UN “BRUTTO” CONGRESSO FP-CISL – nominati dall’alto e ratificati – clericalismo in campo laico –

Il 22 settembre a Bologna si è svolto un interessante e riuscito seminarioFare giustizia insieme e la questione.  Il sindacato è un problema o una risposta?”, promosso da tre siti di anime diverse della Cisl. Il 26 settembre a Torino si è celebrato un “brutto” Congresso Straordinario della Fp Cisl del Piemonte, stravolgendo elementari regole statutarie. A Bologna Domenico Cella, presidente dell’Istituto studi Alcide De Gasperi, nel suo intervento ha utilizzato il saggio sociologico di Roberto Michels sulla degenerazione oligarchica nei movimenti democratici, che risale al 1909 e risulta di grande attualità per la realtà dei nostri giorni. Nella parte finale del suo brillante intervento ha posto queste riflessioni sulla Cisl.

(…) Due ragionamenti sul sindacato a partire dallo Statuto e dai Regolamenti della Cisl. Da quanto ho capito, dopo il voto degli iscritti sui luoghi di lavoro per la scelta dei delegati nei congressi delle Federazioni territoriali, la Cisl è un’organizzazione di delegati di delegati, su su fino al Congresso per la scelta dei massimi dirigenti confederali. Dopo l’iniziale partecipazione il semplice iscritto, se non coinvolto come delegato o dirigente, non “vede” più l’organizzazione. Insomma, una estenuata democrazia di delega, che giustificherebbe (se non elezioni dirette almeno per qualche gradino dell’organizzazione) forti innesti di democrazia partecipativa. Tra le finalità indicate dallo Statuto (art. 2), quelle esplicite e tangibili non mi è sembrato contemplino servizi organici e veri momenti organizzati per la partecipazione della generalità degli iscritti (la sequenza informazione, formazione-consulenza, discussione e consultazione). Con riguardo alla consultazione, vorrei dire che proprio un corpo intermedio come il sindacato potrebbe prevedere nel suo Statuto e soprattutto sperimentare in pratica il referendum deliberativo, vivendolo come una preziosa integrazione (non una alternativa) della democrazia rappresentativa. (…)

Il Congresso straordinario del Funzione pubblica Cisl del Piemonte, dopo un anno e mezzo di commissariamento (Mauro Giulattini), si è svolto il 26 settembre al Serming di Torino, seguendo una procedura irrituale, che sta diventando prassi, di non indire i pre-congressi di base, con la procedura prevista da Statuto e Regolamento che obbliga all’informazione e alla convocazione di tutti gli iscritti. Dopo le aperte violazioni di norme statutarie che hanno accompagnato la deliberazione del Commissariamento delle strutture della Fp, dopo l’espulsione di iscritti con procedure indiziarie che ricordano i tribunali del Papa Re, dopo la revoca di trattenute sindacali (possibili solo ad opera dell’interessato che ha firmata una delega!!!) operata dalla Fp per far decadere (in quanto risultante non più iscritto) un ricorso di difesa di un iscritto ingiustamente espulso, e altre cose di questo mondo repressivo, all’Arsenale della Pace sono stati invitati 163, in rappresentanza dei circa 13mila iscritti.

I 163 non erano delegati eletti perché non sono state fatte le assemblee precongressuali. Dopo gli interventi canonici (vedi allegato da sito cisl) si è eletto, con lista chiusa, il Consiglio Generale (34 componenti), che hanno eletto successivamente il Segretario Generale Fp del Piemonte, Aldo Blandino ( con 28 voti) e poi i due segretari: Maria Pia Mascetta e Alessandro Bertaina. In pratica una sequenza di nominati-ratificati. Prima una nomina dall’alto dei 163 delegati, poi la nomina dei 34 con lista bloccata.

Una cosa seria? Per chi dirige comandando forse. Per noi, che facciamo nostre le riflessioni di Domenico Cella, presentate al seminario di Bologna, definiamo quanto avvenuto con il Commissariamento e il Congresso straordinario della FP un caso allarmante d’involuzione democratica con pratiche di autoritarismo, di imposizione di vincoli di obbedienza e di fedeltà ai superiori tipici della chiusura e dell’obbedienza del clericalismo, che fa maggiori danni quando mette radici in campo laico, come il sindacato. La Confederazione consente ed è complice di questo modo d’intendere la democrazia – privata del senso critico e della libertà di parola – perché essa stessa lo utilizza.

Allegato:
il_congresso_straordinario_fp_cisl_piemonte.doc

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