Purghe e muscoli. Che succede in Cisl?

 
Siamo in una fase di grande riflusso nella politica, nella società e nel sindacato. Impressionante l’involuzione nella Cisl, ultimo caso quello di Francesco Lauria. Il moderatismo (cosa diversa dalla moderazione) e la chiusura corporativa fanno virare a destra. La democrazia interna è caratterizzata dall’autoritarismo, alquanto simile a quello aziendale (specie negli uffici) dove le genuflessioni al capo sono un rituale, come i sorrisi compiaciuti anche quando lo stesso dice una fesseria. In tali contesti, come anche nella maggioranza delle strutture Cisl, si ritiene “politicamente corretto” non criticare il proprio brand, il proprio il marchio per cui si lavora ( “non si sputa nel piatto in cui si mangia…”). Secondo questa cultura aziendalista esprimere senso critico verso il capo – a maggior ragione se è il segretario generale – equivale a danneggiare l’organizzazione, l’immagine Cisl, il proprio brand.

In questa Cisl, non da oggi, prospera l’autocensura, un tarlo per la democrazia più insidioso della stessa censura. La Cisl è oggi  “un sindacato di sindacalisti a tempo pieno“, in genere a vita, una corporazione con proprie tacite regole ben diverse dallo spirito e dalla lettera dello Statuto, del Regolamento e del Codice Etico. Questo ciclo prima o poi terminerà, speriamo che inizi la svolta quanto prima – Di seguito potete leggere il coraggioso e lucido articolo di Claudio Chiarle, già segretario generale della Fim-Cisl Torino e Canavese.

Purghe e muscoli. Che succede in Cisl? Claudio Chiarle su http://www.lospiffero.com

<<  In Cisl è finito il confronto e si passa ai provvedimenti disciplinari. È quanto sta accadendo con Francesco Lauria, storico formatore del Centro Studi Cisl di Firenze e ancor prima operatore nazionale sul mercato del lavoro. Divulgatore sulla storia della Cisl, innumerevoli sono le sue pubblicazioni per tenere viva la memoria storica della Cisl. Mentre si stava confrontando con i referenti della Cisl per una sua uscita volontaria, lo scorso 15 settembre ha ricevuto una lettera di contestazione disciplinare di dieci pagine. Lo sottolineo perché in quarant’anni di militanza nei metalmeccanici della Cisl da delegato sindacale sino a segretario generale della Fim torinese ho visto molt sanzioni disciplinari comminate dalle aziende ma di ben dieci pagine sono state ben poche e le poche molto circostanziate e precise. Non entro nel dettaglio, d’altra parte gli atti sono pubblici su vari siti e consultabili, ma a una sua attenta lettura emerge la vaghezza degli argomenti e la loro poca consistenza.

Promuovere e ritornare nelle assemblee e nelle manifestazioni!

Ma i fatti denotano altro a cominciare dalla gestione interna dei rapporti in Cisl. Quando si perde la capacità di dialogo, ancor più, come in questo caso, con i propri dipendenti, significa avere perso l’aspetto più importante per un sindacalista: la capacità di sapere risolvere i conflitti sul luogo di lavoro. Nei corsi da contrattualista una delle prime capacità che si testa nel sindacalista è la capacità di problem solving.

Ci sono due aspetti complementari che confermano, in questo momento, la forte debolezza di questo gruppo dirigente che si riverbera anche sui territori. Se si passa dalla risoluzione consensuale e nel caso specifico era aperta una trattativa tra Francesco e la Cisl, alle carte bollate significa che la Cisl fa prevalere l’autoritarismo sull’autorevolezza che dovrebbe avere un gruppo dirigente sindacale a partire dal segretario generale. Se poi lo stesso segretario generale viene eletto all’ultimo Congresso Nazionale con il 100% dei voti ma non è in grado di chiudere un accordo sindacale con un dipendente significa che quell’assolutismo del 100% di voti nasconde una forte debolezza del segretario generale e del gruppo dirigente cislino. Oltre a dimostrare che il voto unanime è accondiscendenza ma non consenso. Mettere a tacere il pluralismo della Cisl rende la Cisl più debole.

La Cisl ha sempre valorizzato le differenze di idee come fucina di elaborazione sindacale. Le ultime gestioni soffocando il pluralismo di idee e il dibattito interno rendono la Cisl meno autonoma dagli altri soggetti sociali e quindi meno incisiva nella sua azione. Non capendo che il pluralismo interno alla Cisl era un valore per trovare la giusta sintesi sulle proposte che un sindacato confederale dovrebbe elaborare in un mondo del lavoro così variegato e in rapido e continuo cambiamento. Mai come in questi ultimi anni in Cisl le voci dissonanti vengono tacitate o estromesse e quanti altrettanti silenzi da quella che una volta era la sinistra sindacale in Cisl, anzi a volte emerge la complicità “sinistra” nel reprimere le “stonature” per accreditarsi verso la nuova dirigenza Cisl. La formazione di un gruppo dirigente sui territori silente e plaudente verso la Cisl nazionale e il segretario generale, d’altra parte, si riflette sull’inconsistenza dell’azione sindacale sui territori sino a diventare ininfluente. Il peso di un’organizzazione sindacale non si misura dal numero di comunicati stampa e/o l’aumento degli iscritti dati dai servizi come Caf e Inas perché non produce capacità di incidere sulle realtà territoriali.

