La Nigeria è il paese più popolato del continente africano con circa 150 milioni di abitanti. È una repubblica federale composta da 37 stati con tre grandi gruppi etnici e circa 250 sotto gruppi.
I tre principali gruppi etnici sono: gli Haussa – Fulani che vivono nel nord del paese e sono in maggioranza di religione musulmana, poi ci sono i Yoruba che vivono nel sudovest dove più della metà di essi sono di religione cristiana e l’altra meta islamica e animista, infine ci sono gli Ibo che vivono nel sud-est e sono in maggioranza cristiani. Questi grandi gruppi debbono convivere in un mosaico demografico difficile. Oltre alle lingue tradizionali proprie di ogni gruppo, l’unica lingua in uso tra i vari gruppi etnici rimane l’inglese che è anche la lingua ufficiale della Nigeria. Tuttavia, esiste una versione “africanizzata” dell’inglese detta comunemente “Broken English” o “Pidgin English” molto diffusa tra le varie comunità.
L’economia della Nigeria è principalmente basata sulle esportazioni petrolifere che rappresentano il 30% del Pil, l’85% delle esportazioni e approssimativamente il 65% delle entrate statali. L’agricoltura è purtroppo limitata in molti casi alla sola sussistenza e i raccolti non riescono a soddisfare le esigenze alimentari di una popolazione sempre in crescita.
Prima del triste caso della città Jos, questo paese aveva già subito tra il 1967 e il 1970, una cruenta guerra di secessione tra gli Ibo, condotti dal Colonnello Odumegwu Emeka Ojukwu e l’esercito federale. Questa sanguinosa guerra fece più di 2 milione di morti. Le cause del massacro di Jos nello stato del Plateau sono di natura economica, sociale e religiosa.
Economica, perché nonostante la Nigeria sia il primo produttore africano di petrolio con una produzione giornaliera di più di 2 milioni di barili, le ricchezze provenienti dalla vendita petrolifera non migliorano il livello di vita della popolazione, ma vanno nelle tasche di una ristretta classe politica, affaristi e compagni petrolifere straniere che ne godono ai danni di una popolazione rimasta nella miseria più assoluta. Questa triste situazione ha spinto la popolazione ad arrangiarsi come può per migliorare le proprie condizioni di vita.
Sociale, perché la Nigeria ha una crescita demografica veloce. La popolazione è passata rapidamente dai 31 milioni nel 1960, anno della sua indipendenza, ai 149 milioni dei giorni nostri. Una crescita demografica pari a 3% l’anno. Se le migrazioni avvenivano inizialmente all’interno di ogni area etnica e geografica, oggi si sono estese rapidamente fuori da ogni confine geografico dei tre principali gruppi etnici che compongono la popolazione nigeriana. Le ragioni sono da attribuire a una cattiva politica dei vari governi ( Militari e civili ) che si sono susseguiti in Nigeria. Questi governi non hanno saputo sviluppare né industrializzare molte zone rurali e urbane, per fermare una popolazione in continua crescita, pronta ad emigrare in zone maggiormente ospitali e con maggiore possibilità di lavoro. Cosi la città di Jos al confine tra il Nord musulmano e il Sud cristiano nello stato di Plateau è diventata la meta di molti migranti. Inoltre la città è una grande zona agricola in cui sono presenti anche giacimenti minerali. Tutte queste attività hanno creato ricchezza e lavoro! I primi ad emigrare nella la zona furono i Haousa del nord, che iniziarono a fare commercio. Poi furono altri popoli del nord, i Fulani, pastori che avevano bisogno dei pascoli per il loro bestiame. L’arrivo di questi nuovi migranti non è sempre stato visto bene dagli autoctoni di maggioranza cristiana, composti da popoli Birom, Jarawa e gli Anaguta. Questa diffidenza verso gli “stranieri” ha creato nella città, delle zone residenziali separate tra questi e i nativi dove ogni gruppo si è costituito una milizia di auto difesa.
Infine la terza ragione è religiosa. Tuttavia bisogna specificare che la religione in questo contesto è molto strumentalizzata per fini politici. È vero che il popolo Hausa e Fulani emigrati dal Nord sono musulmani e che i nativi di Jos sono cristiani, ma non è la religione la causa principale del conflitto, come afferma Monday Mongwat, storico all’Università di Jos: “le cause principali delle tensioni a Jos sono innanzitutto di carattere etnici ”. Si possono commettere massacri su un gruppo solo per il bestiame rubato, per la violazione della terra alla ricerca dei pascoli per bovini. I nativi cristiani della località di Jos massacrati nella note di domenica 7 marzo potevano essere anche di fede musulmana, ciò non avrebbe impedito la loro triste fine.
Dopo questa strage, gli osservatori si pongono alcune domande: i colpevoli di questa atrocità che ha fatto più di 200 vittime saranno individuati e puniti? Quali sono le misure prese dalle autorità nigeriane per evitare che un tale carneficina non si ripeta più in futuro? Difficile dare risposte concrete a queste domande. Comunque sia, chi vivrà vedrà, chi seguirà saprà , wait and see!
Forse ho sbagliato nella mia analisi? Ditemi voi!!!
Jivis Tegno è un giornalista africano da anni in Italia.
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