MILLE RSU A TORINO + CAMUSSO – V. D’Ambrosio – mobilitazione 1/9/11

Sei settembre, sciopero generale: le ragioni della Cgil. Una manovra ingiusta e iniqua. “Lo sciopero generale del sei settembre per bloccare la distruzione dello stato sociale e per rilanciare l’economia, e i diritti dei lavoratori gravemente in discussione”. Ha un ché di simbolico il luogo scelto dalla Cgil torinese per chiamare a raccolta i propri delegati di tutte le categorie in vista dello sciopero generale del sei settembre prossimo. Un’Assemblea di circa 1.000 RSU intercategoriali sii è svolta il 31 agosto alle Cupole di via Artom nella periferia sud di Torino. Siamo a Mirafiori storico quartiere operario torinese.

“Avevamo bisogno di un posto capiente perché sapevamo che sarebbero venuti in tanti”, spiega Donata Canta segretaria della Camera del Lavoro di Torino. “Tanti quadri e militanti non ne possono più ed hanno deciso di partecipare attivamente alla preparazione della mobilitazione del sei”. In effetti il palazzetto è pieno fin dalla mattina presto. Saranno quattro ore dense di riflessioni e ragionamenti. La, anzi le, manovre del Governo verranno passate sotto la critica lente dei militanti sindacali. “Una manovra iniqua, sbagliata e ingiusta” sintetizza Donata Canta che sottolinea il fatto che “demolisce anche la qualità e non solo la quantità del lavoro. Questa manovra chiede il più grande sacrificio alla classe lavoratrice con una spudoratezza mostruosa”. E dopo la sua articolata introduzione ripresa dalla Segretaria generale Susanna Camusso ci sono interventi di delegati di tutte le categorie.

Tutti sottolineano il disagio di una manovra che penalizza “sempre i soliti”. Le tante e diverse esperienze portate alla platea convergono tutte su un fatto: lo sciopero del sei settembre è giusto. Occorre “affrettarsi a difendere i propri diritti prima che sia troppo tardi. Qualcuno afferma che se si “parla di autunno caldo si dovrà parlare anche di inverno bollente”. Altri delegati raccontano lo stato d’incertezza che attraversa tutti i comparti economici rappresentati: dall’edilizia alla chimica; dalla pubblica amministrazione alla metalmeccanica: “Sarebbe ora che il governo chiedesse a Marchionne un piano industriale”.

Donata Canta afferma che “E’ una risposta eccezionale ad un fatto eccezionale”. Infatti sottolinea che la scelta per il sei settembre “della piazza più grande di Torino – piazza San Carlo – è stata fatta perché a fronte di gravi problemi ci sarà una partecipazione straordinaria”. Una scommessa.

Se i lavoratori e le lavoratrici dei diversi comparti torinesi hanno espresso pieno appoggio alla scelta della Cgil è nella lunga conclusione della segretaria generale Susanna Camusso che si incrociano i ragionamenti che portano allo sciopero generale. Fa sintesi la segretaria generale. Definisce il quadro complessivo della strategia della Cgil. Un intervento di un’ora ascoltato in silenzio, sottolineato da applausi nei sui passaggi centrali.

Per esempio quando afferma che la cancellazione delle feste civili (25 aprile, 1 maggio e 2 giugno) “sono il tentativo di cancellare anche la storia del nostro paese che è fondato sul lavoro e la democrazia” Sottolinea Camusso che “i sei signori che si sono trovati in una villa privata hanno svilito le istituzioni”. Ma ad Arcore “questi signori hanno fatto ancora peggio: c’è il segno che la giustizia non esiste mai e lo Stato va abrogato”.

Dice Camusso che c’è la crisi e che l’ Europa “non ha fatto il suo mestiere”. Ma in Italia “abbiamo avuto un governo che per tre anni ha detto che tutto va bene”. E il governo ha piena responsabilità rispetto alla disoccupazione giovanile ed alle divisioni che si sono prodotte nel paese.

Spiega Camusso il senso della contromanovra costruita “a saldi uguali”. Cioè a 45 miliardi perché “è il riconoscimento della gravità della crisi”. In sintesi: si chiede a chi ha di più ed a chi non ha mai pagato di farlo. È una cosa piccola ma fondamentale”. In sintesi: piano per l’occupazione giovanile, giustizia sociale, investimenti per innovazione e nuove tecnologie.

Aperture verso Cisl e Uil ma Susanna Camusso si domanda: “La linea di Cisl e Uil che risultati ha prodotto?”. In effetti il sindacato ha un solo modo di fare il suo mestiere: fare o non fare accordi: “se così non é si fa un’altra cosa”. Il che significa che è la forza della propria capacità rappresentativa “sviluppata alla luce del giorno” ad essere determinante.

La segretaria generale vuole sottolineare e rivendicare l’autonomia del sindacato e il diverso lavoro rispetto ad altre componenti sociali. Critica “i grilli parlanti” che hanno stigmatizzato la scelta della Cgil di scendere in piazza. “I nostri padri, afferma Camusso, ci hanno insegnato che il riformismo è tutto ciò che migliora le condizioni di vita delle persone”. Sottolinea che “Proclamare uno sciopero il 20 di agosto è una scommessa straordinaria. Risponde ad una straordinarietà di un paese che sta ballando sull’orlo del disastro”.

Così conclude Susanna Camusso “Il senso dello sciopero del sei settembre è il diritto del sindacato di dichiarare uno sciopero che non è pregiudiziale verso il governo ma il legittimo dire che questa manovra è sbagliata”.

E se qualcuno afferma che è politico allora la segretaria assicura che “Sì, è politico nel senso che significa che per noi la politica è cosa alta: non abbiamo paura di questa parola”. E da adesso al sei settembre l’invito della Segretaria generale è di parlare con tutte le persone: “chiediamo un sacrificio perché sappiamo che sennò si chiudono le porte della speranza”. La speranza di invertire questa situazione di crisi economica e di svilimento della politica. E forse questo è il pericolo più incombente.

Allegato:
Un golpe su pensioni_Camusso_30-8-11.doc

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