In nome delle patrie…
Sotto la bandiera della patria, per la difesa dei sacri confini o per la sicurezza nazionale da sempre si trovano veri patrioti, ma nel nome delle patrie agiscono anche faccendieri e briganti di ogni genere alla ricerca del lucro e degli affari. E’ il tragico dilemma di tutte le guerre. Succede anche nella guerra in corso dopo l’aggressione voluta da Pulin violando la più elementare e sacrosanta norma del diritto internazionale. Siamo per “Russian go home” alla situazione del febbraio 2021, siamo per la resistenza Ucraina finalizzata ad un cessate il fuoco, per l’avvio di un negoziato internazionale per il ritiro delle truppe russe e la definizione di specifiche autonomie per le regioni del Donbass e della Crimea, con conseguenti referendum sotto il controllo ONU. Pensiamo che la neutralità dell’intera Ucraina con la garanzia di sicurezza dell’Onu sia più efficace per un pace duratura rispetto altre ipotesi. Pensiamo che per difendere i valori dell’Occidente, che non sempre coincidono con le scelte dei governi occidentali, la strategia da seguire non sia prospettata al vertice di Vilnius, trasformando la Nato in gendarme del mondo (vedi in allegato l’articolo di Lucia Annunziata). Siamo contrari che sia la Nato, organismo militare, a dettare la linea poltica verso la Cina (vedi in allegato l’articolo di Lorenzo Lamperti). Siamo e ci sentiamo occidentali e per questo diciamo un convinto No a tale progetto. Sosteniamo caparbiamente, in alternativa, il rilancio dell’Europa e la riforma dell’ONU.
Domenico Quirico, alla vigilia del vertice Nato a Vilnus, in “La guerra ha perso i suoi obiettivi con Putin è venuto il tempo di trattare”, su La Stampa de 11 luglio, scrive “In questo tempo, che nell’isolamento delle trincee prima di spezzare i corpi dissolve senza misericordia le anime, la progressiva scomparsa di ogni obiettivo definibile è diventata la vera chiave della guerra. La guerra in sé e per sé: l’esempio perfetto, avrebbero detto i marxisti, della guerra reazionaria che sul campo fa strage dei proletari di entrambe le parti e ingrassa gli affaristi di molte latitudini...”.Vedi testo in allegato.
Il vertice Nato di Vilnius, preceduto dalle polemiche e dalle divisioni in merito all’annuncio di Biden di inviare bombe a grappolo al’Ucraina, si è concluso con un documento che contiene queste due righe in merito all’adesione dell’Ucraina alla Nato «Saremo in grado di estendere un invito all’Ucraina quando gli alleati saranno d’accordo e quando le condizioni saranno soddisfatte». Ovvero, se ne parlerà quando la guerra sarà terminata perchè altrimenti il paesi della Nato, oltre ai finanziamenti e alle armi, dovrebbero anche mandare loro truppe a combattere (art.5). Queste parole, in sè non prive di cinismo, valorizzano ancor di più quanto Domenico Quirico ha scritto su La Stampa e ripropongono la validità dell’Appello per il cessate il fuoco promosso il 3 Luglio a Roma articolato in questi cinque punti.
CESSATE-IL-FUOCO: LA PAROLA ALLA DIPLOMAZIA
1 -Dal convegno “Guerra o pace?”, svoltosi in una sala del Senato il 30 giugno scorso, sono emerse le conclusioni riflesse in questo documento, con il quale si intende contribuire a dare rappresentanza sociale e politica ai sentimenti di pace che percorrono l’opinione pubblica e raccogliere le adesioni di coloro che ne condividano il contenuto.
2 – Nel perdurare del conflitto in Ucraina, ci rivolgiamo ai parlamentari italiani per promuovere un cessate-il-fuoco presidiato da forze dell’ONU con la supervisione dell’OSCE, e il simultaneo avvio di negoziati per una conferenza di pace e sicurezza in Europa. Il protrarsi della guerra, infatti, rischia di aggravarsi fino al confronto nucleare, alla possibile destabilizzazione della Russia e alla caduta in mani incontrollabili del suo arsenale atomico. L’opzione proposta scongiurerebbe tali rischi, affronterebbe con gli strumenti della diplomazia le spine all’origine del conflitto, aprirebbe la via a nuove architetture di sicurezza nel nostro continente e permetterebbe di riportare la Russia nel consesso europeo in un quadro di collaborazione che eviti futuri confronti e prevenga il consolidarsi di sentimenti antioccidentali. Inoltre, offrirebbe all’Europa l’opportunità di farsi capofila della propria sicurezza, nella lealtà atlantica e con la dovuta attenzione alle azioni in corso da parte del Vaticano e di altri importanti interlocutori internazionali.
3- È urgente, quindi, dar luogo a un’iniziativa parlamentare che ispiri il Governo italiano, e gradualmente tutti i membri dell’Unione Europea e dell’Alleanza, a una visione lungimirante per l’Europa, in modo da non distogliere energie dai temi planetari della nostra epoca e scongiurare l’infausta prospettiva di lasciare alle giovani generazioni un mondo devastato dall’odio. L’avvio di un negoziato – e di una visione – di pace si avvarrebbe di cultura e strumenti già disponibili e praticati in passato: i principi di Helsinki; le regole fondative dell’OSCE; le iniziative di cooperazione emerse dagli anni Novanta in poi nella stessa Alleanza Atlantica. Lo scopo finale sarebbe la costruzione, in Europa, di un sistema di garanzie reciproche che nessuno avrebbe interesse a scardinare. La ricostruzione dell’Ucraina farebbe ovviamente parte del progetto.
4- Questo documento si propone di tradurre in iniziativa politica il diffuso e crescente desiderio di pace che attraversa l’Italia e l’Europa. Attorno a esso intendiamo raccogliere componenti del Parlamento e della politica, al fine di indirizzare un chiaro messaggio all’Italia, all’Europa e agli Stati Uniti per la stabilità del nostro continente. Anche perché senza ampi correttivi da mettere subito in atto, le nuove adesioni alla NATO apportano ben pochi vantaggi; anzi, irrigidiscono ancor più il confronto globale. Perciò auspichiamo che nel prossimo Vertice di Vilnius non siano adottate precipitose decisioni sul futuro status dell’Ucraina che priverebbero il negoziato di un importante elemento di trattativa.
5- Chiediamo a chi condivida questo documento di aderire e rendersi disponibile a un coordinamento interparlamentare per gli obiettivi indicati. Non sarà un cammino facile, né breve. Tuttavia, è il solo che appare ragionevole, nel generale interesse.
Roma, 3 luglio 2023
In allegato: il testo con i firmatari promotori; due articoli sul commento di di Zelensky alle decisioni della Nato. Altro articolo correlato qui https://volerelaluna.it/mondo/2023/07/12/la-guerra-in-ucraina-e-la-crisi-dellordine-occidentale/
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