Manovra: tanti annunci ingannevoli!
E’ una manovra precaria e a debito: molti dei provvedimenti sono validi solamente per il 2024. Vedi in allegato l’articolo “Deficit tagli e misure temporanee” di Carlo Cottarelli, del 17 ottobre, a commento della conferenza stampa di Giogia Meloni per presentare la manovra approva dal Cdm. Altri sono stati rinviati al futuro prossimo, come ad esempio il rifinanziamento del SSN e il finanziamento della legge per la non autosufficienza degli anziani e il fondo per i disabili. Scelte governative conseguenti al fatto – è stato più volte rimarcato – che “la coperta è corta” perché sono insufficienti le entrate nel bilancio dello stato. E’ un dato reale e veritiero. Le cause stanno per un verso nei venti di recessione e nella caduta del Pil, nella crescita della spesa per interessi per finanziare il debito pubblico, per l’altro per le tante norme “amiche” varate da questo governo, e di passati governi, per ottenere il consenso elettorale di quel vasto popolo i evasori o elusori delle tasse, considerati da alcuni ministri bravi italiani del fare, che certamente non favoriscono il recupero di quei 100 miliardi circa di evasione fiscale.
La “coperta corta” si può allargare con decisioni opposte da quelle assunte in materia fiscale dal governo Merloni per rispondere alle richieste della Lega e con decisioni meno improvvisate (dette in conferenza stampa da Salvini, assenti Meloni e Giorgetti, progressivamente trasformate e di fatto abbandonate) per contenere e/o per indirizzare la quota d’imposta relativa ai superprofitti per abbassare i tassi dei mutui o impegnarli per progetti d’investimento a lungo termine (servizi universali e politica industriale). Per superprofitti s’intende quella quota realizzata sulla spinta della mera avidità speculativa, che pur disponendo di scorte, propagandano la carenza di esse nell’immediato futuro, facendo impennare i costi, nel caso delle fonti energetiche e della filiera alimentare. Un superprofitto speculativo che contrasta con la corretta logica di mercato e la libera concorrenza.
Una manovra precaria e un sindacato debole perché diviso. La Cisl si è sganciata dall’unità d’azione con Cgil e Uil con una stravagante e pubblica motivazione del suo segretario generale Luigi Sbarra “”è incorente chi sta con un piede al tavolo negoziale e con l’altro nelle piazze“. Quando mai! La Cisl, sottotraccia, si è pure allontanata dal ritenere una priorità, in questa manovra, la sanità pubblica e l’assistenza agli anziani. Con sorprendente disinvoltura la Cisl ha valutato la Legge di Bilancio varata dal Consiglio dei Ministri sostanzialmente positiva e con “molte luci” e con un “respiro sociale” rispetto alle principali richieste sollecite come Cisl (!?!) prendendo atto delle compatibilità di bilancio decise dal governo (vedi allegato il documento dell’esecutivo nazionale) In altri tempi, in Cisl, una tale “autonomia” di giudizio dei vertici sindacali – senza mai passare al vaglio delle strutture di base (RSU), degli iscritti e dei lavoratori- sarebbe stata valutata come un clamoroso cedimento alle scelte di ordine fiscale decise dal governo. Su questo modo d’intendere l’autonomia come non ironizzare che trattasi di “autonomia …dai lavoratori” e dalle loro pressanti priorità:in tempo di alta inflazione avere servizi pubblici universali esigibili significa anche una difesa del salario più valida di un modesto aumento salariale.
Cosa sono gli annunci ingannevoli? Due esempi emblematici. Il primo sugli aumenti in busta paga, il secondo sui miliardi stanziati per la Sanità.
1 – Aumenti in busta paga per il 2024 – Scrive Alberto Orioli, su il Sole del 19 ottobre, in “La manovra e l’effetto annuncio” quanto segue << Più ci affanniamo a stimare gli aumenti in busta paga grazie al mix di taglio al cuneo fiscale e accorpamento delle prime due aliquote Irpef, più occorre ricordare che si tratta per lo più di conferme di somme già percepite oggi. Quando si dice che arriveranno 100 euro in più in busta paga per 14 milioni di contribuenti dovremmo dire, più correttamente, che la manovra ha impedito che le buste paga perdessero quei 100 euro frutto di misure messe in campo dal Governo Draghi e confermate (e aumentate) lo scorso anno dall’esecutivo Meloni per il 2023. E solo per il 2023. Ed è questo il punto: ora continueranno per un altro anno e il prossimo ottobre saremo di nuovo qui a dare conto della conferma o meno di quel beneficio. Così il vero aumento sarà limitato agli effetti del primo modulo di riforma dell’Irpef e vale al massimo 260 euro all’anno, quindi 21 euro al mese. Il rischio è che tra il reale e l’annunciato ci sia uno scarto che prima o poi dispiega i suoi effetti nel consenso.>>.
