TROVA UN PO’ DI TEMPO – redazione aperta di Sindacalmente – Lunedì 19 marzo ore 16.30

Carissimi amici e compagni, abbiamo provveduto ad un restyling del nostro sito  Sindacalmente che è attivo da 2 anni e 15 settimane, ed ha stabilizzato un flusso di visite, dall’inizio del 2012,  tra 480-520 visite settimanali (media 2.200 mensili) con punta max di 850 settimanale all’inizio di gennaio. Siamo lontani dal traguardo che ci siamo posti di quota 5.000 mensile da raggiungere entro il primo semestre del 2012. E’ possibile con una piccola collaborazione di tutti  è vorremo discuterne con chi oggi visita ed apprezza il nostro lavoro.

La finalità primaria del nostro lavoro rimane quella definita con il gruppo promotore nel giugno 2009, essere utili alla ripresa dell’unità d’azione tra i sindacati, diffondere conoscenze tra i lavoratori, le Rsu, condizione necessaria per  selezionare proposte unitarie e battersi per riforme che trasformino il lavoro e la vita dei lavoratori, introducendo periodi di efficace formazione periodica nell’arco della vita che faciliti la mobilità da posto a posto di lavoro, garantendo una sicurezza economica al lavoratore.

Se volgiamo lo sguardo agli eventi di questi ultimi mesi, e più in specifico alle questioni sindacali sul contratto nazionale Fiat, alle nuove norme per le pensioni, ed ora al negoziato sul mercato del lavoro, non si può non constatare che le norme più negative subite sono una diretta conseguenza della mancanza di unità strategica tra le tre principali Confederazioni sindacali, se non di aperta rottura come nel caso della Fiat.

Non solo, i negoziati che vedono protagonisti i sindacati sono di fatto costruiti e condizionati dai media anziché dai negoziatori e dai lavaratori.  E’ una conseguenza della mancanza di pratiche unitarie per l’unità d’azione anche quando si dispone di un documento confederale unitario come nel caso del confronto con il governo Monti. S’incontrano, tra l’altro di rado, per routine i tre segretari confederali e stop. Non ci sono riunioni unitarie nel territorio, né di dirigenti e responsabili sindacali, né di Rsu e tantomeno si convocano assemblee unitarie sui luoghi di lavoro e pubbliche.

Da questa debolezza strategica i media ed il governo costruiscono la loro influenza sull’opinione pubblica e la loro forza impositiva sui negoziati. Si può cambiare!

Abbiamo bisogno della vostra collaborazione: idee, segnalazioni ed anche di un piccolo contributo di 10 € per coprire i costi dell’ultimo restyling ( 350 €) e di gestione. Le vostre idee servono per definire, a breve,  un agile documento con pochi e chiari obiettivi (  5-6 max), radicati nel sentire dei lavoratori e già oggetto di analisi di ricercatori, tali da far rialzare la testa, e la voglia di battersi,  a chi crede veramente in riforme che modifichino al meglio la vita ed il lavoro. Un documento da fare circolare nel sindacato a tutti i livelli.

Pensiamo che sia indispensabile togliere di mano agli ideologi, ai politici liberal-conservatori la bandiera della flessibilità e della mobilità, sia per la vita lavorativa che quella sociale. Lo snodo è quello di una diversa ripartizione del lavoro, degli orari, della formazione e delle conoscenze nell’arco della vita. Qui  proponiamo idee da approfondire già nell’incontro di Lunedì 19 marzo, ore 16,30, a Paralleli:

1 – Tempo di vita e tempo di lavoro. Rivendicare la possibilità di part-time per lavoratori anziani con relativo anticipo di parte dell’assegno pensionistico già maturato. Elevando l’età pensionistica ( a breve, sarà a  67 ) s’accentuerà il processo – già registrato in alcuni paesi ( es. Germania) – dell’uscita anticipata pagando il prezzo di un minor assegno pensionistico. Ma 67 anni sono davvero troppi a fronte delle nuove caratteristiche della prestazione lavorativa imposte della concorrenza globalizzata (intenso utilizzo impianti e turni, prestazioni più saturate) ed anche troppi per le gioie sottratte (es. stare con i nipotini) e per i sacrifici dovuti per assistenza (es. welfare famigliare). Per questo pensiamo che verso i sessant’anni si dovrebbe consentire di continuare l’attività produttiva con orario parziale (giornaliero o settimanale), compensando la riduzione del reddito da lavoro con  l’anticipo del montante assicurativo maturato. Così, continuando a versare contributi, si salvaguarderebbero i conti dell’Inps e della previdenza pubblica, e la qualità della vita.

2 – Giovani, studio, tirocini per le professioni, lavoro sociale. Questa è l’idea in due punti che vogliamo discutere con voi. Il primo, introdurre un periodo di 9 mesi di lavoro civile obbligatorio ( retribuito con contributi per la pensione) con formazione e per attività di grande utilità sociale ai Comuni ed Enti Locali, eliminando le “degenerazioni” constatate in molte esperienze dell’obiezione di coscienza. Il secondo, i tirocini per accedere alle libere professioni siano realizzati all’interno del ciclo delle scuole superiori con un compenso sindacale seppure modesto. In Europa, è già in parte così.

3 – Redistribruire il lavoro e l’orario. La soluzione tedesca ( a fronte delle crisi aziendali si riduce per tutti l’orario non contrazione del salario) è a portata di mano nel nostro paese qualora si renda cogente la normativa dei contratti di solidarietà e la flessibilità della mano d’opera con percorsi guidati da azienda ad azienda, da posto di lavoro a posto di lavoro,  caratterizzati da un’efficace formazione professionalizzante coperta da un salario minimo e da contributi previdenziali.

4 – Selezionare alcuni progetti per un nuovo modello di sviluppo, ad esempio: green economy ed energie alternative, alta velocità per autostrade informatiche (banda larga), autostrade del mare per trasporto merci, mobilità sostenibile su ferro e su gomma, per merci e cittadini. Edilizia popolare calmierata. Commesse e nuova occupazione, con piani di ricerca finalizzata ( progetti industriali governativi).

5 – Democrazia sindacale – Trasferire le norme ed i criteri già in atto da anni nel settore pubblico, dove dopo la ristrutturazione dei comparti, si è votato per la rielezione delle Rsu in questi giorni. Rimediare allo scempio che il Referendum del 1995 ha inflitto all’art.19 dello Statuto che ha permesso alla Fiat, con consenso dei sindacati firmatari degli accordi separati, di estromettere la Fiom dalle elezioni per le Rsu.

Lunedì 19 marzo ci troviamo, dalle 16,30 alle 19,  presso la sede di Paralleli, in via La Salle 17 a Torino, per approfondire. Se non puoi venire per ragioni di tempo ma condividi il nostro intento facci pervenire un tuo sintetico parere via e-mail o anche un semplice riscontro di disponibilità.

La Redazione di Sindacalmente

Torino, 15 marzo 2012

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