PIANO ILVA TRA STOP E L’AIA – la più grande acciaieria e la filiera

L’Ilva di Taranto è l’acciaieria più grande d’Europa, un punto di forza per il nostro traballante sistema industriale manifatturiero. Dai prodotti dell’Ilva nasce una lunga filiera dell’indotto ed una ragnatela di attività industriali. Ora si deve saper integrare i piani di risanamento e di sicurezza e la salvaguardia dell'occupazione presente e futura. Una sintesi difficile da trovare ma indispensabile. Sono nodi gordiani da risolvere con coraggio utilizzando la fermezza che hanno dimostrato il Tribunale e la Procura di Taranto. I sindacati si sono divisi forse perché non in grado di comprendere la gravità di quanto potrebbe accadere, pensando prima a salvaguardare la a propria identità: collaborativa, aziendalista o conflittuale che sia. Ma un processo unitario sulle cose da fare ora è indispensabile per la stessso futuro industriale dell'Ilva.

In questi giorni sono emersi due nuovi problemi: il primo, il ministro dell’Ambiente ha dichiarato che il piano presentato dall’Ilva è coerente con l’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) definita recentemente; il secondo, la Direzione dell’Ilva ha fatto presente che prima ancora dell’avvio della Cig gli impianti si potrebbero fermare a metà dicembre per mancanza di scorte. ( vedi i due allegati)

Per avere un quadro più completo leggi anche il terzo articolo “Acciaio. Cosa si potrebbe fare all’Ilva”, i due autori Comito e Colombo esaminano le condizioni economiche e finanziarie del gruppo Riva Ilva, è un’anticipazione dello studio sull’Ilva realizzato da Sbilanciamoci per la Fiom nazionale

 

Allegato:
piano_ilva_coerente_con_aia.pdf
ilva_possibile_stop_a_breve.pdf
cosa_fare_allilva_comito_e_colombo_11-11-12.doc

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