Balza agli occhi di tutti che oggi nel rapporto con il Governo siamo alla “pacca sulla spalla” ma questo avviene anche sui territori. Territori dove siamo più conosciuti per fatti “incresciosi” da Parma a Torino dove siamo ancora in attesa del “famoso” impegno di Cisl Torino e Piemonte per il dibattito sulla legalità dopo l’arresto di un dirigente della Filca torinese. Il “chiacchiericcio” dice che parteciperebbe il Procuratore generale di Torino ma ha sempre tanti impegni. Banalmente qualunque sindacalista che sappia leggere la situazione, oltretutto, essendosi la Cisl costituita parte civile, saprebbe che un Procuratore generale non interviene su un processo aperto ancor più invitato da una parte in causa come è la Cisl. Aggiungo che se si vuole dibattere di legalità a Torino, sin dal giorno dopo l’arresto del dirigente sindacale della Filca torinese, si poteva fare con due pezzi da novanta come Giancarlo Caselli e don Luigi Ciotti.

Quasi dodici anni da segretario generale della Fim torinese mi hanno, da subito insegnato, che la capacità di reazione a un evento è un fatto politico e se tu non reagisci subito, hai scelto. E la Cisl nostrana ha scelto di non reagire.

Divago? No. La vicenda di Francesco Lauria, che per anni ha formato centinaia di sindacalisti e ha scritto pagine di storia della Cisl e dei suoi più innumerevoli dirigenti sindacali quindi uno che “ama la Cisl” che vi ha dedicato tempo, risorse, salute non può essere affrontata come farebbe il più incompetente capo del personale ma denota che la Cisl oggi è questo: muscolarità basata sull’accondiscendenza e fedeltà al livello superiore. Una Cisl forte, con un segretario generale autorevole mai avrebbe permesso alla vicenda di Francesco Lauria di arrivare a questo livello, anche di cattivo gusto e inconsistenza di contenuti da gossip sindacale. Un segretario generale forte si sarebbe chiuso in una stanza con Francesco e ne sarebbe uscito con un accordo in tasca. Risolvendo la questione in cinque minuti. Ma per agire così bisogna essere sindacalisti veri, capaci, a cui viene riconosciuta l’autorevolezza, coraggiosi.

Però leggendo i social vedo che almeno un segretario della Fnp piemontese esprime un “mi piace” a Lauria, suppongo di solidarietà, almeno uno! Oppure non aveva analizzato a fondo i fatti e non mi stupirei di ciò. Sarebbe l’ennesima conferma di quanto vi sia di inadeguato nella dirigenza cislina. Mi auguro che questa vicenda, come si dice nelle vertenze sindacali “dure”, le parti tornino al tavolo di trattativa considerando anche che molta parte di personalità della società civile e sindacale, queste sì autorevoli, hanno sollecitato una soluzione sindacale e non legale. La Cisl faccia la Cisl.>>

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In “La difesa non è più un diritto” pubblicato su http://La difesa non è più un diritto si legge << …Deve essere, però, rimasto esterrefatto il buon Lauria quando è stato reso edotto delle manovre per privarlo, mandelianamente, del diritto di difesa. Ha ricevuto, sostanzialmente la sera per la mattina dopo, una convocazione per rispondere alle 25 contestazioni disciplinari mentre si trovava a Bratislava (piccola capitale della Slovacchia sostanzialmente priva di voli diretti) in missione europea proprio per la Cisl e la formazione sindacale! Lauria ha proposto altre 7 date, sabato compreso, escludendo solo una data in cui sarà impegnato in un delicato (e ahimè ripetuto) intervento medico. La Cisl ha scelto la prima data disponibile. Lauria tornerà da Copenhagen a mezzanotte (altra delicata missione per la confederazione in campo europeo, questa volta relativa alla ricerca)  e alle cinque del mattino del giorno dopo dovrà prendere un primo treno e poi un altro per recarsi presso il plotone di esecuzione preparato per lui in Via Po 21. L’avvocato di Lauria, la valente giuslavorista pistoiese Daniela Breschi, solo in una delle sette date proposte, ha dichiarato di non poter essere presente perchè impegnata in Tribunale a Bologna a gestire una causa delicatissima. (..)>> Per proseguire aprire l’allegato

Cisl, Fumarola e la censura al sindacalista “anti-meloni” di Tommaso Rodano  24 set 2025  Il Fatto Quotidiano << Tira un’aria pessima, viziata, nei corridoi del secondo sindacato d’italia. La Cisl sta mettendo alla porta Francesco Lauria, ricercatore e studioso che da circa 20 anni ricopre incarichi in confederazione, a livello europeo e nel centro di formazione di Firenze.(…)>>

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