Più sentinelle sindacali e più ispettori

Più sentinelle sindacali e più ispettori – La Cgil, Cisl e Uil contano nell’insieme delle categorie molte decine di migliaia di dirigenti e operatori sindacali a tempo pieno, e di alcune centinaia di migliaia di rappresentanti sindacali (Rsu, Rsa e Rls). Un potenziale organizzativo che finora non contempla una diffusa rete di SENTINELLE SINDACALI nel territorio, dotate di quanto consente l’era digitale (App e anche un po’ di droni). App per gli iscritti e per chi lavora nei campi, nei cantieri e altri settori ove lo sfruttamento e il salario irregolare prevalgono. Droni per i sindacalisti che operano sul territorio, in particolare per il lavoro stagionale nei campi e per i cantieri. Il ruolo delle sentinelle è quello di vegliare, nel senso di vigilare, stare in guardia, restare svegli e prestare attenzione a ciò che accade attorno a noi. Il loro ruolo è ricordato anche nella Bibbia e nel Nuovo Testamento.

Le sentinelle sindacali dovrebbero consentire alle organizzazioni sindacali di rendere pubbliche le denuncie (circostanziate) dei soprusi nei campi e del lavoro nero. La loro importanza è fondamentale e primaria, senza di esse anche il potenziamento degli ispettori può risultare del tutto insufficiente per il contrasto al lavoro nero e allo sfruttamento. Si può fare, ma serve la volontà politica operativa e l’unità d’azione dei sindacati. Oggi si cammina in altra direzione e bisogna cambiare rotta. E per gli invisibili, quella moltitudine di immigrati senza permesso di soggiorno che lavorano e sono costretti a subire in silenzio forme di pesante sfruttamento e di schiavismo.

L’Associazione Prendere Parola in relazione alla morte-omicidio di Satnam Singh e alle manifestazioni che sono seguite, ha preso posizione con il documento qui di seguito riportato nel quale si propone di concedere un permesso di soggiorno agli immigrati irregolari che lavorano.

Un permesso di soggiorno subito per gli invisibili

Un permesso subito agli invisibili! Dare un permesso di soggiorno agli “invisibili”che hanno un lavoro E’ tanto lo sconcerto e l’indignazione per l’atto – di crudele irresponsabilità e di cinica indifferenza – di quell’imprenditore dell’Agro Pontino che ha concorso alla morte del bracciante sik, Satnam Singh. Contro chi dimentica i valori di solidarietà e di civiltà, ha pronunciato severe parole il Presidente della Repubblica – rimane un faro dei valori costituzionali – sollecitando a combattere lo sfruttamento e il lavoro nero, per costruire sempre più rapporti di vera solidarietà.

Come Associazione Prendere Parola* ci siamo sentiti unitari con i sentimenti, le denunce, le proposte espresse nella manifestazione di Latina e con lo sciopero di due ore promosso dalla Flai-Cgil territoriale, sabato 22 giugno. E lo siamo anche per la manifestazione di Martedì 25 giugno, a Latina, indetta dalla comunità indiana e sostenuta dalla Fai-Cisl e Uila-Uil territoriali con una giornata di sciopero. Ci interroghiamo sul perché sia ancora una volta mancata quell’unità d’azione, sempre più necessaria dal sentire dei lavoratori, anziché indire due appuntamenti.

L’associazione “PRENDERE PAROLA” pensa che i tanti “Mai più..” e i “Via i ghetti” debbano essere accompagnati da specifiche proposte legislative che rendano possibile ai braccianti di denunciare gli sfruttatori e che agli immigrati al lavoro venga automaticamente riconosciuto il diritto di essere accolti e tutelati. La segretaria del Pd, Schlein – e altri! – ha ricordato che tante tragedie per gli immigrati traggono origine dalla legge Bossi-Fini, annunciando una battaglia per la sua abolizione. Anche la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, oltre a ripromettere maggiori controlli e ispezioni sul lavoro, ha dichiarato che “è necessario riscrivere la Bossi-Fini”.

Foto Dokita – Agro Pontino

“Prendere Parola” concorda pienamente e ricorda che quella legge è stata dichiarata superata dagli stessi promotori di vent’anni fa. Pensiamo che Cgil, Cisl e Uil hanno il dovere di ricostruire un’ unità d’azione per contrastare il lavoro nero e il caporalato. Un tempo non lontano nelle sedi sindacali si affermava che il lavoro è il caposaldo della nostra Costituzione, tant’è che la giurisprudenza privilegia la salvaguardia del diritto del lavoro anche quando un lavoratore è irregolare, ovvero è arrivato nel nostro paese non osservando le leggi italiane in materia.

Con insistenza proponiamo che la Cgil, Cisl e Uil recuperino UNITARIAMENTE quella proposta formulata in molte sedi sindacali per portare all’azione sindacale tanti “invisibili” oggi costretti al ricatto del silenzio, chinando la testa allo sfruttamento fino a forme di schiavismo. In tali condizioni è ben difficile contrastare dal basso il famigerato caporalato. Ben ricordiamo quel concetto: “..all’immigrato irregolare che nel nostro paese ha trovato da vivere, spesso in povertà, con un lavoro in nero, deve essere rilasciato contestualmente al suo emergere un permesso di soggiorno.”. Diversamente anche le tante sollecitate campagne di ispezioni e controlli potrebbero essere finalizzate (dal governo) all’espulsione degli irregolari, anziché al loro inserimento nella società (spendendo i 220 ml del Pnrr per abitazioni e trasporti) come lavoratori visibili con possibilità di esercitare i loro diritti e di assolvere ai loro doveri.

Solamente con questo caposaldo si può riscrivere la Bossi-Fini affrontando il grande problema dell’immigrazione non come emergenza. Solo con tale preambolo gli “invisibili” non saranno costretti a subire le angherie più pesanti, fino ad arrivare alla violenza che ha vissuto Satnam Singh.

 E’ una strada ben diversa da quella che porta alla costruzione di carceri per immigrati in Albania, alternativa a chi insiste nel considerare il lavoro al pari di una merce, a chi pensa ad un modello economico dove il profitto è un fine a se stesso (il cosiddetto mercato pervaso da avidità), e non già indirizzato al bene comune e alla emancipazione della persona e dei lavoratori.

* Associazione Prendere Parola  vedi www.prendereparola.it

Per più informazione, link e articoli correlati in allegato

Caporalato. Nei campi dell’Agro Pontino c’è un esercito di lavoratori fantasma https://www.avvenire.it/attualita/pagine/lavoratori-fantasma-campi-sfruttati

https://www.laportadivetro.com/post/la-logica-perversa-del-consumismo-che-porta-satnam-alla-morte


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