Non bonus ma asili nido
Non servono altri bonus ma asili nido e congedi per un nuovo equilibrio famigliare uomo-donna. La visione governativa è retrograda. Non è una ricetta ma la rotta suggerita da Tito Boeri, già presidente dell’Inps. A poche ore dall’ultimo rapporto Istat sulle nascite, diffuso ieri, l’economista riflette sul calo demografico e commenta le scelte del governo: «I bonus una tantum non riescono a incidere sulla natalità – dice – perché non aiutano a programmare una famiglia». Servono più asili nido gratuiti. Non servono bonus temporanei, ha più senso rivalutare e estendere l’assegno unico alle categorie oggi escluse. La segretaria generale Cisl Daniela Fumarola fin dall’avvio della discussione sulla legge di bilancio 2026 ha dichiarato che erano state accolte “proposte care alla Cisl”. Erano queste?!

Sara Tirrito ha intervistato Tito Boeri, La Stampa 23-10-25, ponendo molte domande, questi i capitoli:
- Dove si è inceppato il meccanismo?
- Diminuiscono sia i primi figli che quelli successivi.
- Il Pnrr avrebbe dovuto rappresentare una svolta, soprattutto per asili nido e infrastrutture sociali.
- Cosa pensa delle misure messe in campo dal governo in tema di natalità?
- Nel 2023 il ministro Giancarlo Giorgetti pensava a esenzioni fiscali per le famiglie con due figli. Oggi l’approccio è quello dei bonus, pensa funzioni?
- Oggi a Torino parlerà del ruolo dei padri al festival Women & The City. Circa 10 anni fa, da presidente dell’Inps, lei ha proposto il congedo di paternità obbligatorio di 15 giorni. Sarebbe ancora una soluzione?
- Il reddito femminile spesso si riduce dopo la nascita del primo figlio, questo incide sulle politiche di natalità?
- Quale impatto avrà la combinazione di meno nascite e invecchiamento della popolazione sul nostro modello sociale ed economico?
- Questa curva demografica avrà un’inversione di rotta?
In allegato l’intervista a Tito Boeri e gli articoli correlati: quello di Chiara Saraceno “Si fanno meno figli” su La Stampa, e quello di Natale Forlani “Crisi demografica non solo per ragioni economiche” http://www.ilsussidiario.net)

Il Governo prosegue nella sua strategia dei bonus – molti sono temporanei – quando dovrebbe seguire la strada di aumentare il valore e estendere la fruizione dell’Assegno Unico – istituito con il D.Lgs. n. 230 del 21 dicembre 2021 – che è una prestazione erogata mensilmente dall’INPS a tutti i nuclei familiari per ogni figlio minorenne a carico e, in presenza di determinati requisiti, per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni. È riconosciuto anche per ogni figlio a carico con disabilità, senza limiti di età. L’Assegno Unico (AUU) è universale (tutte le fasce di reddito vi hanno diritto) e progressivo (l’importo aumenta al diminuire dell’ISEE, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente). Secondo i dati forniti dall’Osservatorio Statistico sull’Assegno Unico Universale, nei primi sette mesi del 2024 sono stati erogati alle famiglie assegni per 11,5 miliardi di euro. Sono 6.219.848 i nuclei familiari che hanno ricevuto l’assegno per il 2024, per un totale di 9.854.566 figli. L’adeguamento annuale dell’Assegno Unico e Universale per i figli a carico è legato, come di consueto, all’inflazione media rilevata dall’Istituto Nazionale di Statistica.
Nel 2026 l’importo massimo mensile per ciascun figlio salirà a 204,4 euro (rispetto ai 201 euro attuali), mentre quello minimo passerà da 57,5 a circa 58,5 euro. Vedi allegato

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