LE TASSE DI BERLUSCONI – M.Ruffolo & B.Bartolomeo – media –
Gran botto di audience per “Servizio Pubblico” con Silvio Berlusconi unico ospite. Se Santoro si fosse meno arrabbiato nel finale, se al Cavaliere fossero state poste più domande sulle tasse nel loro complesso e non solo sull’Imu, il protagonismo del Cavaliere sarebbe stato ridimensionato. E' certamente vero che con i SE non si mutano i fatti e la storia ma possono ben servire a non ripetere regali televisivi o errori. Alleghiamo quattro articoli. Il primo di Marco Ruffolo, La Repubblica del 13 gennaio, nel quale si evidenzia l’eredità della pressione fiscale lasciata al momento delle dimissioni del governo Berlusconi ( nov 2011) : il 44,8 %. Una stangata tenuta sottotraccia e non emersa neppure nella trasmissione di Santoro. E’ stata costruita con il taglio agli sgravi basilari che hanno determinato un costo medio di 800 euro a famiglia per i redditi bassi e per i nuclei numerosi. L’ultimo governo di centrodestra ha alzato le imposte di 2,1 punti raggiungendo il livello 44,8; il governo Monti ha aggiunto un altro punto, +0,9.
Berlusconi-Tremonti hanno sostituito l'aggravio Irpef con l'Iva; poi una clausola poco nota ha fatto rizzare i capelli alla Commissione Eu. Tra l’altro avevano finito per abolire l'esenzione dell'Irpef sulla abitazione principale. Questa svolta a scapito del carico fiscale avvenne nel 2011: invece di riformare la spesa, si scelse di caricare i tributi. Il programma elettorale di Berlusconi prevedeva tutt’altro obiettivo: una promessa per portare l'onere fiscale sotto il 40%.
Il secondo è un grafico, che fa parte dell'articolo di Marco Ruffolo, con l'andamento della pressione fiscale dal 2006 al 2014.
Il terzo è un articolo di Beatrice Bartolomeo, su Il Fatto Quotidiano del 13 gennaio, nel quale si analizza il fenomeno Berlusconi in Tv per poi formulare il giudizio – in controtendenza con molti autorevoli commentatori politici – che “ sì la trasmissione di Santoro avrebbe galvanizzato gli elettori del Pdl ma, a freddo, di voti ne avrebbe spostato ben pochi”. Per le urne non basterebbe lo show televisivo.
Il quarto è un'interessante articolo di Vittorio Feltri, editorialista de Il Giornale, anche lui convinto che l'audience non si traduce necessariamente in voti pro Berlusconi ma fanno di lui un protagonista in più della campagna elettorale, mentre Monti e Bersani – a suo avviso – sbagliano se temono di misurarsi nell'arena di Santoro e Travaglio.
Allegato:
con_il_cavaliere_il_piu_alto_aumento_di_tasse_ruffolo.doc
grafici_onere_fiscale_2006-14.pdf
audience_e_voto_borromeo.pdf
feltri_su_berlusconi-santoro.pdf
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