A Parigi, al ponte di Clichy, Hollande, il candidato alle elezioni presidenziali francesi del 2012, vincitore al secondo turno delle primarie, rende omaggio agli algerini uccisi buttati nella Senna il 17 ottobre del 1961. Una brutta e sanguinosa, quasi sconosciuta, pagina di storia per anni quasi del tutto occultata e sconosciuta dalla gente. Una pagina del non lontano passato che negava il diritto all’indipendenza dell’Algeria, occupata dalla Francia nel 1830.
Nasceva da qui la repressione francese della pacifica manifestazione degli algerini che protestavano contro il coprifuoco imposto da Maurice Papon, il prefetto di polizia di Parigi, già collaboratore dei nazisti durante la guerra: un centinaio furono uccisi a fucilate e altri buttati e annegati nel fiume.
Maurice Papon, allora “prefetto di polizia”- carica di questore da noi, ma con maggiori poteri – aveva decretato il coprifuoco a causa di alcuni attentati dell’allora Fronte di Liberazione Nazionale algerino, FLN. Nonostante il divieto, migliaia di algerini, uomini, donne e anche bambini, prendono parte alla manifestazione per le vie di Parigi in favore dell’indipendenza del loro paese.
Papon non era nuovo a tali porcherie. Nel periodo di occupazione nazista della Francia collaborò con i nazisti nell’allestimento di convogli ferroviari mediante i quali 1.600 ebrei vennero avviati ai campi di sterminio. Con il sorgere della Resistenza nei primi mesi del ’43-’44, vi collabora segretamente più per calcolo politico che per convinzione. Farà parte dei governi di destra di De Gaulle, ma nel 1983 è avviata un’indagine giudiziaria che lo porterà al processo e alla condanna di 10 anni di reclusione per complicità in crimini contro l’umanità. Nel corso dei vari gradi dei procedimenti giudiziari riuscirà a fuggire in Svizzera, ma questo governo concederà l’estradizione richiesta dalla giustizia francese.
Hollande ha dichiarato d’essere lì per un doveroso omaggio ai piccoli coinvolti e uccisi, vittime come i loro genitori nella drammatica repressione delle loro famiglie, attirandosi subito l’accusa da parte degli ambienti governativi di essere uomo che guarda al passato.
In realtà, la strage dell’11 ottobre del 1961 fu una scandalosa pagina di razzismo fascista da parte di coloro che avevano collaborato con l’occupante nazista. Occultata per anni, solo ora, nel 50° anniversario della strage, viene ricordata coraggiosamente da Hollande che reso omaggio alle vittime collocando una lastra di marmo commemorativa posta al ponte di Clichy. Un’altra verrà posta al ponte di Bezons(Val-d’Oise), e un’altra alla Senna Saint Denis. Infine una cerimonia sarà celebrata al ponte Saint-Michel per ricordare le vittime della brutale repressione.
Insomma, Hollande comincia bene. Rievoca pubblicamente una pagina volutamente dimenticata della destra francese e si stacca dall’opportunismo del silenzio di pagine vergognose della Francia del dopoguerra, con uomini di governo con un passato collaborazionista e repressivo degli anni della guerra.
Se sarà questo l’atteggiamento del nuovo (speriamo) presidente socialista francese, in ciò distinguendosi nettamente da quanti lo hanno preceduto alla guida del paese, l’Europa non potrà che trarre beneficio. Urgente è, infatti, la necessità di contrastare la spinta che sembra da alcuni anni premiare la destra politica in Europa che al momento sembra incontenibile.
Il gesto di Hollade, non va dimenticato, va nella direzione opposta a quanti in anni recenti hanno risposto con azioni repressive alle rivolte scoppiate nelle “banlieue “da francesi da parte di cittadini di origine maghrebina. Anche le ragioni erano quanto mai chiare: si manifestava contro la discriminazione e le diseguaglianze che fanno dei lavoratori immigrati dalle ex colonie cittadini di seconda classe.
La vittoria di Hollande per la presidenza segnerebbe finalmente un’ auspicabile inversione di tendenza: si contano ormai sulle cinque dita della mano i governi di centro sinistra nell’Europa dei 27: Spagna, Grecia, Slovenia, Malta e Cipro. Dopo l’Irlanda e la Finlandia, il Portogallo. Un’ ecatombe. Il nanismo dell’Europa politica sembrerebbe così favorire governi sempre più di destra, con accenti xenofobi. Se si votasse oggi anche la Spagna e la Grecia rischierebbero. Della Spagna e del possibile ritorno al governo del PP si è già detto nel precedente edizione del blog.
La crisi economica, la non politica, la mancanza di coraggio nel rapporto con la gente, ha da noi prodotto Berlusconi. Urgono svolte coraggiose e coerenti, capaci di ristabilire un rapporto con i giovani, con la gente, con tutti coloro che chiedono cambiamenti e possibilità di vita decente.
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