PNNR dopo 12 mesi
Il PNRR ha dodici mesi: commenti e monitoraggio. L’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani (CPI), nel 2021, è stato un centro studi che ha analizzato con occhio critico il varo e l’iter del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnnr) pubblicando12 note. Il CPI è diretto da Carlo Cottarelli un tecnico-politico che più governi e ministri hanno assunto come consulente…spesso, poi, scaricandolo perché “ingombrante” con le sue analisi e osservazioni.
L’ultima Nota del CPI così inizia. Dal cambio di Governo avvenuto tra gennaio e febbraio 2021, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è stato uno dei più importanti temi nel dibattito pubblico italiano. Già nel discorso di insediamento a febbraio, il Presidente del Consiglio Mario Draghi presentò la sua visione sul meccanismo di governance del PNRR. Nel mese successivo, il regolamento della Recovery and Resilience Facility (RRF) – lo strumento primario di finanziamento del piano Next Generation European Union – definiva i finanziamenti attribuibili all’Italia, ossia 191,5 miliardi di euro di cui 68,9 miliardi in sovvenzioni e 122,5 in prestiti. Tali fondi, come indicato nel piano presentato in aprile, sono stati integralmente richiesti dall’Italia: il piano complessivo risulta tuttavia più ingente – con una cifra che supera i 235 miliardi di euro – a causa degli altri fondi comunitari e dei 30 miliardi di fondo complementare finanziato con emissioni obbligazionarie italiane. A seguito dell’approvazione definitiva del piano italiano, sono stati resi noti i dettagli sull’allocazione dei fondi tra i singoli investimenti e il contenuto delle riforme.
A fronte di questi sviluppi, l’Osservatorio CPI ha analizzato i principali aspetti e le criticità relative alle aree più importanti del PNRR, come istruzione, ricerca, concorrenza, divari territoriali e la riforma della pubblica amministrazione. L’approvazione definitiva del PNRR da parte del Consiglio Europeo, arrivata il 13 luglio 2021, è stata accompagnata dalla fissazione di 527 condizioni – suddivise in traguardi qualitativi (“milestones”) e obiettivi quantitativi (“targets”) – da rispettare: questi “paletti” risultano estremamente importanti, perché l’erogazione delle rate semestrali sarà condizionato al soddisfacimento di tali condizioni.[1]
Ad agosto l’Italia ha ricevuto un prefinanziamento di 25 miliardi e a settembre vi erano 42 condizioni ancora da raggiungere entro la fine dell’anno, quasi interamente di carattere qualitativo: in particolare, l’approvazione di leggi delega per la riforma del processo civile e penale, e l’entrata in vigore di tutte gli atti legislativi per la revisione del sistema degli appalti pubblici. Queste condizioni sono state poi tutte soddisfatte. Nell’ultimo trimestre del 2021 sono emersi ulteriori dettagli sul piano: quali ministeri avrebbero gestito il maggior numero di progetti? Come saranno ripartiti i fondi europei tra amministrazioni centrali ed enti locali? Guardando in avanti, l’Italia nel 2022 dovrà rispettare 100 condizioni, di cui 83 traguardi qualitativi e 17 obiettivi. Tra le principali condizioni vi sono l’approvazione del nuovo codice dei contratti pubblici, il passaggio parlamentare della legge sulla concorrenza e la riforma dell’istruzione primaria e secondaria. (…) la nota prosegue con i seguenti capitoli
- La governance del Recovery plan: cosa faranno gli altri paesi?
- Tutto quello che avreste voluto sapere sul Recovery fund
- Il Piano nazionale di ripresa e resilienza in sei punti
- Cosa c’è nel PNRR: istruzione e ricerca
- Cosa c’è nel PNRR: concorrenza e mezzogiorno
- La riforma della pubblica amministrazione: cosa manca nel PNRR
- Le 527 condizioni della Commissione europea per il Recovery Fund
- Un chiarimento sul legame tra il prefinanziamento e gli investimenti del PNRR
- Il PNRR è appena iniziato e c’è già molto da fare
- Chi gestirà le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza?
- Quanto aumenta la disponibilità di asili nido con il PNRR?
- L’attuazione del PNRR nel 2022: cosa è previsto?
