IMMOBILI DELLA CHIESA – tasi – ancora esentati –

Gli immobili della Chiesa esentati anche dalla Tasi! Correva il mese di dicembre 2011. L’allora premier Mario Monti alla domanda “ Estendere l'Ici (anzi l'Imu) a tutti gli edifici della Chiesa cattolica?” così rispondeva incontrando i giornalisti della stampa estera “È una questione che nel pacchetto urgente non ci siamo posti ancora”. La polemica sulle esenzioni della tassa sugli immobili della Chiesa, su quelli che pur non essendo di culto, tuttavia non sono esclusivamente commerciali, era destinata a esplodere di nuovo. Cambiano i nomi della tassa sugli immobili (Ici, Imu, e altri ancora fino alla Tasi) ma resta immutato il livello di esenzione ( molto ampio come interpretazione) per gli immobili della Chiesa, ovvero quelli adibiti parzialmente o totalmente ad attività sociali, al no profit. Regola che no vale ad esempio per le cooperative sociali di tipo A e B ( vedi allegato).

Scrive Roberto Petrini su La Repubblica « il testo finale del decreto legge su “Disposizioni urgenti in materia di finanza locale” (..) é in uscita sulla Gazzetta ufficiale, prevede al comma 3 dell’articolo 1, in modo esplicito e dettagliato, un regime di esenzione dalla Tasi per luoghi di culto, oratori, sedi di associazioni di volontariato e tutto quanto svolge un ruolo sociale, compresi gli stabili di proprietà dello Stato, Regioni e Province (…) La chiarificazione arriva dopo il “giallo” scoppiato in seguito al consiglio dei ministri di venerdì scorso, 28 febbraio (…) Il testo del Consiglio dei ministri di venerdì prevedeva espressamente, all’articolo 4, l’esenzione limitata a 25 immobili di proprietà del Vaticano tra cui le Basiliche di San Paolo e Santa Maria Maggiore e il Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo.

Anche il comunicato stampa di Palazzo Chigi, emesso alla fine della riunione, faceva riferimento esplicito solo a questa tipologia di edifici citati peraltro dai Patti Lateranensi del 1929 (…) Dopo un serrato confronto tecnico tra gli uffici del Dipartimento delle Finanze e Palazzo Chigi ieri ( 4 marzo) si è giunti (…) alla correzione di rotta finale: il testo definitivo inviato alle tipografie del Poligrafico per essere stampato sulla Gazzetta Ufficiale, composto di 21 articoli, risulta abbondantemente rimaneggiato: al comma 3 dell’articolo 1 si spiega, che sono esenti dalla Tasi “gli immobili posseduti dalla Stato” e che si applicano, inoltre, le esenzioni previste dalla legge che ha istituito l’Ici. La relazione tecnica riporta con trasparenza le fattispecie ora espressamente esenti, anche dopo il passaggio da Imu a Tasi: destinazione culturale, fabbricati appartenenti a Stati esteri e organizzazioni internazionali, immobili delle associazioni no profit (escluse le sedi di partito), immobili della Santa Sede e, infine, i fabbricati “destinati esclusivamente ai luoghi di culto”.

Una chiara precisazione necessaria perché la natura della Tasi, che si paga sui servizi comunali, indipendentemente dal possesso, è diversa da quella dell’Imu che si paga sulla proprietà. Cambiando la motivazione, se non ribadite, sarebbero scomparse anche le esenzioni. Per il mondo della Chiesa un sospiro di sollievo (avrebbero corso il rischio di pagare 8.340 Chiese e oltre 19 mila oratori), pericolo scampato anche per il mondo del volontariato. Per gli ambienti laici, reduci dalla polemica degli ultimi anni, sul pagamento dell’Imu sugli immobili commerciali della Chiesa, un nuovo privilegio indebito. Per i Comuni ai quali il decreto riduce a 625 milioni (dai 700 previsti alla vigilia), invece, una mancata opportunità di gettito ».

Alleghiamo tre articoli.

  • Immobili della chiesa esentati dalla Tasi di Roberto Petrini su La Repubblica 5-3-14
  • Gli edifici della Chiesa di A.Calabrò 2011
  • Imu, sintesi  Regolamento il no profit paga_G.Meroni 2012

 

Allegato:
immobili_chiesa_e_esenzione_tasi_petrini.pdf
gli_edifici_della_chiesaici_e_imu-a.calabro_2011.doc
il_no_profit_deve_pagare_imu_norme_definitive_2012_meroni.doc

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