2 – Stanziamento in bilancio 2024 per la sanità – Cosa è stato annunciato in manovra – Tre miliardi sono quelli che la legge di bilancio destina alla sanità, in più rispetto allo scorso anno. Di questi 2,3 dovrebbero essere destinati agli aumenti già previsti per il personale in forza al servizio sanitario nazionale. Tutto il resto, così ha annunciato la presidente del Consiglio, dovrà servire per abbattere le liste di attesa. Come? Anche rivolgendosi ai privati. Ciò significa che le scarsissime risorse pubbliche per la salute di cittadini e cittadine andranno a finanziare la sanità privata. Prospettiva portare nel 2026 al 6,4 la percentuale di spesa sanitaria in rapporto al Pil, che significa un ulteriore ridimensionamento del servizio sanitario nazionale nei prossimi anni. I conti giusti – Se si è onesti e chiari nel rappresentarli i numeri non mentono. Carlo Cottarelli, si sa, a far di conto è bravo visto che è il suo mestiere, ed è bravo anche ad analizzare la spesa pubblica. Ebbene è lui ad affermare: “Con l’inflazione che abbiamo avuto, – scrive su Repubblica – chiunque capisce che citare la cifra in miliardi per valutare l’adeguatezza dei finanziamenti alla sanità è sbagliato. Con i 136 mild del 2021 non si comprano le cose che si compravano nel 2019 con 116 miliardi”. L’inflazione di questi ultimi anni e che proseguirà seppure un po’ attenuata in certe voci, azzera nella capacità di spesa l’aumento di 3 mild. (vedi in allegato articolo)
SSN e Pronto soccorso – E’ uno dei punti critici del SSN, i medici e gli infermieri si dimettono da un servizio nevralgico che è diventato sempre più pesante, stressante, per gli orari e i turni, anche oggetto di minacce e di denunce da parte di famigliari dei pazienti. Pensare di poterli trattenere nel SSN con la detassazione degli straordinari significa proporre l’opposto di quanto loro richiedono, ovvero meno ore lavorate e stipendi più elevati, conteggio maggiorato del tempo trascorso in tale servizio al fine dell’età pensionistica, una diversa organizazione del lavoro e del servizio (medicina territoriale).
Un tempo i sindacalisti della Cisl, sia ai vertici sia nel territorio, erano particolarmente bravi a fare di conto e valutare – come si dice in sindacalese – “quanto pieno fosse il bicchiere (o la bottiglia) e quanto vuoto/a“. Esattamente come ha fatto l’esperto dei conti, Alberto Orioli, su Il Sole 24 ore, giornale della Confindustria. E possedevano anche una buona conoscenza dell’organizzazione del lavoro di un servizio, come in una fabbrica.
Sono forse svanite queste elementari e basilari professionalità del buon sindacalista? Se sì, perché? La presunta autonomia della Cisl, in versione Luigi Sbarra, si avvale forse di una nuova e singolare matematica? Nessuna obiezione nel mondo Cisl? Noi pensiamo che ne esistano molte ma ognuno se la tiene inseco, nel proprio ambito della quotidianità del sindacalista; non le fa valere nella dialettica negli organismi quando si discute sulle scelte. Pensiamo che con il metodo sempre più centralizzato e autoritario che certamente ha un gran peso nella coesione dei pensieri, esista anche una buona dose di personale autocensura, per stare tranquilli nel proprio orticello. La crescita dell’autocensura è come un tralo che svuota alle radici la democrazia partecipata in un’organizzazione, già dai livelli periferici e di base..
Ci fermiamo per ora a questi annunci ingannevoli ma parecchi altri esistono. Ci ritorneremo al termine dell’approvazione parlamentare della Legge di bilancio.
Tanto sono ingannevoli gli annunci governativi, in riferimento a quanto qui ricordato, quanto lo sono le parole di Luigi Sbarra che distraggono da un’attenta analisi dei numeri, come queste “Va sottolineato che ben l’85% dei 24 miliardi individuati vanno su misure di coesione sociale, incentivi e sostegni fiscali al lavoro, alle pensioni e alle famiglie medie e popolari. Provvedimenti fortemente voluti dal sindacato”.
La Cisl con la rinuncia a partecipare alle mobilitazioni unitarie nel corso del confronto attendendo di leggere i testi pubblicati in Gazzetta Ufficiale ha fatto un brutto servizio alla causa del sindacato che vuole partecipare, confrontarsi e soprattutto negoziare, di fatto ha consegnato una delega in bianco al governo attendendo l’esito della contrattazione e mediazione tra gli interessi di “bandiera” tra Fdi, Fi e Lega, che hanno dichiarato di presentarsi al dibattito parlamentare con l’impegno politico di ritenere immodificabile i testo presentato, non faranno alcun emenamento per favorire una rapida approvazione per rassicurare borse e mercati!
Ma è stata sufficiente la mobilitazione dei medici e dei loro sindacati autonomi, con annuncio di dichiarazione di sciopero, per far cambiare atteggiamento al governo che ha prontamente fatto sapere che presenterà un proprio emendamento per ridurre i tagli programmati per le loro pensioni. La Cisl dovrebbe prendere buona nota che le mobilitazioni e gli scioperi servono ancora, non bastano i dotti o meno dotti ragionamenti e non basta neppure il solo buon senso.
Quanto può essere credibile ora la proposta di Luigi Sbarra di volere una manifestazione unitaria sul capitolo pensioni per rimuovere i peggioramenti introdotti? Può avere un senso se l’obiettivo è quello di una vera e intensa mobilitazione sindacale unitaria con la priorità di potenziare, già nel 2024 il SSN, e finanziare la legge della non autosufficienza pensando a “chi sta peggio”, indicando anche le fonti per un consistente reperimento di miliardi. Proprio Luigi Sbarra ha presenziato la presentazione pubblica a Roma, all’Auditorium Massimo, il 14 luglio scorso, il documento programmatico “La cura della persona, il valore del lavoro”, dieci pagine da condividere pienamente, chiare e precise quelel sul SSN. (vedi allegato). Scritte, forse, da un bravissimo ghostwriter. Rinviate nel tempo!
ARTICOLI CORRELATI – In allegato – I disabili dimenticati di Linda Laura Sabbadini e Una manovra contro i giovani di Elsa Fornero
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