) nelle vicende che hanno portato alle clamorose rotture a Torino, alla Fiat in particolare. E per il suo modo dirappresentare e concepire il ruolo di una “sinistra sindacale”, sia nei contenuti sia nell’immagine, che sconta rotture, considerate inevitabili e “necessarie” dell’unità sindacale. Adriano Serafino ha pensato, per la sua storia sindacale torinese caratterizzata da percorsi unitari, in particolare negli anni ’60 con quelli della Fiom, per costruire poi l’unità sindacale con la FLM, di esprimere le sue considerazioni, inviando una lettera a Giorgio Airaudo, che potete leggere in allegato.
Sono in seguito pervenuti, tramite e-mail, sette commenti –Dora Marucco, Carlo Daghino, Massimo Negarvile, Antonio Serlenga, PierLuigi Ossola, Gian Giacomo Migone, Aldo Celestino, Vittorio Buscaglione – alcuni sintetici altri più lunghi e molto articolati che ben esprimono un pluralismo di idee e considerazioni.
Giorgio Airaudo ha inviato il 28 settembre la sua risposta soffermandosi molto sulle vicende sindacali che lo hanno visto protagonista. Con il suo consenso la pubblichiamo in allegato. Serafino ha rilanciato con una nuova lettera a Airaudo (v.allegato), sottolineando i problemi sui quali, a suo avviso, Airaudo ha derubricato con un troppo laconico “…più che di “porte girevoli” avrei parlato, come ho fatto di “minestra riscaldata” . Serafino ha rlianciato su un preciso punto. Costruire una sinistra sindacale è cosa complessa, specialmente in Italia caratterizzata dal ruolo esorbitante dei partiti, con un grande ruolo di quelli di sinistra e del PCI in particolare negli anni ’60-’80; ricordando che c’è stato il tentativo riuscito per anni, quello della “sinistra sindacale sociale” costruita negli anni ’60 e proseguita per molti anni, nata in Lombardia (Carniti, Castrezzati, Antoniazzzi e molti) e poi emersa in altre provincie italiane, tra le quali quella torinese. Altra cosa è stata la “sinistra sindacale” con un riferimento politico-partitico, di cui Airaudo ha fatto parte e fa ancora parte, che di certo non facilita un percoso per l’unità d’azione e l’unità sindacale.
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