REGINA DEI PROFITTI, CENERENTOLA DEL LAVORO – M.Panara – il bel paese –

Come quota di Pil assorbito dalla componente retribuzioni siamo in fondo al gruppo delle nazioni forti d’Europa. I salari non crescono da anni, anzi arretrano. ma il vero problema è che non ci sono investimenti. Da vent’anni a questa parte l’Italia avrebbe dovuto essere il paradiso degli investitori. La quota della ricchezza prodotta nel nostro paese che è andata in profitti è stata, fino a due anni fa, costantemente e significativamente superiore a quella tedesca e a quella francese. E tutto ciò nonostante che lo Stato italiano in tutti questi anni si sia preso, con tasse e imposte di varia natura, una parte più rilevante di quanto abbiano fatto sia la Francia che la Germania. Sul perché questo paradiso non si sia realizzato si possono fare mille ipotesi, ma i numeri ne escludono una: il costo del lavoro. Il disincentivo a investire in Italia, che gli investitori siano italiani o esteri, non viene da lì. Lo dicono i numeri (…) Dall’inizio degli anni ’90 infatti è iniziata una divaricazione pesante nel mondo del lavoro caratterizzata da una abbassamento del salario di ingresso che non è stata fino ad oggi compensata da un recupero nel corso della carriera lavorativa.  […]  Da vent’anni a questa parte, e da quindici in misura massiccia, accade che a parità di mansioni i salari di primo impiego siano più bassi e gli avanzamenti di carriera uguali o spesso più lenti che per le generazioni precedenti.

Queste sono alcune riflessioni di Marco Panara  nell’articolo ( allegato) “Tra i grandi di Eurolandia l’Italia regina dei profitti e cenerentola del lavoro”, La Repubblica, Affari & Finanza, 10 giugno 2013, pag. 1, 8 e 9.

L'autore è il Direttore di Affari & Finanza, inserto su temi di economia e di industria allegato al quotidiano La Repubblica del lunedì.

Allegato:
panara_italia_regina_dei_profitti_e_cenerentola_del_lavoro_la_rep_af_2013-06-10p18-9.pdf

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