Sindacato dell’immagine

Sindacato dell’immagine è un modo di dire, quando un’organizzazione si vuole rappresentare oltre a quello che è nella realtà. Accade in genere nei Congressi, eventi che si svolgono in pochi giorni e in poche ore con scenari e interventi da palcoscenico.Succede sempre più, operando così un distacco dalla realtà da chi si vorrebbe rappresentare, gli iscritti e i lavoratori. A distanza di poco più di un mese come si può valutare il Congresso della Cisl, concluso il 19 Luglio a Roma?

Riferendoci ai giornali e alla TV, l’immagine ricavata è quella di un riverbero Cisl per luce riflessa, ovvero citati solo quando hanno preso la parola – fatta eccezione per la neo segretaria Daniela Fumarola – la premier Giorgia Meloni e i suoi numerosi ministri. Il Congresso Cisl si è così trasformato – nell’immaginario percepito – in una sorta di palcoscenico con “vista sul governo” e lo stesso slogan del Congresso “Il coraggio di partecipare” si presta a più interpretazioni, compresa quella che include gli iscritti e la gran parte delle decine di migliaia di Rsu e Rls a “partecipare come semplici spettatori”. Chi partecipa realmente è un ristretto gruppo di sindacalisti di lungo corso, sindacalisti a vita, in rappresentanzq di un “sindacato dei sindacalisti” come si è trasformata la Cisl, non molto diversamente dalle altre grandi organizzazioni sindacali.

Daniela Fumarola a Rimini:parla del conflitto in termini diversi da quanto detto al Congresso Cisl – vedi allegato – e ..si dimentica di mettere al centro del suo intervento la questione salariale, vedi il post Quasi inutile https://www.il9marzo.it/?p=10631

Com’è stato seguito Il Congresso tra gli iscritti attivi? Non sappiamo dire, come pensionati iscritti la stragrande maggioraznza che ha una tessera non è stato neppure spettatore o ha avuto la possibilità di esserlo senza ricorrere ai social e registrazioni, comunque modalità che si allontanano dalla partecipazione.

Per quanto è emerso in quei giorni e in quelli a seguire, abbiamo maturato la convinzione che Daniela Fumarola abbia letto una relazione descrivendo, per quanto riguarda il caposaldo del dialogo con il governo, per un patto di responsabilità o patto sociale, una prospettiva poco credibile. Le belle parole sulla potnzialità del dialogo ai nostri giorni, a nostro avviso, raccontano – ahinoi! – di “un’isola che non c’è”.

Siamo diffidenti? Osserviamo la realtà, l’agire quotidiano del governo.In quei giorni di fine Luglio – mentre dal palco Congressuale – piovevano le migliori intenzioni di dialogo, hanno preso corpo per iniziative parlamentari della maggioranza, emendamenti avversi ai lavoratori dipendenti. Sono stati in seguito bloccati, ritirati o rinviati non per la pronta denuncia della Cisl, ma della Cgil o delle minoranze parlamentari.

Di che parliamo? Ha iniziato il deputato di Fratelli d’Italia, Salvo Pogliese, inserendo un’aggiunta nel decreto ex Ilva per accorciare la prescrizione dei crediti di lavoro a 5 anni (stipendi e straordinari non pagati) e introduce la decadenza a 180 giorni dopo la diffida del lavoratore, scoraggiando di fatto le cause di lavoro per timore di ritorsioni. Poi nel decreto Economia all’esame della commissione Bilancio la maggioranza tenta il blitz per negare gli arretrati al lavoratore, anche quando si vince in Tribunale contro l’azienda. L’obiettivo è chiaro: scoraggiare le cause di lavoro e l’attività vertenziale del sindacato.  Poi il tentativo di allungare il limite di prestazione d’opera dei dipendenti di agenzie interinali (gli interinali possono lavorare in un’azienda fino a 24 mesi, poi l’impresa li deve assumere: la maggioranza ha provato a spostare quel limite a 48 mesi).Proposte per ora bloccate ma che Claudio Durigon, sottosegretario al ministero del Lavoro, ha intenzione di riproporre in autunno in un’apposita revisione delle norme sul lavoro.

L’immagine di un sindacato è cosa molto importante e si realizza con un sindacato delle relazioni, capace di rapporti con le controparti nella buona e cattiva sorte sia politica sia dell’economia e sia del sociale. Non allontanandosi dalla propria base, ovvero rimanendo ancorato alla democrazia attiva e partecipata con la prpria base, avere il caposaldo delle relazioni con iscritti e lavoratori.