Lo spauracchio della troika
Non è lo spauracchio della troika il vero nemico da temere. Le condizionalità Eu osteggiate da Salvini, sono virtuose per noi….
Gian Giacome MIgone inizia così il suo articolo su Il Manifesto. La veemenza con cui Salvini ha respinto quelli che ha definito i ricatti di alcuni stati europei, virtuosi o presunti tali, nei nostri confronti, legittima la domanda se alcune condizionalità a cui costoro vorrebbero sottoporre l’accesso dell’Italia a questo o quell’aiuto europeo non possano essere effettivamente virtuose. Cioè medicine necessarie alla buona e duratura salute del paziente, al di là della solidarietà collettiva che, a giusto titolo, rivendichiamo, colpiti più di altri dalla pandemia.
In realtà lo spauracchio, strumentalmente agitato da Salvini e che suscita giuste preoccupazioni all’interno della stessa maggioranza governativa, è quella della Grecia, in passato preda di una troika che colpiva non evasori ed elusori fiscali, ricchi, armatori e non, bensì i comodi bersagli delle buste paga di pensionati, operai ed impiegati in regola con il fisco. Con il risultato d’ingrassare esosi creditori stranieri, perlopiù tedeschi, ed obbligare il governo di Atene a svendere infrastrutture essenziali, porti, aeroporti.
Chiediamoci, invece, se governi assai più socialdemocratici del nostro, a Helsinki, Stoccolma, Copenhagen, tanto per essere precisi, davvero intendano ripetere questo scenario, o non abbiano, piuttosto, a mente arretratezze e disfunzioni che sarebbe interesse innanzitutto nostro affrontare, usando la pandemia per individuare e correggere storture altrimenti intoccabili. (…) per proseguire aprire l’allegato
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