RICCHI SEMPRE PIU’ RICCHI – F.Fubini – cambia il top ten in Italia –
Federico Fubini in La crisi raddoppia il patrimonio alle 20 famiglie più ricche dei 20 milioni d’italiani mette in evidenza qualcosa in più della nota constatazione “la crisi arricchisce i ricchi e rende più poveri i poveri”. L’articolo (allegato) è pubblicato nell’inserto A&F de La Repubblica del 19 gennaio. I dati analizzati sono quelli pubblicati dalla Banca d'Italia relativi alla ricchezza netta nel Paese e la sua suddivisione fra strati sociali.
I periodi confrontati sono quelli del 2008 quando crollava Lehman Brothers e i suoi tumultuosi trascinamenti, con il 2013.
Come sono andati i fatti Fubini li riassume in modo chiaro e sintetico. Raccoglie i dati sottolineando che emergono due tendenze, due storie di segno diverso: la prima non a lieto fine, che evidenzia come la crisi si sia scaricata con forza sulla parte più bassa della scala sociale; la seconda storia invece fa intravedere un po’ di luce (non un abbaglio) in fondo al tunnel. E’ un’analisi da conservare, da discutere e approfondire.
Mette in evidenza i dati che confermano che chi è povero s’impoverisce più in fretta, ma si sofferma sulle caratteristiche delle famiglie più ricche del 2013, che sono diverse da quelle del 2008. Escono dalla top ten investitori finanziari-immobiliari (es.Caltagirone o chi in passato ha puntato troppo sulle banche) e subentrano imprenditori dell’export.
Sottolinea la diversità del top ten così “Questa diversa qualità del capitale vincente è un passo avanti di un'Italia sempre più piena di squilibri. È un Paese che forse però si sta liberando, nel dolore, di alcuni dei peggiori vizi del suo capitalismo. Meglio, quanto a questo, della Gran Bretagna, dove Oxfam ha condotto un'inchiesta di cui questa di Repubblica è la replica per l'Italia. Lì i più ricchi, sempre più ricchi, restano gli eredi della vecchia nobiltà proprietaria di decine di ettari di palazzi a Londra come il duca di Westminster o i Cardogan, o imprenditori indiani come gli Hinduja o i Reuben”.
Conclude il suo articolo con questa affermazione “Se risolverà il problema della povertà, e uscirà dalla crisi, forse è l'Italia fra le due a potersi ritrovare con una marcia in più”.
Già! Ma per risolvere il problema della povertà – che si perpetra per la responsabilità di strutture economiche e finanziarie (son queste le ripetute affermazioni di Papa Francesco) – sono indespensabili scelte di radicali mutamenti del sistema economico (la redistribuzione del lavoro e del reddito), del sistema fiscale ( opposte alla logica dell famigerato articolo 19 bis della legge delega fiscale!) e di nuove norme sul risparmio privato (quello dell'Italia è uno dei più elevati al mondo) ipotizzando anche (per le famiglie benestanti e ricche) modalità di risparmio forzoso per obiettivi ben definiti di carattere socio-economico utili al bene comune, al paese.
Per saperne di più aprite l’allegato
Allegato:
la_crisi_raddoppia_il_patrimonio_dei_piu_ricchi_fubini.doc
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