Addio, Francesco
Il 21 giugno abbiamo detto addio a Francesco Ciafaloni, 88 anni, al Tempio Crematorio di Torino. Una vita dedicata al sindacato nella Cgil, nel contempo impegnando gran parte del tempo allo studio, alla ricerca. E’ stato collaboratore di molte riviste e giornali. Per alcuni anni ha collaborato, con Alberto Tridente e Vittorio Rieser, alla redazione di questo sito. Francesco fa parte di quella generazione che possiede una preziosa memoria orale, anche critica, sulle lotte sociali e politiche degli ultimi decenni. Sulle battaglie date e su quelle non date.
Per ricordarlo riprendiamo due suoi inediti articoli sulla vecchiaia pubblicati in suo ricordo sulla rivista on line https://unacitta.it/it/articolo/2147-la-vecchiaia e il ricordo di Guglielmo Ragozzino che, sul sito https://sbilanciamoci.info/il-sindacato-come-organizzazione-di-sindacalisti/ recupera un articolo di oltre trent’anni fa di Francesco su “Il sindacato come organizzazione di sindacalisti”.

Addio, Francesco – dal ricordo nel n. 310 di www.unacittà.it –https://unacitta.it/it/articolo/2147-la-vecchiaia
<< Dedichiamo queste pagine a Francesco Ciafaloni, l’amico e compagno, che ci ha lasciato. In questi giorni ci siamo arrovellati, invano, a cercare di ricordare come era capitato da noi, tantissimi anni fa. Se era stato il suo amico del cuore Luca Baranelli a farcelo conoscere o chi altri. Fatto sta che per vent’anni e più non è mancato mai alle nostre cosiddette riunioni nazionali. Sempre col suo zaino, a piedi dalla stazione, sempre accampato nella casa di uno di noi. Non si poteva parlare di albergo con lui. E da allora, poche volte è mancato il suo intervento sul mensile.
Non era quasi mai d’accordo con noi politicamente, forse perché eravamo diventati molto critici verso quell’ideologia giovanile causa di tante occasioni mancate e, anche, di tante tragedie; ideologie e illusioni da cui lui, da saggio sociologo, era riuscito a star lontano. Ma temeva che in un certo senso, in questa furia autocritica, rischiassimo di “passare dall’altra parte”. Si potrebbe dire che ci tenesse a bada, come un fratello maggiore animato da un grande affetto. Sì, ci è servito anche a questo, al restare ancorati sempre e comunque ai lavoratori e al rispetto dei loro sindacati. A restare, comunque, “compagni”.
Poi all’improvviso, dopo un ricovero in ospedale per un intervento, è successo qualcosa. Non scriveva più e al telefono rispondeva che sì, stava leggendo e forse ci avrebbe mandato qualcosa per il prossimo numero. Ma poi il silenzio.
Tempo prima ci aveva mandato uno scritto anche personale, intitolato “La vecchiaia”, intimandoci, con un successivo messaggio, di tenerlo per noi. Abbiamo poi saputo che ne aveva mandato un altro, intitolato “Timor mortis”, a Luca. Oggi ci fa pensare a una specie di testamento, e oggi, purtroppo, possiamo pubblicarlo.
Addio Francesco. >>
In allegato il file con i due articoli inediti su “La vecchia” e “Timor mortis”
*****************************************************************
Il sito www.sbilanciamoci.info ospita il ricordo di Gugliemo Ragozzino allegando un articolo di Francesco “Il sindacato come organizzazione di sindacalisti” pubblicato nel 1994 sulla rivista “Economia e politica”.
<< Son passati trent’anni dal tempo di questo scritto di Francesco Ciafaloni: “Il sindacato come organizzazione di sindacalisti”. Da allora le cose sono molto cambiate; ciascuno di noi sa quanto e come, in bene e in meno bene. A parte gli scherzi. Francesco lavorava allora per il sindacato, a Torino, e si occupava anche di migranti; il rischio che correva era di perdere il lavoro, i contatti, le amicizie e anche di rendersi conto di avere già perso tutto, di non contare più niente, di doversi reinventare un compito e una nuova attività, ma senza quella sorta di copertura che il sindacato – il mondo del lavoro – gli dava, forse. Lo fece senza sgomento: per lui era più importante dire la verità, la sua verità. Sapeva le cose, sapeva leggere, sapeva spiegarsi. In origine la sua era una famiglia di campagna che lo aveva aiutato a diventare ingegnere. Da giovane ingegnere era andato in America, a imparare la lingua, i modi, l’industria del petrolio. Se gli chiedevi, potevi accorgerti che sapeva tutto, e del petrolio e dell’Eni e del resto. Difficile sopportarlo, per i petrolieri, con tutti i suoi se e i suoi ma. Sapendo scrivere e leggere è venuto a Torino per lavorare da Bollati Boringhieri e poi da Einaudi. Trovò amici, come Luca Baranelli che scrisse con lui “Una stanza all’Einaudi”, ma poi, per ristrutturazioni editoriali e convenienze varie, perse il lavoro. Poi fece un po’ il sindacalista. Non era persona da chiedere qualcosa. Sapeva solo offrire.
Per imparare ancora, per non perdere i contatti, per continuare a fare, a scrivere dell’altro, si infilava in qualche sede sindacale, un po’ di straforo, per leggere tutto – notiziari, agenzie, riviste – tenersi informato, essere in grado di rispondere a chi gli chiedesse qualcosa: vuoi del petrolio e dell’energia, vuoi del sindacato, o dei libri, oppure di tutto il resto. Non si vantava di saper spiegare le cose, lo faceva e basta. Parlava con interesse e curiosità, senza mai mettersi in mostra, anzi dandoti l’impressione di essere tu a sapere le cose e lui ad ascoltare e imparare.
Aveva bisogno di essere al corrente, di capire, di apprendere. Con Carlo Donolo, il grande sociologo che non c’è più, ci eravamo spartiti il mondo in tre parti: il Governo lo controllava Carlo, il Lavoro era compito di Francesco, Il Potere industriale era affare mio. Carlo se ne è andato da otto anni ormai e naturalmente i governi, uno dopo l’altro, ne hanno approfittato. Anche il Potere industriale, del tutto indifferente, non ha fatto una piega; rimaneva il Lavoro. Esso è sempre stentato e mal pagato; ci sarebbe molto da fare, da dire, da organizzare, ma Francesco è diventato stanco, molto stanco: stava male. Ha chiesto aiuto, ma non abbiamo saputo darglielo; non c’è stato verso. Lui voleva solo dei libri, una sala di lettura e una platea, anche piccola, minima, capace di ascoltarlo, di discutere, di ringraziarlo, alla fine.

Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!