Per leggere il testo del CPI attivare questo link https://osservatoriocpi.unicatt.it/ocpi-pubblicazioni-il-pnrr-dodici-mesi-di-commenti-e-monitoraggio?mc_cid=4480a883fc&mc_eid=eafdbb123e
Articoli correlati – A fine settembre 2021 Il Foglio ha organizzato un interessante convegno “Il Festival dell’innovazione”. Molti gli interventi tra i quali quello di Marco Leonardi, il consigliere economico di Draghi che ha sottolineato: “La vera sfida del Recovery comincia ora Per spendere i fondi europei bisogna dare una mano ai comuni. Entro fine anno la riforma degli ammortizzatori sociali”. Così ha iniziato. “Finora abbiamo costruito l’architettura del Pnrr. Ma adesso comincia la vera sfida che è l’implementazione del Recovery, con il monitoraggio della prima tranche dei finanziamenti europei da parte della cabina di regia istituita dal governo”. Il Capo Dipartimento alla Programmazione Economica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri Marco Leonardi chiarisce, intervenendo al Festival dell’Innovazione del Foglio, quali sono gli obiettivi del governo Draghi per i mesi a venire: “I veri enti attuatori sono i comuni e sarà lì che si dovrà valutare la caduta dei progetti europei. Per questo ci dovrà essere una sorta di tutoraggio, di aiuto nei confronto di chi dimostra di non saper rispettare il crono programma”. Non ci sarà, come spiega Leonardi, un sistema di punizioni per gli enti inadempienti ma “una forma di aiuto, vista la storica difficoltà che abbiamo nel nostro paese a spendere i fondi europei”. Per questo, fondamentale sarà “investire sulle competenze tecniche di chi dovrà completare sui territori i progetti, colmando le disparità territoriali. Tenendo presente che ci siamo dati l’obiettivo ambizioso di investire il 40 per cento delle risorse al sud“. (…) L’impatto che la pandemia ha avuto sulle dinamiche occupazionali è stato notevole. Cosa si può fare per colmare il vuoto di competenze che emergono nel mercato del lavoro italiano? “Nel Pnrr su questo tema abbiamo un progetto molto ambizioso, e cioè cercare di riqualificare fino a 3 milioni di persone entro il 2025”, dice Leonardi. “In alcune regioni come Lombardia e Veneto i centri per gli impiego funzionano bene. La sfida è arrivare a una omogeneità a livello nazionale”. (..) per proseguire attivare questi link https://youtu.be/ic9wojINaA0 https://www.ilfoglio.it/tag/festival-dell%27innovazione/ Nel file allegato si possono attivare i link di altri audio-video di interventi svolti al Festival dell’Innovazione.
Fatima Farina, su Il Mulino on line di Agosto, pubblica un artricolo di riflessione che così inizia. L’abolizione della naja, il servizio di leva obbligatorio, rappresenta un cambiamento significativo sia nei rapporti tra cittadini e Stato sia nella concezione del ruolo che i militari devono ricoprire nella vita civile di un Paese. Il 23 agosto 2004 viene approvata la cosiddetta legge Martino, dal nome dell’allora ministro della Difesa nel governo Berlusconi bis. La legge trovò ampia accoglienza trasversalmente ai partiti di centrodestra e di centrosinistra (votarono contro Rifondazione comunista e Verdi). La legge anticipava la sospensione della leva in tempo di pace prevista dalla legge delega 331/2000 approvata dal governo D’Alema. Si interrompe in questo modo la storia del servizio di leva obbligatorio che va dalla sua istituzione nell’Italia unitaria alla sua riconferma alla nascita della Repubblica, quando la leva militare diviene un dispositivo compensativo dell’esautorazione, operata dal ventennio fascista, dei diritti politici e sociali. Essa rimanda alla difesa militare di popolo, connotandola al maschile. (…) per proseguire aprire l’allegato
Nel PNNR APPROVATO alla Pag 206 si legge – Pnnr M5C1.2 SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE Investimento 2.1: Servizio Civile Universale L’obiettivo del progetto è potenziare il Servizio Civile Universale, stabilizzando il numero di operatori volontari e promuovendo l’acquisizione di competenze chiave per l’apprendimento permanente (soft skills, competenze personali, sociali, competenze di cittadinanza attiva), in linea con la Raccomandazione del Consiglio del 22 Maggio 2018 (2018/C/189/01). (…) Il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale è responsabile dell’attuazione di questo intervento, che dispone di un ammontare complessivo di 650 milioni di euro per il periodo 2021- 2023 e che è riconosciuto dalla legislazione italiana come strumento di apprendimento non formale dei giovani di età compresa tra i 18 e i 28 anni. (…) Come valutare se è un buon o un programma insufficiente? Scrivi un commento.
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